2008, anno della memoria. Una prima assemblea pubblica si svolgerà a Palazzo della Provincia, lunedì 7 luglio con inizio alle ore 17. Non sono pochi tra i nostri concittadini quelli che, a cento anni dall’evento, conservano vivo il ricordo del terremoto che, nel giro di pochi secondi, ridusse in cenere Reggio, Messina ed un gran numero di centri anche importanti di vita civile della Calabria meridionale. Per questa e per altre ragioni tutte riconducibili ad un diffuso sentimento popolare, il Sindacato dei Giornalisti della Calabria intende rendersi promotore di una serie di manifestazioni intese a dare un senso alla rievocazione di oggi.
Così, del resto, era avvenuto cinquant’anni fa, anche allora per iniziativa di un sodalizio che riuniva il meglio del giornalismo reggino. All’epoca molti erano, in mezzo a noi, i reggini che avevano patito la tragedia e ne conservavano, viva, la memoria. Non a caso la più struggente testimonianza veniva resa proprio da uno di loro (Gaetano Sardiello, avvocato di gran nome e, nell’immediato dopoguerra, deputato all’Assemblea Costituente) nel corso di una grande manifestazione pubblica tenutasi al Teatro Cilea. Nell’occasione, non ci fu in Città ente o categoria produttiva o professionale, o sindacato o espressione importante della cultura locale che non abbia rivendicato per se un qualche ruolo nella organizzazione delle giornate del cinquantenario. Così avverrà – c’è da augurarselo – anche quest’anno, ancora una volta per l’iniziativa dei giornalisti, quindi del loro sindacato, alla cui guida è chiamato un cittadino di Reggio – Carlo Parisi –, che è attento agli interessi della categoria, ma capace di cogliere, per qualità personali sue proprie, il senso della storia, quindi del tempo e dei luoghi. Difficile immaginare che quella a cui si pensa di por mano possa essere la manifestazione di un giorno. Più giusto, dedicarvi gli ultimi mesi di questo 2008 sino alla data fatale del 28 dicembre: doveroso tributo al prodigarsi di intere generazioni di reggini impegnati – braccia, menti, cuori – nell’opera immane della ricostruzione. Un contributo importante potrà essere offerto dalla Biblioteca Civica, dall’Archivio di Stato, dalle emeroteche di Napoli, di Roma e di Firenze, dal Ministero della Difesa ed, in primo luogo, dalla locale Facoltà di Architettura. Negli archivi della Facoltà dovrebbe trovarsi ancora oggi gran parte del materiale raccolto e poi esposto in una memorabile mostra sull’opera di Gino Zani testimoniata da ciò che resta dello splendido liberty post terremoto: sul Lungomare, in Via Miraglia, sulla Via Aschenez. Del tutto impossibile, peraltro, ignorare il complesso delle iniziative promosse dal Comitato costituito a Milano all’indomani della catastrofe per volontà della parte più sensibile della aristocrazia lombarda, con in testa, Umberto Zanotti Bianco tra i primi senatori a vita nel Parlamento repubblicano. E’ appena il caso di ricordare che, spinto dallo stesso sentimento, giungeva a Reggio, per spendervi le migliori energie e le risorse del suo talento, Alfonso Frangipane, catanzarese di nascita, reggino di elezione. Va sottratta poi all’oltraggio di un immeritato oblio, la generosa, fattiva presenza nella città piegata dalla sventura di associazioni private ed enti governativi di vari Paesi stranieri: Norvegia, Svizzera, Stati Uniti d’America (di questi ultimi resta il nome dato alla Via Georgia: scomparse invece le Vie Columbia, Brooklyn e Bell Kap Nap; rimane ben poco dei villini svizzeri; cancellato persino il ricordo dei villini norvegesi). Non sarebbe male che nel lavoro di riordinamento della toponomastica cittadina si trovasse il modo di riportare alla memoria dei vivi pagine di storia ormai pressoché dimenticate. E tutto questo come tributo di gratitudine verso i molti che, nell’ora più buia, non si sono persi d’animo ed hanno bene operato. Oggi, grazie alle risorse offerte dalla tecnica, Reggio è in grado di salvaguardare, più che in passato, il patrimonio edilizio con fatica ricostituito nel corso del secolo appena trascorso e, con esso, le ingenti risorse umane rappresentate da uomini e donne che hanno fatto di questa Città il luogo dei loro interessi ed anche dei loro affetti. Al riguardo, la scienza ha ancora molto da dire: da qui la necessità di chiamare a raccolta quanti dedicano alla materia severi studi e ricerche. Un qualche approccio con la Facoltà di Scienze della Terra dell’Università della Calabria potrebbe riuscire di grande utilità e, nel contempo, di sicuro interesse per il grande pubblico italiano (e non solo italiano). Antonio La Tella Coordinatore delle iniziative a ricordo del terremoto del 1908