Tirato fuori da un carcere egiziano grazie al suo “microblog”. Questo è quanto accaduto a James Karl Buck, studente di giornalismo all’università californiana di Berkeley, finito nei guai con la giustizia egiziana per aver fotografato un corteo
Dopo il suo arresto, Buck ha mandato un messaggio a Twitter, il sito web che permette di creare dei “microblog” aggiornabili con degli sms. Buck dalla prigione egiziana si è limitato a scrivere “arrestato”: non appena aver ricevuto notifica del messaggio, i suoi amici nel network hanno allertato sia l’università che l’ambasciata americana, e il giorno successivo un avvocato ha provveduto a farlo scarcerare. Non ha avuto la stessa fortuna l’interprete di Buck, che non essendo cittadino americano è stato costretto a rimanere dietro le sbarre. (9Colonne)