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Editoria 13 Nov 2007

Lelio Grassucci (Mediacoop): “La riforma è urgente” Ricardo Franco Levi: “Il ddl è migliorabile” Gabriele Polo (il Manifesto): “Non mi aspettavo tagli da un governo di sinistra”

Si avvii al più presto l'iter del ddl di riforma dell'editoria in Parlamento e, in Finanziaria, si trovino le risorse necessarie per garantire l'erogazione dei contributi nel 2008 e negli anni successivi: sono le richieste di Mediacoop, l'associazione delle cooperative editoriali e della comunicazione, riunita oggi a Roma per l'assemblea nazionale alla quale ha partecipato Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega sul settore, che ha ribadito che il ddl, frutto di un lungo lavoro di consultazione con le parti, è ''migliorabile''.

Si avvii al più presto l'iter del ddl di riforma dell'editoria in Parlamento e, in Finanziaria, si trovino le risorse necessarie per garantire l'erogazione dei contributi nel 2008 e negli anni successivi: sono le richieste di Mediacoop, l'associazione delle cooperative editoriali e della comunicazione, riunita oggi a Roma per l'assemblea nazionale alla quale ha partecipato Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega sul settore, che ha ribadito che il ddl, frutto di un lungo lavoro di consultazione con le parti, è ''migliorabile''.

''La riforma è urgente'', ha esordito Lelio Grassucci, presidente di Mediacoop, che ''non si è mai opposta all'introduzione di misure che stabilizzassero la cifra dei contributi o eliminassero gli abusi'', ma è anche ''stufa di correre ogni anno dietro alla Finanziaria o a provvedimenti su altre materie nei quali si introducono surrettiziamente tagli all'editoria''. Le risorse sono ''una questione impellente: all'appello mancano 48 milioni per coprire il fabbisogno 2006 e servono 80 milioni per il 2008, 120 per il 2009 e altrettanti per il 2010''. Tre richieste di Mediacoop sono state inserite nel ddl: la conferma dei contributi come diritto soggettivo, l'adozione delle stesse regole per tutte le cooperative, il limite di sconto per le vendite in blocco del 50% del prezzo di copertina. Le altre saranno riproposte sotto forma di emendamenti: tra queste, sopprimere il divieto del 'panino' (l'abbinamento di testate locali e nazionali), superare il criterio del credito di imposta (nel ddl alternativo al sistema delle agevolazioni postali), raccordare il provvedimento con i due disegni di legge Gentiloni garantendo che la pubblicità 'liberata' dal tetto del 45% previsto nella riforma del sistema tv venga finisca effettivamente alla stampa. ''Facciamo in fretta questa riforma, perché siamo in situazioni di gravi difficoltà economiche'', è stato il grido d'allarme del direttore de Il manifesto, Gabriele Polo. ''Da un governo di centrosinistra - ha aggiunto - mi sarei aspettato un aumento dei contributi, non un taglio''. A Levi, 'padre' della riforma, il compito di ribadire che il ddl attende a giorni la calendarizzazione in commissione Cultura alla Camera: ''Confido che il confronto parlamentare sarà l'occasione per appianare il maggior numero possibile di punti di contrasto per consentire alle imprese di guardare avanti, potendo contare su risorse certe''. Sui tagli lamentati da Polo, ha replicato che il governo ''non sta tagliando: stiamo facendo una grande operazione per dare sicurezza al settore''. Levi dubita, tuttavia, che ''si possa fissare per legge l'obbligo per le imprese pubblicitarie di destinare alla stampa gli investimenti che eventualmente vengano sottratti alle tv'' e che ''sia opportuno legare in modo formale il cammino del ddl con i provvedimenti firmati da Gentiloni: non vorrei che questo ritardasse, anziché accelerare, i tempi parlamentari''. (ANSA)

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