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Appuntamenti 24 Mag 2011

Martedì 31 maggio al teatro Quirino di Roma “Bad people in Guantanamo”, spettacolo patrocinato dall’Assostampa romana

Organizzato dall’Associazione Stampa Romana, con il patrocinio del Comune di Roma e a sostegno di Amnesty International, si è svolto il 23 maggio scorso il convegno “Notizie dal mondo, da WikiLieks alla primavera araba, quale informazione estera in Italia”, per la presentazione dello spettacolo “bad people in Guantanamo”.Questo il resoconto.

Organizzato dall’Associazione Stampa Romana, con il patrocinio del Comune di Roma e a sostegno di Amnesty International, si è svolto il 23 maggio scorso il convegno “Notizie dal mondo, da WikiLieks alla primavera araba, quale informazione estera in Italia”, per la presentazione dello spettacolo “bad people in Guantanamo”.
Questo il resoconto.

BAD PEOPLE IN GUANTANAMO/CONVEGNO SULL’INFORMAIZNE ESTERA IN ITALIA di ASR

“Abbiamo preso una piccola notizia da un piccolo giornale e l’abbiamo fatta conoscere al grande pubblico ”, dice Fabio Omodei regista di  “Bad people in Guantanamo”,  per presentare lo spettacolo patrocinato da Associazione Stampa romana (Asr) che andrà in scena martedì 31 maggio al teatro Quirino di Roma. In occasione del lancio della pièce, ispirata alla storia vera di tre inglesi pakistani sottoposti per sbaglio a due anni di torture nella base navale di Cuba, l’Asr ha proposto una riflessione sulla qualità dell’informazione internazionale in Italia. Durante il convegno  “Notizie dal mondo” nei locali della FNSI con il sostegno della Consulta dei freelance alcuni tra i maggiori professionisti del giornalismo hanno discusso del ruolo dell’inviato, delle nuove fonti di informazione, del rapporto con la stampa estera. “Senza cedere nella mitizzazione, teniamo presente che i giornalisti stranieri sono più portati di noi a coprire i fatti internazionali – ha ricordato ad apertura lavori Patrizio Nissirio, responsabile Ansa Med -  spesso con più attenzione alle notizie prima che ai commenti”. Sulle guerre dimenticate e sul poco interesse per i fatti internazionali si sono soffermati anche Roberto Piermarini, responsabile servizi informativi centrali di radio Vaticana, e l’ex inviato Rai Ennio Remondino.  Guerra che devono essere spiegate, dice Piermarini perché “non basta  citare i conflitti interreligiosi in Nigeria, bisogna anche dire cosa c’è dietro di essi”. E a sostegno della sua tesi Remondino cita uno studio sui sette telegiornali generalisti nazionali: “Solo il quattro per cento delle notizie è dedicato a fatti del mondo”. Il rapporto Rete-agenzie di stampa? E’ stato stravolto da WikiLeaks per Roberto Iadicicco, direttore Agi: “Per la prima volta le informazioni si sono presentate non mediate dai giornalisti”.  Una mediazione indispensabile però secondo l’inviato del Corriere della Sera  Maurizio Caprara: “Su Twitter ci sono tante informazioni e molte sono false. Il nostro compito di scelta è fondamentale”. Inviato sì o no e in che contesti, è stato l’argomento di discussione del direttore di RaiNews 24 Corradino Mineo e della responsabile del progetto Herat Italia di Sky TG 24, Letizia Leviti. “La figura dell’inviato esiste ancora – ha concluso quest’ultima – ma noi giornalisti siamo ignoranti, e spesso ci arroghiamo il diritto di fare opinione nonostante quest’ignoranza”.  Il valore dell’inviato sta nel raccontare cosa accade sul luogo “purtroppo sempre più spesso però le redazioni costruiscono i pezzi senza utilizzarli”, secondo Mineo. A conclusione lavori, l’ accorato appello affinché “i giornalisti si occupino con più continuità di diritti umani” lanciato da Annalisa Zanuttini di Amnesty International, organizzazione a cui andrà l’incasso di “Bad people in Guantanamo”.

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