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Appuntamenti 02 Nov 2010

Mercoledì 3 novembre alle ore 16,30 presso la Fnsi una conferenza stampa per la presentazione del libro “Minzulpop” di Hari Seldon

Alla vigilia del Cda della Rai e della mozione di sfiducia dell’Usigrai al direttore generale Mauro Masi, l’incontro sarà un’occasione per un confronto a sostegno della libertà di informazione e in difesa dell’articolo 21 della Costituzione.Intervengono: Giuseppe Giulietti, Fabio Granata, Roberto Natale, Luca Telese, Giorgio Van Straten.

Alla vigilia del Cda della Rai e della mozione di sfiducia dell’Usigrai al direttore generale Mauro Masi, l’incontro sarà un’occasione per un confronto a sostegno della libertà di informazione e in difesa dell’articolo 21 della Costituzione.
Intervengono: Giuseppe Giulietti, Fabio Granata, Roberto Natale, Luca Telese, Giorgio Van Straten.

Il libro Perché Berlusconi ha scelto Augusto Minzolini come direttore del Tg1? Cosa nasconde questa investitura? Minzulpop è un viaggio nell’odierna fabbrica del consenso. Coniato su Facebook e consacrato su YouTube, questo termine richiama il Minculpop di mussoliniana memoria, il Ministero della Cultura incaricato di inviare ai giornali dell’epoca le direttive del regime fascista, le ‘veline del duce’. Da allora molte cose sono cambiate ma l’ossessione del potere per la propaganda è rimasta inalterata. Minzolini è il cantante solista, ma il Minzulpop è un’orchestra composta da molti suonatori. I nomi sono tanti: Capezzone, Bonaiuti, Fede, Vespa, Mimun, Feltri, Belpietro, Signorini e l’intera scuderia Mondadori. Ognuno con il suo ruolo. C’è chi cura l’immagine di Berlusconi, chi manganella dai media gli avversari, chi opera come portavoce per diffondere le volontà del Capo. Ci sono poi i ministri inventori: Gelmini, Brunetta e il geniale Tremonti. Con trovate a effetto puntano a oscurare i fatti reali, i tagli alla scuola, la disoccupazione, la crisi economica. Lo strumento principe del Minzulpop è la televisione, in una sorta di Truman Show all’italiana che sostituisce la realtà con la finzione e la rappresentazione. Minzolini può essere letto come l’espressione estrema di una stagione politica che segna il trionfo della propaganda totale. Il suo Tg1 parla di gelati per cani, olimpiadi del cocomero, hostess per funerali, ma cancella precari e infortuni sul lavoro.

Viviamo sicuramente in una bolla televisiva destinata prima o poi a scoppiare, anche perché in internet giovani e meno giovani denunciano con forza l’insostenibilità di questa decadenza civile. In attesa della ‘fine dell’incubo’, vale la pena vedere da vicino cosa sta accadendo. Mettere in fila tutti gli elementi è liberatorio: aiuta a farci capire quanto sia surreale e artificioso ciò che ogni giorno sugli schermi ci viene allegramente spacciato come normale. Ma che tale proprio non è.

L’autore Dietro lo pseudonimo Hari Seldon – figura centrale del Ciclo della Fondazione, capolavoro di Isaac Asimov – si ritrova un gruppo di giornalisti, blogger, attivisti dei movimenti, esperti di comunicazione. Un collettivo che punta a rileggere la realtà italiana partendo dai contenuti e dalle analisi prodotte dal popolo della rete. Racconta il Minzulpop è il nome del gruppo di Facebook che anima questa iniziativa editoriale.

“Il Minzulpop è la versione moderna e farsesca del Minculpop, visto che, come diceva Karl Marx, le tragedie della storia tendono a ripetersi, ma in forma di farsa”. Marco Travaglio
“Il vero problema non è Minzolini, ma chi ha messo lì Minzolini, cioè il gigantesco conflitto di interessi che in Italia non permette più di distinguere l’interesse pubblico da quello privato”. Andrea Camilleri

@fnsisocial

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