Alle 12.30 conferenza stampa con Iacopino, Ghirra e tutto il Consiglio toscano, presso la sede dell'Odg Toscana, in Vicolo dei Malespini 1 a Firenze.
Il tema centrale del confronto sarà la vicenda delle agenzie di stampa, la situazione in cui stanno versando numerose realtà toscane, il paradosso di una legge ingiusta, promossa e poi tacitata, l'allarme costante per tutto il settore comunicazione e media.
Firenze - Lunedì 8 novembre alle ore 12.30 presso la sede dell'Ordine dei giornalisti della Toscana il presidente dell'Ordine dei giornalisti italiano, Enzo Iacopino, accompagnato dal segretario Giancarlo Ghirra, incontrano il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Toscana insieme a tutti i consiglieri nazionali eletti in rappresentanza della nostra regione. Il tema centrale del confronto sarà la vicenda delle agenzie di stampa, la situazione in cui stanno versando numerose realtà toscane, il paradosso di una legge ingiusta, promossa e poi tacitata, l'allarme costante per tutto il settore comunicazione e media.
E' di pochi giorni fa infatti la dichiarazione dell'Odg toscano, insieme all'Associazione Stampa, di forme di mobilitazione e la richiesta di un immediato incontro con il presidente del consiglio regionale, Alberto Monaci, e con il presidente della giunta, Enrico Rossi, visto quanto si sta verificando nel panorama toscano.
«Per i giornalisti toscani – avevano ribadito Carlo Bartoli, presidente dell'Ordine dei Giornalisti, e Paolo Ciampi, presidente dell'Ast, rispetto alla sospensione dell'Agenzia di informazione del Consiglio Regionale- sarebbe gravissimo che si tentasse di contrabbandare con ragioni di “razionalizzazione economica” un provvedimento che non ha niente a che vedere con i conti pubblici e pare invece rimandare a concezioni che si sperava superate del lavoro giornalistico nella pubblica amministrazione. Dispiace che nessuna voce si sia levata nel Consiglio anche per difendere quei principi della libertà di informazione che trovano un loro fondamento nel riconoscimento del ruolo di un direttore, i cui diritti e doveri non possono essere assolutamente equiparati a quelle di un dirigente regionale».