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Governo 28 Nov 2006

Lettera aperta al presidente del Consiglio, Romano Prodi, del Coordinamento dei Cdr del Gruppo Espresso-Repubblica-Finegil-Ellemedia: "Faccia sentire la sua voce con gli editori, il contratto è un diritto sancito dalla Costituzione"

Cosi' i giornalisti del Gruppo l'Espresso - La Repubblica - Finegil - Elemedia, scrivono al premier in una lettera aperta, chiedendogli di intervenire nella complessa vicenda del rinnovo del contratto dei giornalisti.

Cosi' i giornalisti del Gruppo l'Espresso - La Repubblica - Finegil - Elemedia, scrivono al premier in una lettera aperta, chiedendogli di intervenire nella complessa vicenda del rinnovo del contratto dei giornalisti.

(ANSA - ROMA, 28 novembre) Egregio Presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi, faccia sentire la sua voce agli editori richiamandoli al rispetto delle regole. Cosi' i giornalisti del Gruppo l'Espresso - La Repubblica - Finegil - Elemedia, scrivono al premier in una lettera aperta, chiedendogli di intervenire nella complessa vicenda del rinnovo del contratto dei giornalisti. ''I giornalisti italiani - scrivono - attendono da piu' di 640 giorni il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. L'aspettativa di chiudere una vertenza dalla quale dipende il proprio futuro professionale ed economico, ma anche quello di 22mila precari, e' frustrata dall'atteggiamento degli editori che non accettano neppure di sedersi al tavolo con la Federazione nazionale della Stampa per avviare una discussione senza pregiudiziali. La Fieg ha opposto un rifiuto anche al recente invito del ministro del Lavoro Cesare Damiano e del sottosegretario all'editoria Riccardo Franco Levi. Gli oltre duemila giornalisti e collaboratori del Gruppo l'Espresso - La Repubblica - Finegil -Elemedia si rivolgono a Lei dopo cinque giorni di sciopero delle firme perche' ritengono sia arrivato il momento di un Suo richiamo al rispetto delle regole. Il contratto collettivo, come ha ricordato autorevolmente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e' un diritto sancito dalla Costituzione che tra i suoi principi fondanti vede quelli della liberta' di espressione, della liberta' di stampa e di una giusta retribuzione per tutti i lavoratori''. ''Al di la' delle specifiche richieste delle parti in causa - continuano - e' assolutamente intollerabile che in uno Stato di diritto un soggetto contrattuale possa sottrarsi per tanto tempo e senza plausibili motivazioni alla legittima richiesta della controparte di discutere insieme le regole della vita professionale e di relazione. Diritti e doveri che i giornalisti italiani sono sempre pronti a discutere, nonostante l'incomprensibile atteggiamento di chiusura dei loro editori. I giornalisti non sono disposti a scendere a compromessi sui diritti dei meno garantiti fra loro e considerano assolutamente inaccettabile il progetto della Fieg di introdurre una flessibilita' selvaggia nei luoghi di lavoro''. ''Presidente Prodi, certi che lei in tutti questi giorni e' stato un attento osservatore della nostra vertenza, Le chiediamo di far sentire la Sua voce con gli editori - concludono i giornalisti del Gruppo Espresso-La Repubblica-Finegil-Elemedia - a favore dei quali anche in questa Finanziaria sono stati stanziati ingenti fondi per sostenerne l'attivita' di pubblico interesse. I giornalisti sono protagonisti dell'informazione e non vogliono, non possono, accettare di diventare solo comparse sulla scena''.

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