Per smuovere una forza ce ne vuole una che sia almeno eguale e contraria. (E gli editori stanno esercitando contro di noi una forza violentissima). Ce lo insegnavano a scuola, no? Ma il gruppettino di minoranza (undici) dei consiglieri Fnsi quel lontano giorno evidentemente aveva bigiato.
Perchè oggi, in Consiglio nazionale Fnsi, non solo gli undici non hanno votato l'articolata proposta di rilancio della lotta (un ventaglio di iniziative pubbliche e di assemblee aziendali e territoriali, di periodici e coordinamenti cdr, di denunce e manifesti che culmina minacciando altri sette giorni di sciopero), ma ci hanno subito fatto sopra un comunicato di orrida ambiguità. In cui, lavatasi la coscienza dicendo che la "mobilitazione è più che mai necessaria" madama la marchesa, tirano in ballo "disagi e difficoltà diffusi nella categoria" (cioè i crumiri dell'ultimo sciopero) per attaccare il nuovo pacchetto di scioperi, definendolo "un errore" (errore!!), e per chiedere "una profonda riflessione sul metodo, sulla strategia e sulla tattica da seguire nel duro confronto con gli editori". Il loro è o non è un oggettivo indebolimento del fronte di lotta? Perchè questo pronunciamento potrebbe consentire ai giornalisti furbilli, ai crumiri, ma anche ai confusi, che pur esistono nella categoria, di trincerarsi dietro una scusa bell'e pronta. Potendo sostenere: ma anche undici consiglieri, in maggioranza lombardi fra cui il presidente Giovanni Negri, si sono astenuti... Per la cronaca gli altri sei lombardi sono Rho, Camozzini, Borgomaneri, Mirani, Perucchini, Ruosi. Da sempre un sindacato che vuole ottenere il massimo si è comportato così. Cioè davanti ad un interlocutore ragionevole ci ragiona, come dice la parola stessa. Davanti ad un interlocutore cocciuto invece tira fuori tutte le armi che ha: per cominciare fa vedere che le proprie armi sono cariche e non a salve (appunto sventolando possibili scioperi) e intanto lo sputtana davanti all'opinione pubblica, si crea alleanze e soprattutto gliene toglie (quelle dei politici, minacciando agitazioni anche sotto elezioni; quelle di investitori pubblicitari e delle industrie, per fare un esempio a caso, dell'intrattenimento megacanoro e magasportivo...). Gli editori Fieg strillano? Si calmeranno, come hanno fatto nella precedente tornata contrattuale. Ma, oggi come allora, per ridurli a più miti consigli occorre fare un gioco duro sinchè si rende necessario. L'ennesima dimostrazione della giustezza di questa strategia (peraltro vecchia come il mondo) risale a ieri. Perchè ieri gli editori delle emittenti locali (Aeranti Corallo) hanno firmato con la Fnsi un accordo che guarda caso recepisce fra l'altro proprio le due proposte che, più delle altre, gli editori Fieg giudicano irricevibili: primo, il congelamento della legge 30 ovvero Biagi ovvero Maroni; secondo, i riconoscimenti ai freelance (pagamento a 30 giorni, versamento diretto all'Inpgi2). In conclusione ricordiamo a noi stessi, prima ancora che al manipolo di oppositori, che la resistenza dev'essere forte proprio perchè stavolta la posta è alta: la Fieg infatti per ora si dichiara disponibile a trattare solo in cambio di sterilizzazione degli scatti, licenziabilità e tagli salariali ai giovani.E noi non vogliamo mollare su questi punti ed in più esigiamo norme sui freelance e contro la legge Biagi/Maroni. Il testo del documento approvato a stragrande maggioranza dal Consiglio nazionale si trova in agenzia e, integrale, sul sito federale (www.fnsi.it).