«In questi giorni, a seguito dei termini di scadenza dell'attuale vertice aziendale della Rai, si sta per mettere in pratica quanto definito nella 'riforma della governance Rai', stabilito con la legge 28 dicembre 2015, n°220. La permanenza dei partiti nella gestione della Rai con una accentuazione del ruolo del Governo e della maggioranza parlamentare è una nostra preoccupazione». Inizia così il documento che l'Usigrai, insieme con le altre sigle sindacali aziendali (SLC - CGIL Sindacato Lavoratori Comunicazione; FISTEL - CISL Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni; UILCOM – UIL Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione; UGL – Informazione Unione Generale Lavoro - Informazione; ADRAI Associazione Dirigenti Rai), ha pubblicato alla vigilia del prossimo appuntamento elettorale per il rinnovo dei vertici dell'azienda.
«In questo quadro – spiegano i sindacati – avremmo auspicato una riforma fondata sul sistema duale con la costituzione di un 'Consiglio di Sorveglianza' formato da rappresentanti di interessi collettivi, tra questi le organizzazioni sindacali di rappresentanza dei lavoratori, finalizzato ad orientare e indirizzare le scelte del Consiglio di amministrazione, mentre la norma ci consegna semplicemente l'indicazione di un Consigliere di amministrazione eletto dai lavoratori. Tuttavia l'indicazione di un Consigliere di amministrazione eletto da e tra le lavoratrici e i lavoratori può essere strumento utile per rappresentare gli interessi collettivi, ed un valido riferimento delle organizzazioni sindacali».
Nell'avvio del percorso elettorale, prosegue il documento, «oggi si evidenzia ancora di più la inadeguatezza di una norma che identifica dei requisiti, tali da escludere la maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori dal poter essere candidabili. Per giunta, nella sua attuazione, i requisiti del candidato rischiano di confondere i lavoratori su quello che sarà il suo ruolo, relativo ai piani di azione della gestione dell’azienda di Servizio Pubblico Rai e della rappresentanza sindacale».
Per tali ragioni, «consapevoli dell'impossibilità di sottrarci alle indicazioni di una legge che stabilisce lo strumento di governance della Rai – si legge ancora – riteniamo coerentemente con le critiche espresse di scegliere e praticare una modalità applicativa della norma che passi attraverso una rilettura sindacale. Per noi, chiunque verrà eletto su proposta sindacale, dovrà svolgere un ruolo di verifica e di controllo sempre sotteso all'interesse collettivo. Quello che interessa al sindacato, e riteniamo ai lavoratori che rappresentiamo, è un chiaro ruolo di controllo degli atti, di vigilanza e trasparenza. In questa ottica ci raccorderemo perché tale pratica sia attuata attraverso un processo trasparente degli atti, la loro verbalizzazione, il riporto continuo alle organizzazioni sindacali e conseguentemente ai lavoratori. Così come il Consigliere eletto dai dipendenti, forte della profonda conoscenza aziendale, può e deve svolgere un forte ruolo di proposta nella necessaria riforma radicale dell'azienda».
In tal modo, proseguono le sigle sindacali, «intendiamo continuare a tenere alta l'attenzione sulla funzione del Consigliere-Lavoratore. La candidata o il candidato deve rispondere al profilo di una persona di comprovata storia in difesa della Rai Servizio Pubblico, in difesa della Costituzione, a partire dall’art.21, e a tutela dell'autonomia e dell'indipendenza dell'azienda: in un contesto di vertici nominati da governi e maggioranze parlamentari, il Consigliere espresso dai dipendenti può assumere così un ruolo preminente di garanzia per tutti i cittadini».
Dunque, per rafforzare la scelta unitaria, le sigle firmatarie decidono di costituire un 'tavolo di coordinamento' che possa vigilare sulle scelte editoriali ed industriali della Rai, sulla qualità dei prodotti, sulla trasparenza degli atti, sulla indipendenza del Servizio Pubblico Radiotelevisivo e multimediale, anche con l'obiettivo di favorire una più proficua interlocuzione con il Consiglio di amministrazione, a partire dal Consigliere eletto dai dipendenti.
«Il coordinamento – spiegano i sindacati – costituito con rappresentanza paritaria tra le sigle firmatarie, si riunirà periodicamente per esaminare i lavori del Cda. Tenuto conto che siamo in fase di prima applicazione della norma, e avendo più di un dubbio sulle modalità e le procedure del regolamento elettorale, e dunque tenuto conto che siamo in una situazione di incertezza rispetto alla effettiva attuazione dei criteri e la valutazione dei requisiti, abbiamo scelto di procedere a più candidature. Ma sin da ora confermiamo l'impegno a rivederci subito dopo l'accettazione ufficiale delle candidature, per fare una valutazione condivisa».
Proprio per riaffermare «il valore e l'importanza dell'unità delle lavoratrici e dei lavoratori, nelle prossime occasioni si lavorerà per una indicazione unitaria sin dalla fase delle candidature», concludono i rappresentanti dei lavoratori Rai.