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Fnsi 20 Feb 2009

No al bavaglio all’informazione giudiziaria Stamattina manifestazione dei vertici del giornalismo e dell'editoria che si confronteranno con politici e sindacalisti sul Ddl Alfano

“Intercettazioni, no al bavaglio all’informazione giudiziaria”. Questo il titolo dell’iniziativa del Sindacato dei giornalisti organizzata dal sindacato dei giornalisti per martedì 24 febbraio dalle ore 10,30 nella sede Fnsi (Corso Vittorio Emanuele II, 349, Roma), in relazione alle inaccettabili e pesanti modifiche avvenute nei giorni scorsi in Commissione Giustizia della Camera del ddl Alfano che, se approvate in Aula, metteranno la pietra tombale sulle notizie, appunto, di cronaca giudiziaria.

“Intercettazioni, no al bavaglio all’informazione giudiziaria”. Questo il titolo dell’iniziativa del Sindacato dei giornalisti organizzata dal sindacato dei giornalisti per martedì 24 febbraio dalle ore 10,30 nella sede Fnsi (Corso Vittorio Emanuele II, 349, Roma), in relazione alle inaccettabili e pesanti modifiche avvenute nei giorni scorsi in Commissione Giustizia della Camera del ddl Alfano che, se approvate in Aula, metteranno la pietra tombale sulle notizie, appunto, di cronaca giudiziaria.

Un’iniziativa pubblica di denuncia, aperta alla società civile, forte e decisa organizzata assieme all’Ordine nazionale dei giornalisti, all’Unione cronisti italiani e con la partecipazione della Fieg. Nei giorni scorsi, infatti, la Federazione degli editori ha sottoscritto con il Sindacato dei giornalisti un comunicato congiunto di ferma opposizione agli emendamenti introdotti che suona come un appello al Capo dello Stato, al Parlamento e al Paese perché sia rivisto profondamente il testo del disegno di legge Alfano. Gli ultimi emendamenti inseriti nel ddl, bocciati senza appello anche dal Csm - con una dichiarazione del suo vicepresidente Nicola Mancino - reintroducono pesanti limitazioni e bavagli all’attività giornalistica fino a prevedere il carcere e pesanti ripercussioni economiche per gli editori che pubblicano notizie sulle indagini, nei fatti impedendo ai lettori di venire a conoscenza di notizie di rilievo pubblico. Ad oggi all’iniziativa hanno annunciato la loro presenza: il presidente e il direttore della Fieg Carlo Malinconico e Alessandro Brignone, il segretario dell’Anm Giuseppe Cascini, il presidente Idv Antonio Di Pietro, il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri, il ministro ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia, la capogruppo pd alla commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti, l’onorevole Cinzia Capano componente della commissione Giustizia della Camera, il senatore Felice Casson, il senatore Vincenzo Vita, il segretario generale Ugl Renata Polverini, il segretario della SLC Cgil Emilio Miceli, il portavoce di Articolo21 Beppe Giulietti, il presidente Mediacoop Lelio Grassucci, il direttore del Tg3 Antonio Di Bella e Marco Travaglio. E’previsto anche interventi telefonico del direttore di Libero Vittorio Feltri e del direttore del Tg4, Emilio Fede. Il presidente Carlo Malinconico e il direttore generale Alessandro Brignone porteranno domani la voce degli editori nella manifestazione congiunta contro il ddl Alfano organizzata da Fnsi, Ordine, Unci con la partecipazione della Fieg. Una manifestazione, intitolata "Intercettazioni, no al bavaglio all'informazione", in programma appunto, martedì 24 febbraio, dalle ore 10,30 nella sede della Fnsi (Corso Vittorio Emanuele II, 349, Roma) che vede schierato l’intero mondo del giornalismo italiano nella difesa della libertà di stampa che le norme del disegno di legge del governo vorrebbero imbavagliare e annullare con un “segreto tombale”. Il ddl Alfano avrebbe l’effetto di espropriare i cittadini del diritto costituzionale ad essere informati in modo corretto, compiuto e tempestivo eliminando così la loro possibilità di verificare, nel bene e nel male, il funzionamento della magistratura. Così facendo il governo in un solo colpo vorrebbe cancellare gli articoli 21 e 101 della Costituzione e le numerose e concordi sentenze della Suprema Corte di Cassazione che hanno definito i cronisti “cani da guardia” della democrazia e della Corte Costituzionale – che, ha ricordato pochi giorni fa il presidente Giovanni Maria Flick, “vieta ogni forma di censura sulla stampa, sia diretta sia indiretta” - e della Corte di Strasburgo che veglia sul rispetto della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. L’adesione degli editori è molto importante per testimoniare la difesa delle libertà costituzionali e per rinforzare il fronte dei giornalisti che dallo scorso giugno si batte unito come non mai contro il ddl Alfano, e che martedì 3 marzo prossimo metterà in campo un’altra importante iniziativa dell’Unione Cronisti.

@fnsisocial

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