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Il giornalista Ilario Piagnerelli (Foto da X)
Internazionale 20 Ago 2024

Mosca contro Ilario Piagnerelli: «Elogia neonazista ucraino». L'inviato Rai: «Avanti liberi da condizionamenti»

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Zakharova, attacca il giornalista per un servizio nel quale intervista un soldato che indossa un simbolo nazista. Lui si rammarica di avergli dato voce e ribatte: «Il nostro lavoro continuerà a essere improntato al massimo rigore».

Ancora un giornalista Rai nel mirino della Russia. Dopo il caso di Stefania Battistini e Simone Traini, contro i quali l'Fsb ha aperto un procedimento penale con l'accusa di "aver attraversato illegalmente il confine" russo per riprese video a Sudzha, a scatenare le ire della portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, è un reportage di Ilario Piagnerelli, inviato di RaiNews24 in Ucraina.

Lunedì 19 agosto 2024 Zakharova se la prende con i media italiani, che elogiano «i neonazisti ucraini mentre posano in reportage indossando simboli delle SS» e con il cronista che ha intervistato il soldato ucraino che indossava - appunto - un simbolo nazista.

Intervista rispetto alla quale Piagnerelli spiega: «Mi rammarico profondamente di aver dato voce, anche se per pochi secondi, a un soldato ucraino che solo dopo la messa in onda del reportage ho notato indossare una patch con un simbolo nazista. Esiste in Italia una rete di profili pro-invasione legati a Mosca, che dedica le sue risorse a screditare il lavoro mio e degli altri inviati. Fingono sconcerto, ma hanno trovato in quell'immagine un formidabile argomento di propaganda anti-ucraina».

In diversi post su Telegram, Zakharova era tornata ad attaccare i giornalisti occidentali entrati dall'Ucraina nella regione russa di Kursk, la cui attività sarebbe «prova del loro coinvolgimento diretto nell'attuazione di un'aggressione ibrida su larga scala contro la Russia», ad additare i media italiani, accusandoli di essere megafoni di Kiev, fino a citare direttamente Piagnerelli.

«Sono cresciuto con un nonno partigiano, di quelli veri, che oggi non avrebbero dubbi nel distinguere tra invaso e invasore, tra chi resiste e chi occupa. Sono stato educato ai valori della Costituzione», scrive il giornalista italiano nel suo lungo post di risposta su X.

«Quella appena conclusa - si legge ancora - è stata la mia quindicesima trasferta in Ucraina. In due anni e mezzo ho prodotto decine di servizi e centinaia di dirette. Tra i servizi pubblici europei, la Rai è probabilmente quello che sta raccontando il conflitto con maggiore assiduità. I nostri reportage vengono spesso distribuiti in Eurovisione. Anche per questo subiamo attacchi, come quelli, recentissimi, seguiti allo scoop mondiale di Stefania Battistini. Il nostro lavoro continuerà a essere libero da condizionamenti e improntato al massimo rigore».

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