La Rai rimane abbandonata alla sua precarietà. Ad una crisi che si fa più acuta – come dicono anche le ultime rilevazioni sugli ascolti – il governo risponde lasciando il servizio pubblico senza una guida completa e certa.
La Rai rimane abbandonata alla sua precarietà. Ad una crisi che si fa più acuta – come dicono anche le ultime rilevazioni sugli ascolti – il governo risponde lasciando il servizio pubblico senza una guida completa e certa. Il metodo delle designazioni fatte a dispetto della stessa legge Gasparri mostra uno sprezzante disinteresse verso le richieste di stabilità che da più di un anno avanza il servizio pubblico. C’è chi punta al tracollo della Rai. Sta ora anche ai dipendenti fare tutto il possibile per scongiurare un piano sempre più scoperto. E’ indispensabile che nelle prossime ore le organizzazioni dei lavoratori Rai sappiano trovare ulteriori forme di coordinamento e di intervento, anche per coinvolgere le voci della società italiana interessate ad difendere e rilanciare il servizio pubblico. La sorte della Rai non può essere soltanto un affare del governo e dell’opposizione. Roma, 12 luglio 2005 Due sit-in dei dipendenti Rai si terranno martedì prossimo, 19 luglio: alle 11,30 davanti alla sede del Ministero dell’Economia e alle 13,30 davanti alla Commissione Parlamentare di Vigilanza, che nello stesso giorno ascolterà il Ministro Siniscalco. E’ l’iniziativa annunciata oggi da Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e dall’Usigrai per sollecitare la nomina del Presidente di viale Mazzini. “Non ci rassegnamo a questa situazione di stallo. La precarietà del vertice rimane inaccettabile; resta uno scandalo il fatto che da più di 14 mesi la Rai non abbia un Presidente. E’ una situazione che oggettivamente danneggia e frena il servizio pubblico, al di là dell’impegno dei singoli. Se fuori dalla Rai c’è chi pensa di avvantaggiarsi dal permanere di questo stato di cose fino alle elezioni del 2006, dentro la Rai è chiarissimo a tutti che così l’azienda sta perdendo colpi: basti pensare alla tendenza negativa degli ascolti, che non può certo essere liquidata invocando il fatto che quest’anno non ci sono gli Europei di calcio.” “Chiediamo che finisca questo comportamento irresponsabile di chi, a norma di legge, ha il compito di promuovere una soluzione. La legge Gasparri è stata oggetto di una lunga e aspra battaglia. Ma oggi è questa la legge che c’è, e va applicata. E la legge assegna al Ministro dell’Economia – non al Presidente del Consiglio – il dovere di indicare un nome capace di aggregare il consenso. Per questo la prima tappa del sit-in sarà davanti alla sede del Ministero: deve essere in primo luogo Siniscalco a rispettare lo spirito e la lettera della legge”. “La seconda tappa sarà a San Macuto: per mostrare l’interesse con il quale i dipendenti Rai attendono le dichiarazioni che il Ministro farà in Commissione di Vigilanza, e per ribadire alle forze di maggioranza e di opposizione che non abbiamo alcuna intenzione di lasciar passare inutilmente il tempo. E’ in gioco il futuro del servizio pubblico: la salvaguardia del patrimonio produttivo e professionale costituito dalla più grande azienda culturale del Paese”. “E’ una iniziativa promossa dal sindacato confederale e dal sindacato dei giornalisti, ma è apertissima alla partecipazione delle altre rappresentanze del lavoro Rai. La fase assai delicata che sta attraversando l’azienda richiede il massimo di coordinamento e di unità fra tutte le categorie aziendali.” Marco Del Commuto (Slc-Cgil) Daniele Mattaccini (Fistel-Cisl) Flavio Tomei (Uilcom-Uil) Roberto Natalem (Usigrai) Roma, 14 luglio 2005