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Ordine 12 Lug 2009

L'ex direttore della Nazione, Francesco Carrassi, sospeso per un anno dall'Ordine della Toscana Carrassi replica: "Un'esecuzione sommaria"

Il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Toscana ha condannato, con decisione unanime, Franco (Francesco) Carrassi, ex direttore della Nazione, alla sanzione di 12 mesi di sospensione dall'esercizio della professione. Il procedimento era stato aperto lo scorso 26 febbraio, dopo la pubblicazione sulla stampa di brani di intercettazioni telefoniche della Procura fiorentina che sta indagando sulla trasformazione urbanistica dell'area di Castello, di proprieta' Fondiaria-Sai

Il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Toscana ha condannato, con decisione unanime, Franco (Francesco) Carrassi, ex direttore della Nazione, alla sanzione di 12 mesi di sospensione dall'esercizio della professione. Il procedimento era stato aperto lo scorso 26 febbraio, dopo la pubblicazione sulla stampa di brani di intercettazioni telefoniche della Procura fiorentina che sta indagando sulla trasformazione urbanistica dell'area di Castello, di proprieta' Fondiaria-Sai

Carrassi era accusato ''nella sua qualita' di direttore del quotidiano 'La Nazione', di avere violato i doveri di cui all'art. 2 della legge n. 69/1963, cosi' come individuati dalla 'Carta dei doveri del giornalista' dell'8 luglio 1993, condizionando la propria attivita' direzionale e la funzione giornalistica agli interessi personali e a quelli del gruppo imprenditoriale con il
quale era in contatto (Sai-Fondiaria).
Carrassi aveva redatto e pubblicato un editoriale ispirato ai voleri e agli interessi del predetto gruppo e aveva dimostrato disponibilita' ad assecondare gli interessi di quest'ultimo, ottenendo in cambio il beneficio di un soggiorno vacanza in un villaggio turistico della Sardegna o la promessa di un soggiorno vacanza dello stesso tipo per la stagione a venire. Aveva poi sollecitato un esponente del gruppo a far si' che al piu' presto gli venisse dato l'incarico di direttore delle relazioni esterne del gruppo imprenditoriale medesimo. Questi atteggiamenti secondo l' accusa, compromettono il rapporto
fiduciario tra il giornale e i lettori, il prestigio e la credibilita' del quotidiano La Nazione, quella, piu' in generale, della stampa nonche' la dirittura professionale dei giornalisti de La Nazione''.
Nelle motivazioni della delibera, depositate in questi giorni, si legge che ''non c' e' telefonata in cui il direttore non chieda a che punto e' la pratica sulle sue aspirazioni personali''. ''Emerge chiaramente - secondo il Consiglio dell'Ordine - che Carrassi, nella qualita' di direttore de La Nazione, si e' posto al servizio non del giornale e dei lettori ma alla merce' degli interessi di un privato per un tornaconto anche proprio e personale'', attuando ''un vero e proprio tradimento della funzione piu' caratteristica della professione giornalistica e delle elevate, connaturate e irrinunciabili finalita' della stessa''.
La delibera ricorda che la Carta dei doveri del giornalista sottolinea che ''la responsabilita' del giornalista verso i cittadini prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra'', che ''il giornalista accetta indicazioni e direttive soltanto dalle gerarchie redazionali della sua testata'' e ''rifiuta pagamenti, rimborsi spese, elargizioni, vacanze gratuite, trasferte, inviti a viaggi, regali, facilitazioni o prebende, da privati o enti pubblici, che possano condizionare il suo lavoro e l'attivita' redazionale o ledere la sua credibilita' e dignita' professionale''. (ANSA)

''Leggo sulle agenzie di stampa la notizia relativa alla mia sospensione per 12 mesi dall' albo dei giornalisti a causa di un episodio relativo ad una vicenda assolutamente insignificante''. Cosi' l' ex direttore della Nazione, Francesco Carrassi commenta il provvedimento disciplinare emesso a suo carico dall' Ordine dei giornalisti della Toscana.
''L' Ordine della Toscana ha provveduto alla mia esecuzione sommaria senza, per altro, rispettare le stesse norme interne al procedimento disciplinare che vietano la diffusione della decisione sino al giudicato finale. Altri iscritti all' Ordine, in occasioni analoghe hanno commentato provvedimenti di questa natura con il piu' classico 'chi se ne frega'. Poiche', pero', questo non e' il mio stile ne' la mia intenzione, annuncio sin d'ora che ho dato mandato al mio legale, avvocato Giuseppe Benedetto, di proporre ricorso al Consiglio nazionale dell' ordine dei giornalisti per porre riparo a quello che considero un'infamia, oltre che un obbrobrio per il diritto e per la stessa deontologia professionale. Ribadisco la mia totale estraneita' ai fatti contestati per i quali gli unici procedimenti penali che mi riguardano sono quelli che mi vedono parte lesa''. (ANSA)

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