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Fnsi 14 Gen 2003

L'Ifj condanna l'agguato contro un giornalista in Pakistan

L'Ifj condanna l'agguato contro un giornalista in Pakistan

L'Ifj condanna l'agguato contro un giornalista in Pakistan

L'International Federation of Journalists (IFJ), nella persona del suo Presidente Cristopher Warren, ha inviato una lettera di protesta al presidente del Pakistan, General Pervez Musharraf, esprimendo la propria preoccupazione per il recente violento attacco ai danni del giornalista pakistano Muhammad Rashid Qamar, verificatosi a Faisalabad il 26 dicembre 2002. Secondo le fonti dell'IFJ, un gruppo di uomini armati ha rapito Qamar, reporter che collabora con il quotidiano locale Daily Pakistan; l'uomo è stato colpito sei volte e lasciato a morire in un'area deserta a Jhang Road. Qamar si trova tuttora all'ospedale in condizioni critiche. Questo è stato il secondo caso di attacchi ai giornalisti a Fasailabad. Shashid Soomro, un giornalista del quotidiano Kawish, fu ucciso il 20 ottobre 2002. Secondo le informazioni dell'IFJ, Soomro fu colpito fuori da casa sua mentre cercava di resistere al tentativo di rapimento da parte di cinque uomini armati. L'uomo morì durante il tragitto verso l'ospedale a causa delle lesioni riportate. Si ritiene che l'assassinio del giornalista sia stato una forma di vendetta a causa della sua attività di informazione sulla campagna elettorale recentemente conclusa. Fino a questo momento, nessuno è stato arrestato per questo omicidio. L'IFJ si rivolge quindi alle autorità chiedendo provvedimenti per garantire la sicurezza degli operatori dei media nel paese; l'organizzazione è profondamente preoccupata per quello che appare un vero e proprio disegno di attacchi intimidatori a danno dei giornalisti, e chiede alle autorità di supportare una completa indagine sull'agguato a Muhammad Rashid Qamar e sull'assassinio di Shashid Soomro, al fine di consegnare i loro assalitori alla giustizia. Gli attacchi ai giornalisti e ai media sono uno dei modi peggiori di colpire la libertà di stampa e la società civile. Commenta Warren: "Non c'è forma di censura più grave della violenza". Fonte: Informazione senza Frontiere Traduzione: Sara Mannocci

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