Venerdì 26 febbraio la sala “Tobagi” della Fnsi ospita l’incontro “Azerbaigian: la repressione invisibile”, organizzato insieme ad Amnesty International Italia. Alla manifestazione saranno presenti Dinara Yunus, figlia di due dei più famosi dissidenti del Paese, il presidente Giulietti, Elena Gerebizza (dell’associazione Re:Common), Simone Zoppellaro (giornalista dell’Osservatorio Balcani e Caucaso) e Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia. Appuntamento in corso Vittorio Emanuele II, 349, a Roma, a partire dalle 17.
Venerdì 26 febbraio a Roma, presso la sede della Federazione
Nazionale Stampa Italiana (corso Vittorio Emanuele II 349, dalle 17 alle 19),
si svolgerà l’incontro “Azerbaigian: la repressione invisibile”, con la
testimonianza di Dinara Yunus, figlia di due dei più famosi dissidenti del Paese,
Leyla e Arif Yunus, entrambi scarcerati per motivi di salute.
All’incontro prenderanno anche parte Giuseppe Giulietti (presidente della
Federazione Nazionale Stampa Italiana), Elena Gerebizza (Energy campaigner
dell’associazione Re: Common), Simone Zoppellaro (giornalista dell’Osservatorio
Balcani e Caucaso) e Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International
Italia).
«Amnesty International – scrive il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury
– da tempo è preoccupata per il mancato rispetto delle autorità azere del loro
obbligo internazionale di proteggere i diritti di libertà di espressione,
associazione e riunione. Le voci di dissenso nel paese sono spesso oggetto di
accuse penali inventate, aggressioni fisiche, molestie, ricatti e altre
rappresaglie da parte delle autorità e dei gruppi ad esse associati. Le forze
dell'ordine utilizzano regolarmente ed impunemente la tortura e altri
maltrattamenti contro gli attivisti della società civile detenuti».
Sono almeno 18 le persone in Azerbaigian che Amnesty International riconosce
come “prigionieri di coscienza”, in carcere solo per aver pacificamente
esercitato i loro diritti alla libertà di espressione.