Trieste, mercoledì 11 novembre 2009, ore 11, Circolo della Stampa
In Europa e nel mondo, la libertà di informazione è stata negli ultimi anni costantemente erosa dal potere economico e politico. Le situazioni nei vari paesi sono oggettivamente diverse: sono oramai decine i colleghi uccisi in Russia, in Gran Bretagna la pressione degli studi legali contro i giornali che pubblicano inchieste è notevolmente aumentata, in Germania a frenare l’istinto critico dei cronisti sono gli editori legati ai grandi gruppi economici.
In Croazia quest’anno la mafia ha ucciso un giornalista e altri tre giornalisti sono stati vittime di pestaggi. La situazione in Italia è nota. Ma anche isole che sembravano felici, come la Slovenia, sembrano risvegliarsi in un incubo. Il tribunale civile di Lubiana ad esempio ha proibito al quotidiano Dnevnik di pubblicare qualsiasi notizia sul passato dell’imprenditore italiano Cerani, perché “questo potrebbe nuocere agli interessi e al buon nome” dell’imprenditore impegnato in una scalata della maggiore azienda slovena. Al Dnevnik è stato proibito di scrivere dei guai che Cerani ha avuto negli ultimi anni con la giustizia italiana. E il caso Cerani, da economico, è diventato nei mesi scorsi in Slovenia un paradigma di come una parte della magistratura slovena vuole impedire ai reporter di svolgere il proprio lavoro.
Di questi temi si discuterà mercoledì 11 novembre alle 11 al Circolo della Stampa di Trieste, in Corso Italia 13, proponendo un paragone fra quanto succede in Italia e in Slovenia.
Introduce Carlo Muscatello, presidente dell'Associazione della Stampa del Friuli Venezia Giulia
Interventi di Aleksander Zerdin, direttore del Dnevnik di Lubiana; Alberto Bollis, vicedirettore del Piccolo di Trieste; Walter Skerk, giornalista della redazione slovena della Rai del Fvg
Coordina Luciano Ceschia, ex segretario generale della Fnsi e già direttore del Piccolo di Trieste
Tutti i colleghi e i cittadini interessati sono invitati a partecipare