Nonostante alcuni risultati positivi, il XXVI° Congresso Fnsi ha lasciato uno strascico di gravi errori a cui è indispensabile e urgente porre rimedio, se davvero si vuole un sindacato debitamente attrezzato e coeso per le sfide del cambiamento e della crisi. In poche parole, se si vuole che il sindacato abbia un futuro degno del proprio passato. Nuova Informazione, innanzitutto, esprime la sua soddisfazione per la rielezione di Roberto Natale e Franco Siddi a Presidente e Segretario generale e giudica molto positivo il dibattito sui temi del mercato del lavoro, del precariato e del lavoro autonomo, su cui la categoria sembra aver finalmente raggiunto una consapevolezza informata.
Più deludente, invece, il dibattito congressuale sulla riforma dello Statuto federale, ridotto a mera contrapposizione di sterili argomentazioni; il Congresso non ha saputo cogliere l’occasione di una riforma salutare, che avrebbe prodotto un più equilibrato sistema di rappresentanza, un ruolo più cogente del Consiglio Nazionale e un più agile funzionamento dei Congressi. A dimostrazione di quanto sia indispensabile una riforma radicale del modello congressuale, che dovrà essere a tesi e articolato su sessioni tematiche, oltre che più breve.
La mancata riforma dello Statuto nelle sue parti chiave, come pure il risultato delle elezioni del Consiglio Nazionale, contraddistinte più da autolesionistici giochi di corrente che da un indispensabile (e conclamato a parole) spirito unitario, sono il frutto di una contraddizione entro la maggioranza di governo federale: la divisione, certo favorita dall’assenza di una proposta alternativa, ma determinata dall’irresponsabilità di alcune spinte protagonistiche, indifferenti all’equilibrio complessivo e alle esigenze reali della categoria, hanno procurato seri danni. Il più grave è stato l’esclusione di una risorsa da tutti riconosciuta come fondamentale sia per il suo contributo di elaborazione politica, sia per la quotidiana pratica di (ottima) gestione delle crisi aziendali e delle emergenze di redazione. Guido Besana primo dei non eletti? Ovviamente non bastano le numerosi attestazioni di sconcerto e solidarietà, ma occorre, almeno e subito, ripristinare gli assetti convenuti. Nuova Informazione, infatti, ritiene che un’assunzione di responsabilità, che inizi riconducendo Besana nel ruolo in cui ha già dato ottime prove, aiuti a ricomporre il progetto solidale d’una maggioranza chiamata per un quadriennio a governare cambiamenti epocali. Perché l’intera Lombardia, cioè la prima regione per numero d’iscritti e per contributi versati alla Fnsi, ha subìto un’offesa e una diminuzione; non un singolo dirigente o una componente sindacale, che pure in trent’anni ha dato moltissimo in competenza e disponibilità, ma l’intera Alg dal vertice alle centinaia di colleghi impegnati nel sindacato.
Milano, martedì 18 gennaio 2011
Nuova Informazione