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Editoria 24 Feb 2010

La Camera ha approvato l'emendamento al dl milleproroghe, via libera al finanziamento all'editoria Franco Siddi: “Avanti con la mobilitazione perché vengano recuperati in altri provvedimenti i fondi oggi negati a radio, tv e stampa all'estero

L'Aula della Camera ha approvato l'emendamento della commissione al dl milleproroghe sui fondi per l'editoria. Il testo, che scade il 28 febbraio, è passato a Montecitorio con 264 sì, 227 no e tre astenuti. Ora torna al Senato.

L'Aula della Camera ha approvato l'emendamento della commissione al dl milleproroghe sui fondi per l'editoria. Il testo, che scade il 28 febbraio, è passato a Montecitorio con 264 sì, 227 no e tre astenuti. Ora torna al Senato.

''La riforma dell'editoria è una priorità che tutti dobbiamo assumerci perché, come si vede dal concitato confronto di questi giorni, è diventato impossibile arrivare a decisioni giustenei riguardi di un settore che da tempo richiede un riordino. Se è stato impossibile arrivare a scelte condivise e trovare le risorse necessarie, bisogna dirlo, è stato per la totale indisponibilità del ministero dell'Economia''. Lo ha detto Michele Ventura del Pd motivando l'astensione del suo gruppo sull'emendamento. ''I tagli alle radio, ai giornali pubblicati all'estero e a quelli dei consumatori anticipano quel riordino che deve essere complessivo e indeboliscono l'informazione nel territorio. Per questo la nostra astensione'', ha concluso. (ANSA)

MILLEPROROGHE: RELATORE, PER RADIO LOCALI TAGLIO È DI 4 MLN È OVVIO CHE UN MINIMO DI SACRIFICI ANDAVANO FATTI ''È ovvio che un minimo di sacrifici andavano fatti. Per quanto riguarda, ad esempio i giornali all'estero che ci fosse qualcosa da rivedere è dimostrato dal fatto che ad esempio il Corriere del Canada aveva 2 milioni e mezzo di fondi e in teoria 365 edizioni''. Lo dice il relatore del dl milleproroghe per la commissione Bilancio Massimo Polledri replicando alle critiche sollevate in Aula dall'opposizione sui tagli a radio locali e giornali all'estero previsti dalle misure per il ripristino del diritto soggettivo ai contributi. ''Il giornale dei consumatori - ha aggiunto - avrà un taglio di 300 mila euro, il che significa 0,1 centesimi per consumatore''. Infine, conclude, per quanto riguarda i contributi alle radio locali che ricevevano, ad esempio, l'80% di rimborso per abbonamenti alle agenzie di stampa ''vengono mantenuti i 150 milioni dello Sviluppo economico e il taglio, in totale è di 4 milioni''. (ANSA)

EDITORIA: SIDDI (FNSI), BENE RIPRISTINO FONDI MA AVANTI MOBILITAZIONE
Bene il ripristino dei fondi per giornali no-profit, di partito o gestiti da cooperative ma una ''chiara riserva per la proposizione dello stesso dramma dei tagli questa volta a carico di radio, tv e agenzie di settore e di giornali italiani all'estero''. Ad esprimerla è il segretario nazionale della Fnsi, Franco Siddi a margine della seduta conclusiva dei lavori del Congresso dell'Associazione siciliana della stampa in corso a Terme Vigliatore (Messina).
Sottolineando il risultato del ripristino dei fondi per l'editoria nel 'Milleproroghe', ''frutto anche della grande mobilitazione sociale e sindacale'', Siddi sottolinea come la mobilitazione della Fnsi continuerà visto che ''non si capisce e non si può accettare il fatto che per far fronte al giusto ripristino di contributi derivanti da obblighi di legge, si debbano ora far soffrire settori deboli ma significativi come la stampa per gli italiani all'estero, schiacciati come veri e propri vasi di coccio''.
''Il sindacato dei giornalisti - ha aggiunto Siddi - non può accettare la logica da 'figli e figliastri' e tantomeno che si possa affermare una linea discriminatoria dell'intervento pubblico e continuerà la sua mobilitazione perché vengano recuperati in altri provvedimenti i fondi oggi negati a radio, tv e stampa all'estero''. (ASCA)

 LA CAMERA DEI DEPUTATI SOPPRIME LE PROVVIDENZE EDITORIA PER L’EMITTENZA RADIOFONICA E TELEVISIVA LOCALE. LA PROTESTA DI AERANTI-CORALLO ■ Questa mattina l’Assemblea della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame del disegno di legge AC 3210 di conversione del decreto legge n. 194/2009 (cosiddetto decreto legge "Milleproroghe") ha approvato un emendamento in base al quale, tra l’altro, le imprese radiofoniche e televisive locali, a decorrere dall’anno 2009, non potranno più usufruire delle provvidenze editoria. Il provvedimento è passato ora all’esame del Senato dove, considerati i tempi tecnici per la conversione del decreto legge, è presumibile che avvenga l’approvazione definitiva, senza ulteriori modifiche. Le citate provvidenze consistevan nella riduzione tariffaria del 50% dei costi delle utenze telefoniche; nel rimborso del 40% dei costi delle utenze elettriche e dei costi dei collegamenti satellitari; nel rimborso del 60% dei costi dei canoni di abbonamento delle agenzie di informazione radiotelevisiva. Al riguardo, l’avv. Marco Rossignoli, coordinatore AERANTI-CORALLO, nell’esprimere la protesta delle imprese radiotelevisive locali rappresentate, evidenzia che "le provvidenze editoria hanno contribuito negli anni alla realizzazione di redazioni nelle emittenti locali capaci di fornire informazione sul territorio". "In questo contesto – ha proseguito Rossignoli – AERANTI-CORALLO ha sottoscritto nell’anno 2000 con la Fnsi – Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il sindacato dei giornalisti, il Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) per i giornalisti delle radio e tv locali." "Tale Ccnl – ha aggiunto Rossignoli – è stato rinnovato da ultimo il 27 gennaio e viene applicato a oltre 1600 giornalisti sull’intero territorio nazionale." La soppressione delle provvidenze editoria mette a rischio le attività di informazione delle radio e tv locali, già in difficoltà per la crisi economica, con la conseguente perdita di molti posti di lavoro dei giornalisti ivi impiegati." Tale perdita di posti di lavoro si estenderà inevitabilmente anche alle agenzie di informazione radiotelevisiva. "Auspichiamo – ha concluso Rossignoli – che il provvedimento adottato senza un adeguato confronto con le imprese del settore, possa essere ripensato, al fine di recuperare una forma di sostegno che non rappresenta, peraltro, un onere rilevante per lo Stato, mentre per le imprese radiotelevisive locali costituisce una misura di garanzia del pluralismo informativo e dell’occupazione nel comparto."

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