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Editoria 31 Ott 2011

Napolitano: ripristinare subito i fondi per i giornali Siddi invita il Governo ad ascoltare il richiamo del Colle

30 OTTOBRE - ''Preoccupato per i tagli all'editoria'': il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa suo l'appello dei direttori di testate no profit, politiche e cooperative che sono insorti contro la decisione dell'esecutivo di decurtare il fondo dell'editoria, e fa sapere che chiederà al governo di riconsiderare la sua scelta. Rispondendo ad una lettera aperta indirizzatagli da 64 direttori di testate di partito, cooperative Mediacoop e no profit e della Fisc (settimanali cattolici)

30 OTTOBRE - ''Preoccupato per i tagli all'editoria'': il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa suo l'appello dei direttori di testate no profit, politiche e cooperative che sono insorti contro la decisione dell'esecutivo di decurtare il fondo dell'editoria, e fa sapere che chiederà al governo di riconsiderare la sua scelta. Rispondendo ad una lettera aperta indirizzatagli da 64 direttori di testate di partito, cooperative Mediacoop e no profit e della Fisc (settimanali cattolici)

 - da Europa a Liberazione, dal Secolo d'Italia all'Unità, da Avvenire al Manifesto e al Riformista - il Capo dello Stato spiega di ''condividere la preoccupazione per i rischi che ne potrebbero derivare di mortificazione del pluralismo dell'informazione''.
''Ho letto con attenzione la vostra lettera e mi rendo benconto dell'importanza degli argomenti che mi avete illustrato in polemica con l'annunciato taglio 'lineare' al fondo per l'editoria'', scrive Napolitano in riferimento alla missiva pubblicata oggi su diversi quotidiani. ''Condivido - prosegue - la preoccupazione per i rischi che ne potrebbero derivare di mortificazione del pluralismo dell'informazione. E non manchero' di manifestare questo mio punto di vista al governo''. ''Ho, nello stesso tempo, trovato - continua il Capo del Stato nella sua risposta pubblicata sul sito del Quirinale - altamente apprezzabile, nella vostra lettera, la sensibilita' per l'urgenza di 'un'opera di bonifica' in questo settore e la disponibilita' 'a proporre ulteriori criteri per consentire da un lato risparmi e dall'altro una piu' rigorosa selezione nell'accesso alle risorse'''. ''Credo - conclude il presidente della Repubblica - che quanto piu' darete seguito concreto a questi vostri intendimenti, tanto piu' ne guadagnera' in efficacia la sollecitazione, che faccio mia, per una riconsiderazione delle decisioni del governo''. Secondo il segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, l'invito di Napolitano al governo ''e' di eccezionale rilevanza e conferma quanto sia prezioso il pluralismo come bene immateriale che merita il sostegno dello Stato, affinche' anche le voci non meramente commerciali possano animare il circuito dell'informazione e delle idee. Il governo non puo' sottrarsi al dovere di una risposta''. La risposta del Capo dello Stato, fanno notare il senatore Pd Vincenzo Vita e il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti ''e' di grandissima importanza. E rida' qualche speranza di fronte a una situazione drammatica''. Anche il Comitato per la liberta' e il diritto all'informazione ''ringrazia Napolitano per la straordinaria sensibilita' che ancora una volta dimostra per il pluralismo informativo''. Plauso alle parole di Napolitano anche da Roberto Rao, deputato Udc e capogruppo centrista in commissione di Vigilanza Rai che rileva: ''Anche alla luce della lettera inviata dal Presidente della Repubblica, e' arrivato il momento che il governo si decida a rivedere le sue scelte per salvaguardare le testate che meritano anziche' i soliti noti, attuando una piu' rigida definizione dei criteri per l'accesso alle risorse''. (ANSA) Nicoletta Tamberlich   EDITORIA: MAZZUCA (PDL), FONDI SOLO A GIORNALI VERI

31 OTTOBRE - "Come ha sottolineato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per i fondi all'editoria piu' che un problema di tagli si pone il tema di una riqualificazione della spesa, nel senso che i finanziamenti debbono andare alle testate giornalistiche vere e non, ad esempio, agli pseudo giornali di partito che spesso non arrivano neppure in edicola". Lo dichiara Giancarlo Mazzuca deputato del Pdl alla Camera. (AGI)

EDITORIA: MURGIA (PDL), NO A TAGLI E PREMIARE CHI INVESTE SUL WEB

"E' necessario che il Governo faccia un passo indietro sui tagli al fondo per l'editoria. L'annunciata diminuzione lineare di questa voce del bilancio dello Stato mette in pericolo il pluralismo dell'informazione e la sorte di quattromila lavoratori tra giornalisti, grafici ed amministrativi". Questa l'opinione del deputato del Pdl Bruno Murgia a proposito della drastica riduzione di risorse che potrebbe abbattersi sul Dipartimento per l'editoria della Presidenza del Consiglio. "Senza contromisure rischiano di chiudere nell'immediato decine di testate politiche, edite da cooperative di giornalisti - spiega il componente della Commissione cultura - Realtà che spesso pagano le storture del mercato della pubblicità italiano, sbilanciato a favore della televisione. In un'ottica di maggior rigore è necessario però individuare nuovi criteri che permettano una più rigorosa selezione nell'accesso al finanziamento pubblico".
"In passato si è spesso permesso che potessero accedere alle agevolazioni periodici con redazioni fittizie o con diffusione irrisoria - conclude Bruno Murgia - Per il futuro si potrebbe pensare di premiare chi utilizza le nuove tecnologie o chi opera sul web. Misure che servirebbero da stimolo perB l'intero comparto, favorendo quindi l'aumento dei posti di lavoro". (Roma, 3 novembre – AGI)

30 OTTOBRE 2011
Siddi ha fatto ''appello a tutti i parlamentari e al Capo dello Stato per si attivi per la tutela del pluralismo'' e ha annunciato ''un'iniziativa permanente della Fnsi e analoghe iniziative in tutte le città interessate dalle realtà colpite per difendere la libertà e informare i cittadini''.
''Il fondo nasce per sostenere il pluralismo - ha proseguito Siddi - bisogna evitare i finanziamenti a chi non rispetta le regole. Se all'Avanti, ai giornali di Ciarrapico o al Giornale della Toscana si dovesse scoprire che i finanziamenti sono stati dati violando le regole. bisogna fare pulizia. Ma così facendo come si sta per fare 100 testate chiudono e si spengono le voci della minoranza con scelte fintamente tecniche. Ciò non può essere accettato e sono contento che la Fieg, in un recente incontro, abbia chiarito che il suo obiettivo non è la chiusura del fondo, che non si vuole la morte dei giornali, ma una revisione del sistema, che riveda soprattutto i finanziamenti ai giornali di partito. Noi abbiamo già avanzato proposte come l'eliminazione dell'Iva agevolato sui prodotti non editoriali in edicola, un prelievo sui ricavi pubblicitari della tv tra l'1 e il 2%''.
''Anche per le convenzioni con le agenzie di stampa sta succedendo qualcosa di simile - ha aggiunto il segretario della Fnsi -. C'è una spinta forte perché le agenzie si accorpino, perché si ritiene che nove siano troppe, ma si tratta di scelte industriali. Si è poi introdotto il concetto del fabbisogno della pubblica amministrazione, uno stratagemma secondo cui le amministrazioni sostengono che la fornitura di notizie è superiore al necessario e che sono sufficienti i siti on line e i notiziari interni, e così chiudono le convenzioni''.

GIORNALISTI: SIDDI, TAGLI AUMENTANO CARENZA INFORMAZIONE

(ANSA) - ROMA, 29 OTT -  ''Anche il sindacato dei giornalisti soffre per le carenze di informazione complessiva'' sul tema del lavoro. E oggi ''queste situazioni di criticita', rischiano di essere aggravate dal taglio drastico dei sostegni pubblici ai giornali di idee o fatti da cooperative di giornalisti e poligrafici, presidi di pluralismo in territori altrimenti destinati a avere solo voci uniche o omologate di informazione''. E' quanto ha affermato Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, intervenendo a Rimini al VI congresso nazionale del PdCI, per un saluto che ha voluto ''non formale ne' rituale, nello spirito dell'attenzione e del confronto con tutte le voci che si misurano con posizioni proprie sui temi della liberta', del lavoro e dei diritti sociali''. Per Siddi, ''pluralismo, Rai e referendum sull'articolo 8 sono temi sui quali il sindacato dei giornalisti, la Fnsi, si misura mettendosi a confronto con le forze vive della societa', della politica e della cultura''. Secondo Siddi ''ci sarebbe da aspettarsi un recupero almeno del servizio pubblico televisivo, oggi devastato dal conflitto di interessi e da un inconcepibile tentativo di circuiti politici e mediatici di introdurre nella Rai la teoria degli opposti estremismi, cosa di un'altra epoca e ahime' di ben altri problemi, per colpire il Tg3, una delle poche realta' per le quali si puo' dire che ci sia ancora un minimo di pluralismo nell'azienda di servizio pubblico''''Diritti sociali e lavoro - ha concluso Siddi - non si alimentano promuovendo licenziamenti facili o annullando la forza di garanzia e coesione dei contratti nazionali di lavoro. No ai licenziamenti facili. E se sull'articolo 8 della manovra bis estiva del governo si creeranno le condizioni per una referendum abrogativo, la Fnsi sara' in campo con tutti coloro che prenderanno in mano questa bandiera''. (ANSA)
FONDO, DOMENICA SU GIORNALI APPELLO A NAPOLITANO
DIRETTORE LIBERAZIONE, SARÀ INIZIATIVA TRASVERSALE

''Domenica prossima sui giornali di partito, no-profit e cooperativi verrà pubblicata una lettera-appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano firmata dai direttori, affinché il Capo dello Stato, da sempre attento ai temi del pluralismo, sostenga la nostra battaglia davanti all'esecutivo''. Lo ha annunciato il direttore di Liberazione Dino Greco nel corso della conferenza stampa convocata al Senato per protestare contro i tagli decisi dal governo.
''Sarà una iniziativa trasversale - ha aggiunto Greco – con la quale speriamo di ottenere un sostegno trasversale anche in Parlamento, cosa che per ora manca''. (ROMA, 27 OTTOBRE - ANSA)
EDITORIA: GRASSUCCI, NON C'ENTRA CRISI, ATTACCO A PLURALISMO
''Ormai è chiaro, il governo vuole cancellare il sostegno pubblico all'editoria. E non sono scelte dettate da motivi economici, l'obiettivo è distruggere il pluralismo''. Lo ha detto Lelio Grassucci, presidente di Mediacoop, nella conferenza stampa convocata al Senato per protestare contro il taglio al fondo per l'editoria.
''Si passa dai 184 milioni del 2009, ad una disponibilità effettiva che è di 25 milioni o anche meno - ha aggiunto Grassucci -. Un centinaio di testate chiuderanno i battenti, la metà entro dicembre. Il taglio non porta nulla alle finanze pubbliche perché la spesa per gli ammortizzatori sociali per 4000 persone che resteranno disoccupati è senz'altro maggiore.
Inoltre, se scompare un giro di affari di 500 milioni, scompare anche un introito importante per lo stato. La cattiveria maggiore è che si tratta di un taglio retroattivo. Sono soldi che le imprese hanno già speso e saranno costrette a portare i libri in tribunale subito''.
''Servono almeno 180 milioni - ha proseguito Grassucci -. Poi occorre parametrare i contributi ai dipendenti effettivi e sancire l'obbligo di una presenza minima nelle edicole.
Bisognerebbe, inoltre, istituire un rapporto minimo con le vendite''. (ROMA, 27 OTTOBRE - ANSA)

IL SEGRETARIO DELLA FNSI, FRANCO SIDDI, HA DICHIARATO: RIGORE E TRASPARENZA PRIORITÀ ASSOLUTE E UNICA GARANZIA POSTI DI LAVORO

“Ribadisco e insisto. Sui principi non ci sono mediazioni: i finanziamenti pubblici devono andare sempre a chi è in regola. Ribadisco: se c’è un’indagine o un accertamento concluso che fanno emergere dubbi o anomalie sull’attività di talune cooperative o aziende di giornali, già beneficiarie dei contributi pubblici, è evidente che si ponga un problema. E se quei contributi vengono bloccati, per questa ragione, è evidente che il flusso di risorse pubbliche debba fermarsi. Certo poi, come ho detto ancora stamani, questo è sempre un fatto delicato e doloroso, perché se c’è, o ci fosse, un inghippo o un imbroglio all’origine di un finanziamento, poi il dramma è comunque pesante e il Sindacato ce l’ha doppio: da un lato il rigore da sostenere e applicare senza riserve; dall’altro il problema sociale per i lavoratori, non solo giornalisti, che in quelle aziende prestino la loro opera e rischino di trovarsi in situazioni di oggettiva difficoltà. Dobbiamo farci carico di questo problema, ma non possiamo dire che le regole delle corrette pratiche in termini amministrativi e di diritto, che spetta agli organi competenti verificare, debbano essere disapplicate per questa ragione.
Questa è una posizione chiara e limpida. Comprendo la preoccupazione grande dei colleghi de “Il Giornale della Toscana”, dopo l’inchiesta della magistratura su diverse vicende che piovono attorno all’impresa editoriale e su cui è la Giustizia a pronunciarsi. Se tutto risulterà a posto sarò, con il Sindacato nazionale dei giornalisti, il primo a rallegrarmene. Non spetta a me né a noi aggiungere nulla all’inchiesta e alle notizie che sono pubbliche. Ne aspettiamo l’esito finale, ma è evidente che queste notizie non fanno bene. Ed è altrettanto bene che pulizia sia fatta ovunque ciò risulti necessario secondo le evidenze che risultino alle autorità competenti.
Spero che quei giornali finanziati e poi finiti sotto osservazione della magistratura o degli organismi di controllo amministrativo per presunte irregolarità possano dimostrare che tutto è a posto e in ordine. In caso contrario è evidente che non possano che perdere i finanziamenti. Questo rigore è un interesse del Sindacato, a tutela di tutti, a cominciare dalle garanzie reali per i posti di lavoro che, nell’editoria, più che altrove, sono assicurati dalla trasparenza delle gestioni e dal rispetto delle norme.
Nel caso de “Il Giornale della Toscana” voglio solo assicurarmi che le ombre che emergono dalle notizie di cronaca giudiziaria siano dissolte, perché altrimenti mi sentirei persino imbrogliato per la valutazione favorevole che ho espresso, alla luce delle carte lì presentate, in sede di Commissione editoria.” Roma, 27 ottobre 2011

PROTESTA CONTRO TAGLIO FONDO,FNSI PRONTA A PIAZZA
DOMENICA SU GIORNALI APPELLO A NAPOLITANO,PD PREPARA EMENDAMENTI

''La crisi non c'entra, il taglio al fondo dell'editoria si tradurrà presto in un aggravio per le casse dello Stato. Il vero scopo del governo è azzerare il pluralismo per favorire i soliti noti''. È la denuncia lanciata dal Comitato per la libertà e il diritto all'informazione, sostenuto dalla Fnsi e dalle associazioni del settore, che si dicono pronte alla piazza per difendere ''le voci della minoranza'' e ''4000 posti di lavoro che spariranno nei prossimi mesi se non ci sarà una marcia indietro''. Domenica, sui quotidiani interessati dal taglio, sarà pubblicata una lettera a firma dei direttori per chiedere al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di sostenere la protesta.
Mediacoop, Federcultura-Confcooperative, Federazione Settimanali Cattolici, giornali di partito e giornali italiani all'estero avvertono, in una conferenza stampa al Senato, che sono a rischio 100 testate e un giro d'affari di 500 milioni che se dovesse scomparire, determinerebbe una riduzione degli introiti fiscali per lo Stato, senza considerare gli aggravi per gli ammortizzatori sociali. Il taglio dal 30 al 50% rispetto ai 194 milioni dello scorso anno, annunciato dal sottosegretario Paolo Bonaiuti, è nella legge di stabilità in discussione al Senato ed il Pd - annuncia il senatore Vincenzo Vita - ''presenterà nelle prossime ore emendamenti che, fino alla scadenza prevista il 4 novembre in Commissione Bilancio, saranno aperti alla firma di tutti, anche di esponenti della maggioranza''. Un'apertura arriva dal senatore del Pdl Alessio Butti: ''Se ci saranno emendamenti bipartisan - spiega – saranno graditi e se il governo li accetterà la vittoria sarà solo del buon senso''.
''Non possiamo accettare la logica dei tagli lineari, il fondo va ripristinato e dato a chi ne ha bisogno'', afferma il segretario della Fnsi, Franco Siddi, che chiede ''pulizia'' e evoca ''la sospensione dei finanziamenti'' per chi la magistratura giudicherà non in regola, citando, tra l'altro, ''l'Avanti, i giornali di Ciarrapico e il Giornale di Toscana'' e suscitando una dura replica del cdr di quest'ultima testata.
''Ci hanno detto che siamo ossessionati dalle intercettazioni perché siamo andati in piazza del Pantheon - gli fa eco il presidente Fnsi Roberto Natale -. Ci torneremo, per dimostrare che la nostra è una battaglia generale, per tutelare il diritto dei cittadini ad essere informati''. ''La cattiveria maggiore - aggiunge Lelio Grassucci, presidente di Mediacoop - è che si tratta di un taglio retroattivo. Sono soldi che le imprese hanno già speso e saranno costrette a portare i libri in tribunale subito''.
Critiche sono piovute anche sul presidente della Fieg, Carlo Malinconico, che in una recente intervista ha parlato di ''concorrenza sleale tra chi gode dei contributi e chi no'', chiedendo un ''cambiamento graduale del sistema''. ''È un errore grave - sostiene Fulvio Fammoni della Cgil -. Non si può pensare che se chiudono alcuni giornali, guadagnano copie gli altri. Il pubblico si sposterà tutto sulle tv''. (di Michele Cassano) (ANSA- ROMA, 27 OTTOBRE)

 

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