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Fnsi 01 Apr 2005

L´IFJ rinnova il suo appoggio alla battaglia per la protezione delle fonti giornalistiche

L´IFJ rinnova il suo appoggio alla battaglia per la protezione delle fonti giornalistiche

L´IFJ rinnova il suo appoggio alla battaglia per la protezione delle fonti giornalistiche

L´International Federation of Journalists (IFJ) si è unita ad un ex reporter investigativo di Bruxelles nella sua battaglia legale alla Corte Europea, cominciata in seguito ad un´irruzione della polizia nella sua casa e nel suo ufficio, durante la quale le autorità si sono appropriate di informazioni riguardo alle sue attività e alle sue fonti, violando le regole del segreto professionale. L´IFJ ha presentato una dichiarazione ufficiale alla Corte di Prima Istanza dell´Unione Europea attraverso il suoi rappresentanti legali Andreas Bartosh e Thomas M. Grupp dello studio legale Haver & Mailander (Bruxelles-Stoccarda). "Questa lunga battaglia simboleggia ormai la lotta per uno dei principi cardine del giornalismo - la protezione delle fonti - contro il potere delle burocrazie politiche," ha detto Aidan Withe, Segretario Generale dell´IFJ. Il caso riguarda il giornalista tedesco Hans-Martin Tillak, che è stato preso di mira dall´Ufficio Europeo Anti-Frode (OLAF) in seguito ai suoi articoli, di tre anni fa, sulle presunte irregolarità commesse dal funzionario della Commissione Paul Van Buitenen - ora membro del Parlamento Europeo - e su come l´OLAF stava investigando su questi reclami. L´OLAF ha insinuato che Tillak avesse corrotto un funzionario dell´Unione Europea per ottenere le informazioni e ha fatto reclamo presso le autorità tedesche e belghe, le quali hanno autorizzato la perquisizione durante la quale sono stati sottratti al giornalista numerosi documenti. "Per tre anni questo giornalista è stato perseguitato semplicemente per aver infastidito i funzionari con i suoi articoli che dovrebbero essere ritenuti di legittimo e pubblico interesse," ha detto Aidan Withe, che è anche Segretario Generale della European Federation of Journalists (EFJ) che si batte affinché le accuse nei confronti di Tillak decadano. "I reclami non dovrebbero mai essere stati presentati, la perquisizione non sarebbe mai dovuta essere autorizzata e la legge in virtù della quale queste cose sono accadute ora è stata cambiata. E´ arrivato il momento di fare giustizia in questa faccenda". L´IFJ supporta l´appello di Tillak per annullare la decisione dell´OLAF di inoltrare i reclami, nel febbraio dell´anno scorso, alle autorità tedesche e belghe. Col sostegno dell´IFJ, Tillak aveva già cercato delle misure temporanee prima del Presidente della Corte di Prima Istanza, ma la domanda era stata annullata e gli era stato detto di riparare prima della Corte Belga. Nello stesso tempo, è stato fatto un appello al Presidente della Corte di Giustizia. E´ stata attesa una decisione. Nel frattempo, Tillak ha trovato delle notizie migliori seguendo una raccomandazione dell´ Ombudsman Europeo, pubblicata il 2 febbraio, che accusava l´OLAF di mostrare informazioni sbagliate o sviate nel corso di una vecchia indagine svolta da Tillak. In un rapporto del Parlamento Europeo, il 9 marzo, ha fatto notare che era intenzione del legislatore offrire a persone coinvolte una protezione affidabile già durante il periodo dell´indagine. Successivamente l´Ombudsman ha accolto positivamente la notizia che il Parlamento belga stava presentando un nuovo disegno di legge che avrebbe proibito, in futuro, perquisizioni come quella vvenuta in casa di Tillak. La legge è stata formalmente adottata dal Parlamento belga il 17 marzo. "La protezione delle fonti giornalistiche è uno dei pilastri della libertà d´informazione e non deve essere messa in pericolo da decisoni europee o nazionali che sembrano non prestare attenzione alla necessità di una protezione giudiziaria effettiva," ha detto Withe. "Questo caso è vitale perché riguarda l´appoggio ai giornalisti nella lotta per una copertura legale quando indagano seriamente e professionalmente sulle autorità - anche quelle più potenti d´Europa". (Traduzione di Chiara Rea per Informazione Senza Frontiere)

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