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Unione Europea 02 Apr 2014

Lista nera di media russi critici su Crimea

Un sito internet filo-Cremlino ha redatto una lista dei media più "anti-russi", che fa temere l'avvio di misure restrittive da parte delle autorità nei confronti delle stesse testate, nell'ambito del giro di vite sull'informazione lanciato a seguito della crisi ucraina. Politonline.ru - parte della holding che possiede Pravda.ru - ha creato un sistema speciale con il quale monitora i contenuti di siti e giornali che parlano in senso critico o negativo della politica russa sulla Crimea.

Un sito internet filo-Cremlino ha redatto una lista dei media più "anti-russi", che fa temere l'avvio di misure restrittive da parte delle autorità nei confronti delle stesse testate, nell'ambito del giro di vite sull'informazione lanciato a seguito della crisi ucraina. Politonline.ru - parte della holding che possiede Pravda.ru - ha creato un sistema speciale con il quale monitora i contenuti di siti e giornali che parlano in senso critico o negativo della politica russa sulla Crimea.

Il sistema - ha spiegato Radio Free Europe - è programmato per segnalare termini come "annessione" "Anschluss" e "omini verdi" (come sono stati soprannominati i militari senza mostrine apparsi nella penisola ucraina, prima dell'annessione a Mosca). Il risultato è un elenco dei 20 media meno patriottici, basato sull'analisi delle notizie del mese di marzo. Tra i primi tre: Radio Eco di Mosca, la tv indipendente Dozhd e il giornale Novaya Gazeta, dove lavorava la reporter Anna Politkovskaya, uccisa nel 2006. Nella black list anche prestigiosi quotidiani come Kommersant e Vedomosti, la versione russa di Forbes e il servizio "Nuova regione" dell'agenzia statale Ria Novosti, che tratta in modo approfondito dell'Ucraina.
Il fatto che la lista sia stata ripubblicata su Facebook da uno dei consiglieri politici russi più conservatori, il nazionalista Aleksandr Dugin, ha sollevato non poche preoccupazioni. Dugin - ritenuto dai media occidentali "la mente di Putin" - ha postato l'elenco scrivendo: "Questo è l'ordine in cui le pubblicazioni più spregevoli in Russia verranno chiuse o bloccate".
Da mesi attivisti per i diritti umani e giornalisti indipendenti hanno lanciato l'allarme censura. L'anno scorso, l'agenzia di stampa statale Ria Novosti è stata chiusa e rifondata con l'obiettivo di "rifondare l'immagine della Russia"; Dozhd è stata oscurata dai canali via cavo, dopo aver indetto un sondaggio in cui si avanzavano dubbi sulla validità della strategia sovietica durante l'assedio nazista di Leningrado; Andrey Zubov, professore alla prestigiosa Università delle relazioni internazionali di Mosca, è stato licenziato per aver paragonato, sul giornale Vedomosti, la Russia alla Germania degli anni '30; la direttrice del sito di informazione Lenta.ru - anche questo presente nella blacklist - è stata licenziata dopo aver pubblicato un'intervista a un attivista del gruppo di estrema destra ucraino Pravi Sektor. (MOSCA, 2 APRILE - AGI)

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