Neanche il profondo e diffuso cordoglio per la drammatica scomparsa di Loris D’Ambrosio può giustificare la campagna che in queste ore sta nuovamente montando circa la presunta necessità di una legge più restrittiva in tema di intercettazioni. Per la Fnsi la linea di demarcazione in base alla quale giudicare l’informazione è sempre la stessa: è la linea che separa i fatti privati dalle questioni di rilevanza pubblica, i pettegolezzi dalle notizie. E nella vicenda in esame - per controversa e lacerante che sia - è indubitabile che si sta trattando di fatti di interesse collettivo, connessi ad una domanda di verità su un periodo tragico della nostra storia: una domanda ancora viva nella società italiana e della quale il Presidente della Repubblica è tornato anche di recente a farsi portavoce.
Il sindacato dei giornalisti chiede dunque che si rispetti il lavoro dell’informazione, quando essa rispetta il confine che separa il pubblico dal privato. Non sono accettabili bavagli: né per un giornale, né per un’intera categoria. Chi ora torna a chiedere un ‘giro di vite’ non sottovaluti la reattività dell’opinione pubblica. Il diritto ad essere informati - cioè ad avere notizie su fatti che riguardano la vita collettiva - può di nuovo far tornare in piazza in breve tempo una marea di cittadini. E i giornalisti con loro. Roma, 28 luglio 2012