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Governo 11 Mar 2009

Non c'è democrazia senza libertà di stampa, giornalisti e magistrati insieme contro il Ddl Alfano

Firenze 10.03.2009.- Continua la battaglia dei giornalisti contro il ddl Alfano in difesa della libertà di stampa e dunque della democrazia nel nostro paese e non si esclude di arrivare allo sciopero nel caso dal parlamento non uscisse una legge radicalmente modificata rispetto all'impianto della proposta iniziale. Giornalisti e magistrati, ieri sera a Firenze, si sono ritrovati per ribadire la loro netta contrarietà al ddl Alfano che limita le intercettazioni telefoniche nelle indagini giudiziarie e impone una pesante censura ai mezzi di informazione.

Firenze 10.03.2009.- Continua la battaglia dei giornalisti contro il ddl Alfano in difesa della libertà di stampa e dunque della democrazia nel nostro paese e non si esclude di arrivare allo sciopero nel caso dal parlamento non uscisse una legge radicalmente modificata rispetto all'impianto della proposta iniziale. Giornalisti e magistrati, ieri sera a Firenze, si sono ritrovati per ribadire la loro netta contrarietà al ddl Alfano che limita le intercettazioni telefoniche nelle indagini giudiziarie e impone una pesante censura ai mezzi di informazione.

L’iniziativa è stata organizzata dalla componente sindacale Giornalisti Uniti Toscani, con la presenza del presidente nazionale della Federazione della Stampa Roberto Natale, il segretario toscano dell’Associazione Nazionale Magistrati Fernando Prodromo e il presidente dell’Arci Toscana Vincenzo Striano. Roberto Natale nel suo intervento ha detto, tra l'altro, che “il sindacato dei giornalisti è pronto a chiamare la categoria ad un giorno di silenzio nel caso fosse approvata una legge liberticida che impedisse ai giornalisti il loro diritto dovere di informare e ai cittadini il diritto di essere informati” “Nel frattempo”, ha aggiunto, “continuerà in maniera decisa e forte la nostra iniziativa per ottenere, in sede di discussione parlamentare, cambiamenti sostanziali al ddl, certi di interpretare un interesse generale e non solo della nostra categoria”. “Una battaglia”, ha concluso, “che, caso rarissimo se non unico, vede FNSI e FIEG, giornalisti ed editori, insieme”.

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