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Editoria 30 Gen 2008

“L’Unità”: colpo di scena, stop della famiglia Angelucci Editrice Nie diffida gli acquirenti a rispettare gli impegni presi

La notizia arriva a sorpresa: un accordo blindato per acquisire l'Unità e al qualche mancava solo la firma, è saltato, almeno per il momento. Gli Angelucci, già indicati come nuovi proprietari in pectore, alla fine sembrano volersi sfilare. Si chiudono in un silenzio totale e ricevono la diffida dei soci della società Ad srl (quella che controlla la società editrice dell'Unità): o gli Angelucci onorano gli impegni presi, oppure, in caso di mancato rispetto della diffida ad adempiere, i soci si riservano di agire nelle sedi opportune a tutela dei loro diritti.

La notizia arriva a sorpresa: un accordo blindato per acquisire l'Unità e al qualche mancava solo la firma, è saltato, almeno per il momento. Gli Angelucci, già indicati come nuovi proprietari in pectore, alla fine sembrano volersi sfilare. Si chiudono in un silenzio totale e ricevono la diffida dei soci della società Ad srl (quella che controlla la società editrice dell'Unità): o gli Angelucci onorano gli impegni presi, oppure, in caso di mancato rispetto della diffida ad adempiere, i soci si riservano di agire nelle sedi opportune a tutela dei loro diritti.

La vicenda non ha avuto una sviluppo del tutto lineare: l'accordo con la Nie (società editrice dell'Unità), secondo quanto è stato riferito, c'era e la firma di suggello doveva arrivare già a metà dicembre. Così si è giunti ad un primo rinvio, poi a un secondo, quindi a un altro ancora. Marialina Marcucci, presidente della Nie, non più di qualche giorno fa, dava per imminente la firma e oggi invece sembra consumarsi la rottura. Cosa è successo? Le ipotesi in campo sono le più disparate e forse ricollegabili anche alla posizione forte e decisa assunta dalla redazione dello storico giornale fondato da Antonio Gramsci. Posizione che è suonata come un altolà ai possibili nuovi editori: la famiglia Angelucci non sembrava agli occhi dei giornalisti la più adatta a prendere in mano il quotidiano e questo perché loro sono anche editori di Libero, oltre che del Riformista. Il Comitato di redazione auspicava un allargamento ad altri soci, proponeva una Carta dei Valori e dei Diritti e un Comitato dei garanti. In più veniva proclamata una giornata di sciopero al quale seguiva una mobilitazione da parte di quel mondo politico del centrosinistra da sempre vicino al giornale. E proprio mentre la trattativa sembrava stringersi sempre di più faceva la sua apparizione sulla scena Francesco Di Stefano, patron di Europa 7, come nuovo candidato all'acquisizione del giornale. Lui conferma un interesse reale ma allarga le braccia: ''Gli unici che possono decidere sono i proprietari e quindi la Nie''. In serata è la sua presidente Marialina Marcucci a rompere gli indugi e a scrivere una nota che ha il sapore di un ultimatum: ''Il Consiglio di amministrazione di Nuova Iniziativa Editoriale SpA, società editrice dell'Unità, informato degli sviluppi della trattativa volta ad una modifica dell'assetto azionario della propria controllante A.D. Srl, resta in attesa di una decisione finale che si augura molto sollecita''. Nessuna nuova invece dalla redazione che valuta gli eventi in corso e domani probabilmente dirà la sua. Antonio Padellaro non entra nel merito dei fatti, ma osserva: ''Il direttore ha un solo obbligo: quello di fare bene il proprio lavoro insieme alla redazione. È quello che abbiamo sempre fatto e che cerchiamo di fare sempre e in tutte le circostanze''. (ANSA).

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