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La locandina del Memorial Marco Gardenghi
Associazioni 08 Mag 2025

Memorial Marco Gardenghi, il 17 maggio sfida di rugby nel carcere di Bologna

«Sono certa – ha commentato la moglie del giornalista e sindacalista scomparso, Vita Ippolito - che Marco sorriderebbe contento di essere ricordato in questo modo».

L’Unione nazionale giornalisti pensionati dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna, Federazione nazionale della Stampa, Ungp nazionale, Ordine dei giornalisti dell’Emilia- Romagna, Unione Stampa Sportiva Italiana e  Confcommercio Ascom Bologna,  ha organizzato per sabato 17 maggio 2025 alla Casa Circondariale di Bologna Rocco D’Amato il memorial dedicato al presidente dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati Marco Gardenghi, già presidente di Aser per due mandati e a lungo protagonista della vita sindacale regionale e nazionale. L’evento consiste in una partita di rugby (sport che Gardenghi amava tanto) tra la formazione del carcere e quella dei Cinghiali del Setta. L’iniziativa, che si è concretizzata grazie alla collaborazione con il presidente della Giallo Dozza Bologna Rugby, Matteo Carassiti, si inserisce nelle iniziative del progetto ministeriale Sport e Salute cui la squadra del Giallo Dozza partecipa.

«Il Memorial a lui dedicato nella struttura carceraria della Dozza – sottolinea la moglie di Marco, Vita Ippolito Gardenghi – è uno strumento di riabilitazione e di recupero sociale. Sono certa che Marco sorriderebbe contento di essere ricordato in questo modo, perché il rugby non è solo uno sport, ma anche un potente strumento di cambiamento sociale che può aiutare le persone a superare le difficoltà e a costruirsi un futuro migliore. Uno sport inclusivo dove ognuno, nel suo ruolo, può dare un contributo alla squadra tutta. Era questo il senso dell’agire quotidiano di Marco: nel giornalismo, nel sindacato e nello sport. Marco amava molto il suo mestiere: oltre al giornalismo metteva la stessa passione e meticolosità in altri ambiti che riempivano le sue giornate: il sindacalismo e il gioco del rugby. La palla ovale, nel lavoro di redazione come nello svago – a detta dei suoi amici e colleghi – era parte integrante del suo vivere quotidiano. Me lo hanno raccontato rigoroso sempre: quando doveva scrivere un pezzo o quando nei ritagli di tempo libero si recava solo soletto in un campo di periferia a calciare e ricalciare il pallone ovale in mezzo ai pali ad acca».

«Un grande amore – prosegue la moglie – quello di Marco per il rugby. E non solo dal punto di vista agonistico. “Il rugby -diceva e scriveva – è uno sport che può contribuire al riscatto sociale, offrendo opportunità di inclusione e crescita personale per persone con disabilità o in situazioni svantaggiate”. Gioco di squadra e valori come collaborazione e rispetto dell’avversario aiutano le persone a superare difficoltà e a integrarsi nella società, a rompere gli stereotipi e a promuovere l’inclusione».

«Grazie a tutti per averlo ricordato così. Sono certa – conclude Vita Ippolito – che lui applaudirebbe soddisfatto a questa iniziativa». (Da aser.bo.it)

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