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Editoria, la maggioranza dei presidenti degli Odg regionali contro il boicottaggio della nuova legge
Ordine 16 Nov 2016

La maggioranza del Cnog battuta in Consiglio. I presidenti di 13 Ordini: «No al boicottaggio della nuova legge sull'editoria»

La maggioranza del Cnog battuta sulle quote di iscrizione dei pubblicisti. I presidenti degli Ordini regionali: «Sconfitto l'estremismo di chi vuole affossare la nuova legge».

«Sconfitto l'estremismo di chi voleva portare l'Ordine dei giornalisti verso l'autodistruzione e boicottare la legge sull'editoria appena entrata in vigore. La ragionevolezza è prevalsa nettamente nel voto ieri in Consiglio nazionale che ha respinto la riduzione delle quote di iscrizione dei pubblicisti». È quanto si legge in una nota del portavoce dei consiglieri di opposizione Giancarlo Ghirra e condivisa dalla maggioranza dei presidenti regionali dell'Ordine.

«Una proposta - prosegue la nota - che prima di essere portata all'esame del Consiglio nazionale era stata teorizzata sul sito ufficiale dell'Ordine come una sorta di reazione alle decisioni del Parlamento dal vicepresidente, che ora deve trarre le conseguenze, dopo che l'assemblea ha sconfessato l'iniziativa inopportuna e senza precedenti».

Ma durante il Consiglio, «che ha segnato – scrivono i presidente di Lazio, Lombardia, Toscana, Puglia, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Campania, Marche, Trentino Alto Adige, Basilicata e Piemonte – il prevalere delle tesi dell'ex minoranza, non è mancato un annuncio del presidente nazionale che ha fatto registrare una singolare coincidenza tra l'entrata in vigore della legge che dà delega al governo di ridimensionare drasticamente il numero dei componenti del Consiglio nazionale e l'indizione di nuove elezioni coi vecchi meccanismi che comporterebbero la formazione di un'assemblea con almeno cento componenti in più di quanti ne abbia previsti il Parlamento».

Un'ipotesi che i firmatari della nota respingono: «Il dato formale è che fin quando non ci sarà il decreto legislativo che perfeziona le nuove regole va rispettata la scadenza, già prorogata, del Consiglio. Senza entrare nel merito della disquisizione giuridica si fa appello al governo perché sani la contraddizione, armonizzando i tempi del voto con quelli della delega legislativa».

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