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Rai 30 Lug 2005

Mediaset si assicura i diritti tv sul calcio in chiaro ma la Rai promette battaglia in tribunale. Natale (Usigrai): “Rispondere raccontando il calcio senza autocensure”

Mediaset si assicura i diritti tv sul calcio in chiaro per i prossimi tre anni; la Rai incassa il colpo ma promette battaglia in tribunale dubitando della legalità dell'asta indetta dalla Lega;

Mediaset si assicura i diritti tv sul calcio in chiaro per i prossimi tre anni; la Rai incassa il colpo ma promette battaglia in tribunale dubitando della legalità dell'asta indetta dalla Lega;

Mediaset si assicura i diritti tv sul calcio in chiaro per i prossimi tre anni; la Rai incassa il colpo ma promette battaglia in tribunale dubitando della legalità dell'asta indetta dalla Lega; Adriano Galliani incassa i soldi in più che piovono nella Lega da lui presieduta: 93,5 milioni per tre pacchetti contro i 62 milioni ricavati dai precedenti contratti. I diritti in chiaro tornano a fornire cifre consistenti alle società calcistiche dopo l'inversione di tendenza che c'era stata dopo il 2000 con l'avanzare della tv criptata che comunque ha portato ai club altri soldi. Il milione e poco più di euro (l'equivalente della somma incassata allora in lire) acquisito nel 1980 dalla Lega è lievitato con il passare degli anni fino a raggiungere il tetto massimo di 119,4 milioni della stagione '98/'99. Poi è cominciato il lento ma inesorabile declino, diretta conseguenza però dei soldi che i club hanno preso ad incassare per i diritti del calcio a pagamento. Dalla cifra top di sette anni fa si è scesi così ai 62 milioni degli ultimi tre anni, ma da oggi sembra cominciata una nuova inversione di tendenza, in virtù soprattutto della concorrenza sempre più accentuata fra Rai, Mediaset e successivamente Sky. Viale Mazzini è stato praticamente depositario dei diritti in chiaro fino al '99 quando si aggiudico' i due campionati di A e B e la Coppa Italia per un totale vicino ai 110 milioni di euro. Si trattava però di cifre da "vacche grasse": infatti, alla scadenza di quel triennale, nel 2002, si mise da parte il bando e si trattò un rinnovo alla cifra ridimensionata di poco superiore ai 60 milioni di euro. Artefice di questo taglio che procurò alla Rai un risparmio di circa il 40% fu l'allora direttore generale Agostino Saccà. Ma aumenta intanto la concorrenza, e proprio da quest'anno la Rai deve fare seriamente i conti con le tv rivali. Il 12 maggio l'ente pubblico perde i diritti per il Mondiale 2006 (avrà solo 25 partite su 64) , mentre Sky acquisisce l'intero pacchetto. La Rai però recupera in pieno in ambito europeo e mondiale quando il 1 luglio l'Uefa accetta la sua offerta di 55 milioni l'anno per la Champions League: tre stagioni dal 2006/07. Mediaset perde così la competizione europea. Alla Rai vanno anche i diritti tv dei Mondiali 2010 e 2014. Nel frattempo però Mediaset prepara la sua rivincita per recuperare in chiaro il calcio nazionale, e il braccio di ferro con la Rai diventa serrato. Il 22 luglio la Lega fissa il bando per la cessione dei diritti tv in chiaro; tre giorni dopo la Rai presenta al tribunale di Milano un ricorso contro la Lega "per le irregolarità nelle trattative per il rinnovo". Il giorno seguente il Tribunale sospende il bando di gara; il 28 luglio il giudice Tarantola accoglie il ricorso presentato dalla Rai sul bando per i diritti in chiaro e stabilisce il nuovo termine scaduto oggi con l'aggiudicazione dei diritti da parte di Mediaset, mentre la Rai si assicura la Coppa Italia e i diritti radiofonici. (ANSA) Occorre che la Rai risponda non soltanto in sede giudiziaria alla soddisfazione che ieri hanno mostrato per l’esito dell’asta sui diritti del calcio Adriano Galliani e Piersilvio Berlusconi, in non sorprendente sintonia. Sacrosanta la denuncia del conflitto di interessi; giustificatissima la decisione del vertice Rai di adire le vie legali. Ma i giornalisti di Rai Sport e tutti i giornalisti del servizio pubblico si attendono una replica ben visibile anche dagli schermi, nei programmi dell’offerta sportiva Rai della prossima stagione. La perdita dei diritti sul calcio di serie A impone di ripensare la gran parte delle trasmissioni sportive domenicali. Può essere l’occasione per rinnovare con fantasia l’offerta, come il servizio pubblico dimostrò di saper fare già nei primi anni Novanta costruendo sull’assenza delle immagini un grande successo come “Quelli che…il calcio”. La Rai ha da giocare, tra le altre, l’importante carta delle risorse professionali della redazione di Rai Sport, se il servizio pubblico finalmente si deciderà a raccontare senza inibizioni e autocensure il mondo del calcio: non solo nei suoi aspetti strettamente sportivi, ma anche nei suoi intrecci, sempre più scoperti, con le vicende della politica e della finanza. La Rai può insomma decidere di affrontare finalmente il tema del calcio nei suoi impatti sociali, come un servizio pubblico dovrebbe fare e come non potrà mai fare Mediaset, per ovvie ragioni. C’è un grande spazio che attende di essere esplorato, che potrebbe portare ascolti, credibilità e qualità. E’ urgente che il vertice Rai ci faccia sapere i suoi progetti in materia ed ascolti quelli che i giornalisti sono in grado di offrire.

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