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Componenti Fnsi 10 Nov 2008

Mariagrazia Molinari (Stampa Democratica): “L’insostenibile vaghezza degli amministratori Casagit”

I dati sono “affiorati” improvvisamente, in tutta la loro drammaticità: 3,9 milioni di euro di rosso nel bilancio 2007, 13,6 milioni di euro di “buco” pregresso. Dati a sorpresa, sottolineati da una solenne “promessa” del presidente Casagit, Andrea Leone: sono in arrivo tempi grami, di sacrificio per tutti. Senza sacrifici la Casagit fra tre-quattro anni sarà morta.

I dati sono “affiorati” improvvisamente, in tutta la loro drammaticità: 3,9 milioni di euro di rosso nel bilancio 2007, 13,6 milioni di euro di “buco” pregresso. Dati a sorpresa, sottolineati da una solenne “promessa” del presidente Casagit, Andrea Leone: sono in arrivo tempi grami, di sacrificio per tutti. Senza sacrifici la Casagit fra tre-quattro anni sarà morta.

Come, morta la nostra Cassa? Uno dei fiori all’occhiello, dei presidi dei giornalisti italiani. Ma cosa è successo? E, noi soci, dov’eravamo intanto che succedeva il finimondo? Personalmente ho cercato di capire - andando a rileggere i dati messi a disposizione dalla Casagit - dove mi fossi distratta. Ho riletto comunicati e comunicazioni ufficiali e sono stata improvvisamente abbagliata dall’insostenibile vaghezza degli amministratori della Cassa. Di questa “vaghezza”, per la verità, avevano tentato di avvertirci sia Paola D’Amico sia Costantino Muscau, delegati senza potere: ne avevo preso buona nota ma non li ho aiutati a spezzare la rete di “osanna” che avvolgeva i vertici Casagit. Posto d’onore, ovviamente, al Presidente che in una sua nota del 3 novembre (curiosamente diffusa da Autonomia e Solidarietà, la componente di maggioranza di cui è esponente di rilievo) esordisce così: “All’inizio del mio mandato avevo preso l’impegno di arrivare alla fine del quadriennio con un bilancio più chiaro che fosse trasparente e, quindi, certificabile.” L’affermazione lascia a bocca aperta. Ma di quale quadriennio parla il presidente Leone? Perché, almeno ad una prima lettura, la frase sembra voler dire che, al suo insediamento, egli avesse notato una sostanziale e preoccupante mancanza di trasparenza cui porre rimedio. Invece… Ecco chi ha governato la Casagit negli ultimi dieci anni. 5 luglio 1998, presidente è (ancora) Mimmo Ferrara, vicepresidente vicario Andrea Leone 6 luglio 2001, Leone diventa presidente Casagit, vicepresidente vicario è Laura Delli Colli 23 novembre 2005, Leone è confermato presidente per acclamazione (strana acclamazione visto che nel frattempo c’era stato il pasticciaccio delle prime elezioni elettroniche, rinviate a gran richiesta per totale mancanza di segretezza del voto). In questa legislatura Laura Delli Colli è confermata vicepresidente vicario, affiancata da Andrea Camporese, attuale presidente Inpgi. Dunque, Andrea Leone ha un ruolo decisionale da almeno dieci anni. E solo oggi scopre (e con lui ci si augura che l’abbia scoperto l’intero Cda) che, accanto al rosso di bilancio, esiste un buco nero di quasi 14 milioni di euro. Questa voragine sarebbe emersa per un diverso metodo di redazione del bilancio (cassa/competenza) che avrebbe evidenziato forti ritardi nelle richieste di rimborso facendo sì che i risultati dei singoli anni non fossero realistici. In altre parole, scrive Leone, “le riserve accumulate negli anni non erano di fatto avanzi di gestione, ma mancati pagamenti di spese già fatte dai soci e, quindi, da rimborsare”. Attualmente le richieste di rimborso possono essere presentate fino a due anni dopo il prodursi dell’evento. Anzi, dichiara il presidente che, in realtà, Casagit è arrivata a rimborsare pratiche vecchie di cinque anni (quando si dice il rispetto delle regole…). Bene, ora arriva il giro di vite: non più due anni, neppure un anno, neppure sei mesi bensì tre mesi. Sarà interessante capire come faranno gli uffici visto che vige la raccomandazione di raggruppare pratiche fino a raggiungere almeno i 100 euro. E’ chiaro che i soci saranno spinti a presentare anche un solo giustificativo per volta. Bilancio 2007. Il 29 maggio 2008 si svolge l’assemblea nazionale dei delegati. Sul sito Casagit, accanto a una foto del presidente e del tavolo presidenziale, compare un testo nel quale si comunica che l’assemblea ha approvato il bilancio consuntivo 2007 “che ha risentito della stagnazione dei contributi determinata tra l’altro dal mancato rinnovo del contratto collettivo di lavoro dei giornalisti…”. Non una cifra. E solo pochi giorni fa emerge la dura realtà: il bilancio 2007 registra una perdita di ben 3,9 milioni di euro. Quello del 2008 non sarà meglio. Torna la domanda: cosa è successo? Da cosa derivano queste perdite? Sarebbe bene che qualcuno spiegasse chiaramente e senza reticenze la situazione. Il bilancio 2006 si era chiuso con una perdita contenuta in 814mila euro così commentata sul sito Casagit: il “rosso deriva dal mancato rinnovo del contratto nazionale”. Ma, si precisa, “non è un negativo strutturale ed è ampiamente bilanciato dal Fondo di garanzia”. Nel 2004 i conti avevano registrato addirittura un utile di 5 milioni di euro. Fatto anomalo perché un ente come la Casagit non deve accumulare utili ma gestire possibili avanzi in modo da fornire una migliore assistenza ai soci, come enunciato dal presidente della Cassa. Dopo di che l’apocalisse. Obbligazioni Lehman Brothers. 600 mila euro investiti e inghiottiti (speriamo non tutti) dai ripetuti crolli dei mercati finanziari. Ora il problema è sì rappresentato dalla perdita ma, ancor prima, dalla scelta di investire i soldi dei giornalisti italiani sul mercato speculativo. Due quesiti ai quali il vertice Casagit dovrà dare risposta: chi ha deciso di investire sui mercati mondiali? E chi ha scelto (sceglie) il tipo di investimento? Ancora: quanto è costata la sanatoria per i colleghi con contratto Aer-Anti-Corallo? Un contratto che ha sancito il fatto che esistono giornalisti di serie A e di serie B. Un contratto che ha riflessi negativi su Inpgi e Casagit ma al quale Casagit non si è mai opposta. Di risposte ha bisogno la categoria. Molte risposte, rapide e precise. Mariagrazia Molinari Stampa Democratica

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