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Cdr 23 Giu 2008

La Poligrafici usa gli stagisti per sostituzioni ferie al posto dei disoccupati. Durissima protesta dei Comitati di redazione del gruppo

Stagisti (e neanche tutti iscritti alle scuole di giornalismo riconosciute dall'Ordine) al posto di contratti a termine, per sostituire i giornalisti assenti per ferie durante l'estate, come da contratto. Così la Poligrafici Editoriale e i direttori di testata hanno risposto ai Comitati di Redazione di QN, La Nazione, il Resto del Carlino e Il Giorno che, come ogni anno, chiedevano le indispensabili sostituzioni estive previste appunto dal contratto nazionale di lavoro.

Stagisti (e neanche tutti iscritti alle scuole di giornalismo riconosciute dall'Ordine) al posto di contratti a termine, per sostituire i giornalisti assenti per ferie durante l'estate, come da contratto. Così la Poligrafici Editoriale e i direttori di testata hanno risposto ai Comitati di Redazione di QN, La Nazione, il Resto del Carlino e Il Giorno che, come ogni anno, chiedevano le indispensabili sostituzioni estive previste appunto dal contratto nazionale di lavoro.

E alle parole sono seguiti subito i fatti: nonostante le proteste dei Comitati, l'azienda ha cominciato immediatamente a “insediare” gli stagisti nelle redazioni, e per di più proprio durante una difficile trattativa su un un'ipotesi di riorganizzazione del lavoro che prevederebbe un drastico “taglio” dei giornalisti all'interno del Gruppo. Non uno scherzo, dunque. Anzi, un ennesimo dramma. Di fronte a questa provocazione, che tende chiaramente a forzare la mano e a far trovare i sindacati di base, l'Ordine e la Fnsi davanti al fatto compiuto, i Comitati di Redazione chiedono dunque agli organismi nazionali di categoria e ai loro rappresentanti territoriali un immediato e deciso intervento – come la sospensione dei suddetti stage - a tutela dei colleghi in attività, dei bilanci dell'Inpgi e della stessa dignità professionale. Nessuno mette in dubbio le leggi e i diritti dei giovani delle scuole di giornalismo riconosciute dall'Ordine. Ma è altrettanto ovvio che l'esercizio di tali diritti non deve mai costituire, in alcun modo, un danno per chi già lavora nelle redazioni o per chi – magari estromesso o in perenne precariato – ci vorrebbe lavorare (vedi i disoccupati) accontentandosi di un semplice contratto a termine. D'altronde, l'atteggiamento della Poligrafici Editoriale è un'ulteriore conferma di come gli editori intendano l'uso degli stagisti: manodopera gratuita da mettere in produzione, senza alcuna regola, e non tirocinanti ai quali insegnare pian piano il mestiere affiancandoli con un “tutor” (figura che, il più delle volte se non sempre, esiste soltanto sulla carta). Tutto questo è inaccettabile, oltre che profondamente ingiusto, sia per i giornalisti delle redazioni e fuori delle redazioni sia per gli stagisti, che proprio in questi giorni reclamano un diverso trattamento, sottolineando quindi essi stessi che il problema esiste ed è grave. Occorrono, perciò, interventi mirati e urgenti per arginare un fenomeno che rischia di diventare incontrollabile provocando danni pesantissimi per tutta la categoria. I Comitati di Redazione di "QN", "La Nazione", "il Resto del Carlino" e "Il Giorno"

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