«La cronaca di Torino della Stampa è uscita oggi senza le firme dei collaboratori. I colleghi che quotidianamente seguono le notizie dei quartieri, di sport, di cultura e spettacoli, dei comuni della prima cintura ieri non hanno potuto lavorare. Giornalisti che vengono pagati a pezzo e che, dunque, se la decisione di non farli lavorare al lunedì verrà confermata, vedranno decurtato in maniera pesante il loro compenso». È la denuncia della Commissione Freelance dell'Associazione Stampa Subalpina.
«Una penalizzazione inaccettabile – spiegano i giornalisti lavoratori autonomi – per chi lavora tutti i giorni, senza essere coperto da un contratto, per stipendi che si aggirano intorno ai 700-1000 euro al mese. Il piano di risparmi approvato da azienda e Cdr, pur comprensibile nel momento di difficoltà che sta attraversando la testata, non può colpire in maniera tanto dura i colleghi più in difficoltà».
In questi anni, prosegue la Commissione regionale, «i collaboratori hanno già sopportato sacrifici pesanti, dal taglio dei compensi alla diminuzione del numero e della lunghezza dei pezzi, imposta dalla nuova veste grafica. A questo si aggiunge che la riduzione della pianta organica è stata compensata da modestissimo turn over, che ha ridotto al lumicino le speranze di assunzione di molti colleghi. Preoccupa, inoltre, accanto alla richiesta di tagli e sacrifici imposti al corpo redazionale, la mancanza di una chiara visione di sviluppo per la testata».
A fronte di queste considerazioni, la Commissione Freelance dell'Associazione Stampa Subalpina ritiene «indispensabile riprendere al più presto il percorso per stabilire regole e compensi adeguati per i collaboratori della testata».
Al fianco dei colleghi piemontesi si schiera la Commissione lavoro autonomo della Fnsi. «Esprimiamo massima solidarietà e vicinanza ai giornalisti non dipendenti e collaboratori della Stampa di Torino che lunedì sono stati 'costretti' a non lavorare per realizzare un piano di risparmi che appare assurdo e irricevibile come hanno denunciato i freelance dell'Associazione Stampa Subalpina», si legge in una nota della Clan.
«Non c'è nulla di più ingiusto – osserva la Commissione – quanto far parti uguali tra disuguali. Chiedere a giornalisti che non prenderanno la 13esima, che non hanno diritto a ferie o altri istituti contrattuali e che vengono pagati a pezzo di non lavorare un giorno a settimana, ci pare una scelta senza senso e soprattutto presa sopra la testa dei colleghi. Saremo al fianco dei colleghi di Torino e della Subalpina in qualsiasi azione vorranno intraprendere a tutela dei collaboratori di Torino de La Stampa e invitiamo da subito l'azienda ad aprire un confronto serio e costruttivo sulle questioni dei giornalisti non dipendenti».