Il sito del mio sindacato (www.fnsi.it) ha pubblicato una lettera con la quale cinque componenti dell’Associazione lombarda dei Giornalisti smentiscono radicalmente la cronaca della seduta del 24/11/2008 del Consiglio direttivo dell’Alg pubblicata in www.francoabruzzo.it a firma “Francesco M. De Bonis”. I fatti, le circostanze e le dichiarazioni riportati sono veri al 100 per 100 e sono frutto di una ricostruzione minuziosa operata secondo le tecniche del buon cronista (”storico del presente”).
I giornalisti purtroppo non raccontano sui loro giornali quello che accade nel comparto dei media e i giornalisti dirigenti sindacali, come i politici, si adirano se qualcuno cerca di fare informazione anche vivace in una fase della nostra vita associativa particolarmente difficile. Va detto che ho pubblicato oggi le dichiarazioni rilasciate sulla seduta dai consiglieri dell’Alg Andrea Montanari (”Stampa democratica”) e Massimo Cherubini (“Movimento Liberi giornalisti”). Montanari scrive al “cronista collettivo” Francesco M. de Bonis, “complimentandosi vivamente per la puntualità a la precisione con la quale sul sito di Franco Abruzzo lei ha riassunto quanto avvenuto nell'ultimo consiglio direttivo dell'Associazione lombarda giornalisti di cui faccio parte. Del resto, sono disponibili le registrazioni della seduta e a mio parere sarebbe utile che ogni volta l'Associazione fornisse lo sbobinato delle varie dichiarazioni. Altrimenti poi non c'è da sorprendersi se, come accade ormai da molto tempo, molti colleghi danno più retta ai suoi gustosi e soprattutto scomodi pezzi piuttosto che a comunicati ufficiali del nostro sindacato che spesso risultano criptici per non dire incomprensibili”. Massimo Cherubini scrive, invece, direttamente a me come editore/direttore del sito, dichiarando che “l'articolo di De Bonis in maniera puntuale ha dato conto di quanto accaduto. Si sarebbe potuto dire anche di più. Ma forse, ai colleghi, quanto hanno letto già basta per farsi un'idea delle difficoltà della categoria”. Sono un vecchio cronista del “grande” Giorno: mi è stato insegnato in quella redazione, di cui ho viva nostalgia, che su ogni fatto bisognava avere almeno due testimoni. Io ne ho otto, ma mi sono accontentato di due. Bastano? E’ possibile tornare a un clima sereno? Devo, però, rivelare un particolare. La sera del 24/11 ho chiamato Giovanni Negri al quale mi lega un vecchio rapporto di amicizia e di stima reciproca. Gli ho chiesto conto dell’attacco da lui sferrato contro di me nel corso della seduta. Mi ha risposto dicendo, serioso, che aveva attaccato “Francesco M. De Bonis”. Sorridendo ho replicato così: “Sai da tempo che è la mia seconda firma, non potendo parlare in prima persona di fatti che mi vedono protagonista. Non dobbiamo prenderci in giro”. Poi ho aggiunto: “Hai da dire qualcosa a Francesco M. De Bonis sulla seduta di oggi?”. Risposta di Negri: “No”. Di cosa si duole oggi Giovanni Negri, che parla a nome di Stampa democratica senza aver ricevuto alcun mandato specifico sul punto dell’articolo di Francesco M. De Bonis? prof. Franco Abruzzo