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Editoria 19 Dic 2010

"Libero": nuova scommessa di Feltri e Belpietro. Martedì 21 la firma, ai due giornalisti il 20 per cento del capitale

Rieccoli di nuovo assieme i due direttori più in vista del centrodestra italiano. E questavolta non solo in redazione, ma anche nella stanza dei bottoni. Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro diventano editori di 'Libero' con un accordo raggiunto nei giorni scorsi e oraufficializzato: i due giornalisti, ai quali andrà il 20% della società editoriale attualmente detenuta al 100% dalla Fondazione San Raffaele, grazie ad un patto parasociale sarannoeditori incaricati ed avranno la responsabilità piena della conduzione del quotidiano

Rieccoli di nuovo assieme i due direttori più in vista del centrodestra italiano. E questa
volta non solo in redazione, ma anche nella stanza dei bottoni. Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro diventano editori di 'Libero' con un accordo raggiunto nei giorni scorsi e ora
ufficializzato: i due giornalisti, ai quali andrà il 20% della società editoriale attualmente detenuta al 100% dalla Fondazione San Raffaele, grazie ad un patto parasociale saranno
editori incaricati ed avranno la responsabilità piena della conduzione del quotidiano

Giornalisti, editori, ma soprattutto padroni in casa loro. "Chi avrà qualcosa da dire dovrà venire da noi - spiega Feltri - E questa è un'assoluta novità nel panorama italiano". La firma è attesa per martedì prossimo, mentre il giorno dopo ci sarà la presentazione. "La proposta è arrivata parlando con gli Angelucci - aggiunge il direttore editoriale del Giornale -. Io sono sempre stato amico di Maurizio, e la cosa si è concretizzata in breve tempo". Belpietro resterà direttore, mentre Feltri sarà editore e tornerà a scrivere quando finirà la sospensione decisa dall'ordine per il caso Boffo.
Due carriere intrecciate quelle di Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro. Bergamasco e del '43 il primo. Bresciano e del '58, il secondo. Si conoscono nella redazione di 'Bergamo oggi'
all'inizio degli anni '80. Poi Feltri diventa direttore dell'Europeo e chiama Belpietro alla sua corte. Sono ancora insieme all'Indipendente e al Giornale, prima della separazione quando Feltri passa al Quotidiano Nazionale. Poi nel 2000 fonda Libero.
"Ero editore anche allora - spiega Feltri - ma non avevo la liquidità necessaria per mantenere un giornale. Questa volta sarà diverso". Il quotidiano in pochi anni passa da una tiratura di 70.000 copie a 220.000. Ottiene i contributi statali grazie all'incorporazione di un foglio monarchico, poi diviene proprietà di una fondazione per continuare a percepire i finanziamenti. Feltri lascia Libero il 30 luglio 2009, per passare a il Giornale. Alla direzione arriva Belpietro.
"Nell'ultimo periodo abbiamo dovuto abbattere i costi, ma ora il bilancio è buono, le uniche difficoltà sono legate alla mancata erogazione dei contributi", spiega Belpietro che comunque spera nel contributo di quei lettori che Feltri dovrebbe portare in dote. "Portar via copie a Sallusti non sarà facile, e poi speriamo che la gente non si stanchi di vedermi fare avanti e indietro", aggiunge Feltri.
Il nuovo 'Libero' sarà un foglio snello, ricco di esclusive e, non da ultimo, rivolto a Internet, un settore sul quale sono previsti investimenti. E sarà ovviamente schierato. "Non cambiamo testa, questo è ovvio, ma ce ne sarà per tutti, centrodestra e centrosinistra", assicurano in coro i due direttori. (ANSA)

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