Legge Gasparri, Serventi Longhi: "Grave squilibrio di pubblicità, è una presa in giro delle indicazioni di Ciampi". Siddi: "Concentra le risorse in poche mani". Il ministro: "Solo vantaggi per i giornalisti". Il segretario Fnsi: "Gasparri conosce la verità, la sua dovrebbe chiamarsi legge Berlusconi"
''La legge Gasparri aggrava la situazione, che diventa particolarmente difficile nel settore delle televisioni. Lo squilibrio della pubblicita', ed i problemi che vive in questi giorni la Rai, cioe' il servizio pubblico, e' grave''. Cosi' il segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, ha commentato gli effetti della legge Gasparri dopo l'approvazione. Secondo Serventi Longhi ''l'intervento pesante del governo sulla tv pubblica e' rafforzato dal conflitto di interessi del premier'' e con l'approvazione della legge ''c'e' stata una presa in giro assoluta delle indicazioni del Capo dello Stato aveva indicato''. ''Faccio un esempio per tutti - ha proseguito - cioe' riguardo all' indicazione di rendere la legge piu' pluralista attraverso una verifica, un controllo del Sic, il Sistema integrato della comunicazione e quindi della percentuale pubblicitaria di limite antitrust previsto''. Rispetto a tutto questo il segretario della Fnsi ha fatto notare che ''hanno tagliato alcune voci del paniere ed hanno consentito a societa' operative, e non alle capogruppo, di operare nell'ambito dei limiti previsti''. ''Ma cio' - ha proseguito Serventi Longhi - consente a societa' controllate dalla Fininvest, come Mediaset, Medusa cinematografica e Mondadori di espandersi in maniera indefinita''. ''Poi, se lo faranno o meno e' tutto da vedere, ma il problema e' che in questo modo, con un rafforzamento della fetta di torta pubblicitaria che Publitalia incamera, le risorse a disposizione degli altri soggetti si riducono sempre di piu''', ha chiosato il segretario del sindacato dei giornalisti. ''Cio' e' un problema per la liberta' d'informazione - ha detto Serventi - Se le risorse entrano per il 40% nelle tasche di un solo soggetto, un altro 30-35% nelle tasche di un altro soggetto, ovvero la Rai, peraltro debole, e poi queste risorse aumentano per questi soggetti, ne discende che diminuiscono per tutti gli altri''. ''Se cio' avviene - ha concluso - puo' essere che qualche altro chiuda e qualche altro non nasca. E sia nel settore dell'emittenza locale e della carta stampata avere meno giornale significa avere meno testate, meno voci, significa avere meno pluralita' di opinioni. Quindi il cittadino avra' un ventaglio di scelta sempre piu' limitato''. (ANSA). ''La legge Gasparri e' piu' di un lacciolo e piu' di un problema: e' una legge sostanzialmente illiberale che concentra risorse e poteri in pochissime mani, e fin che resta questo quadro politico e' aggravata dall'enorme e non rimosso conflitto di interessi del premier''. Lo ha detto a Firenze, intervenendo ad un convegno sulla liberta' d'informazione, Franco Siddi presidente della Fnsi, aggiungendo che ''non c'e' dubbio che la questione delle risorse sia la questione centrale''. ''Anche i giornalisti sono destinati ad essere meno liberi'' ha aggiunto e ''c'e' il rischio di vedere l'informazione piu' povera in termini di qualita' e quantita'. Ma direi anche in termini di quantita' e qualita' di posti di lavoro''. Sul digitale, Siddi si e' espresso dicendo di ''non credere che la tecnologia risolva la questione del pluralismo da sola. Questa viene risolta insieme all'intervento delle intelligenze. Ma se si crea una situazione in cui non e' possibile essere scomodi, il pluralismo viene a deperire''. (ANSA). ''L' unica presa in giro che ravviso alla verita' dei fatti e' quella di Paolo Serventi Longhi'': e' la replica del il Ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, alla tesi sostenuta dal segretario generale della Fnsi secondo cui ''la legge Gasparri aggrava la situazione, che diventa particolarmente difficile nel settore delle televisioni'' e ravvisa una ''presa in giro'' dei rilievi fatti dal presidente Ciampi. ''E' molto strano - prosegue il ministro - che il capo del sindacato dei giornalisti faccia il tifo per la distruzione e la chiusura di aziende invece di gioire al fatto che i principali gruppi, grazie alla nuova legge, non subiranno alcun danno di dimensionamento. Altre aziende potranno sorgere con l'introduzione di nuove tecnologie che moltiplicheranno nel corso degli anni l'offerta multimediale a beneficio anche di tanti giornalisti che, invece di diventare disoccupati, come auspica di fatto Paolo Serventi Longhi, troveranno nuove occasioni di lavoro e di valorizzazioni''. ''Sarebbe quasi inutile conclude il ministro - ribattere ad affermazioni cosi' ridicole. Pero' replicare a palesi menzogne e' addirittura un dovere''. (ANSA). ''La verita' e' che il ministro Gasparri sa bene come stanno le cose. Gli insulti lasciano il tempo che trovano''. E' la replica del segretario Fnsi Paolo Serventi Longhi alle affermazioni del ministro delle Comunicazioni. ''La verita' e' che - afferma Serventi Longhi - la legge che porta il suo nome rafforza la posizione dominante di Mediaset, una azienda che rastrella sul mercato risorse per migliaia e migliaia di miliardi e con la legge potra' aumentare la propria fetta di pubblicita'. La verita', aggiunge il segretario Fnsi, ''e' che a rischio non sono i posti di lavoro a Mediaset, ma quelli di decine di aziende della carta stampata e dell'emittenza radiotelevisiva che difficilmente potranno sostenere una concorrenza cosi' forte''. La verita', aggiunge Serventi, ''e' che in Rai l'unica cosa che si rafforzera' sara' il controllo governativo''. ''La verita' - sostiene il segretario del sindacato dei giornalisti - e' che la legge, che porta il nome del Ministro, non contiene misure che favoriscono nuove iniziative giornalistiche, anche perche' il passaggio al digitale terrestre e' oggi una chimera e rappresenta, questa si', una presa in giro di chi vuol far credere che nei prossimi mesi vi sara' piu' pluralismo''. La verita' ''e' che - conclude Serventi Longhi - la legge Gasparri dovrebbe chiamarsi, piu' propriamente, legge Berlusconi''. (ANSA).