L’assemblea dei giornalisti dell’ufficio stampa del Consiglio regionale del Lazio richiede ai vertici politici e amministrativi dell’ente la risoluzione di una serie di questioni non più rinviabili. «Ultimo atto di una storia infinita – spiegano i giornalisti in una nota – è l’ulteriore discriminazione derivante dall’applicazione del contratto giornalistico ai soli colleghi dei gruppi consiliari introdotta dalla recente norma approvata con la legge di stabilità regionale che riconosce giustamente il contratto di lavoro giornalistico ai colleghi, ma aumenta in maniera del tutto immotivata il budget per il personale in forza ai gruppi».
Mentre, di contro, appare incomprensibile la decisione di non applicare il contratto di categoria anche ai giornalisti che, entrati con regolare concorso pubblico, lavorano da nove anni nell’ufficio stampa istituzionale del Consiglio regionale del Lazio.
Tutto ciò «determina un’iniqua disparità – lamentano i colleghi – che si aggiunge alla drastica riduzione del numero delle posizioni organizzative, passate da dieci a quattro, a fronte delle 75 posizioni organizzative totali e 15 di alta professionalità distribuite a pioggia. Così facendo, giornalisti con lo stesso profilo professionale che da anni svolgono le stesse mansioni si trovano adesso a percepire retribuzioni notevolmente diverse».
È uno degli effetti perversi dell’applicazione del contratto degli enti locali alla categoria dei giornalisti.
I colleghi, dunque, «stigmatizzano con vigore le scelte dell’Amministrazione, che proditoriamente intende cambiare il profilo professionale per ledere ulteriormente il diritto dei giornalisti dell’ufficio stampa a un migliore trattamento economico, così come confermato da una sentenza di appello del Tribunale del lavoro di Roma a seguito di una causa pilota promossa dall’Associazione stampa romana».
E pertanto l’assemblea conferma il mandato all’Associazione stampa romana, «affinché continui l’azione al tavolo di concertazione per la definizione del nuovo profilo professionale e per l’applicazione del contratto di lavoro giornalistico» e chiede l’indizione «di un regolare concorso per capo ufficio stampa», riservandosi infine di programmare e mettere in atto ulteriori forme di protesta.