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Unione Europea 30 Ott 2009

Iran: scarcerato il direttore del quotidiano riformista Etemade Melli arrestato dopo le elezioni. Mohammad Quciani era in cella da 131 giorni

Teheran - È stato liberato questa notte in Iran, dopo 131 giorni di reclusione, Mohammad Quciani, il direttore del quotidiano riformista Etemade Melli. Lo riferisce l'agenzia del lavoratori iraniani Ilna, ricordando che Quciani era stato arrestato pochi giorni dopo le elezioni presidenziali di giugno ed era tra gli imputati dei processi in diretta tv organizzati dall'autorità giudiziaria iraniana, nei quali sono comparse diverse personalità del fronte riformista accusate di aver pianificato una 'rivoluzione di velluto'.

Teheran - È stato liberato questa notte in Iran, dopo 131 giorni di reclusione, Mohammad Quciani, il direttore del quotidiano riformista Etemade Melli. Lo riferisce l'agenzia del lavoratori iraniani Ilna, ricordando che Quciani era stato arrestato pochi giorni dopo le elezioni presidenziali di giugno ed era tra gli imputati dei processi in diretta tv organizzati dall'autorità giudiziaria iraniana, nei quali sono comparse diverse personalità del fronte riformista accusate di aver pianificato una 'rivoluzione di velluto'.

I capi d'accusa a carico di Quciani non sono però mai stati comunicati. Quciani è uno dei più noti giovani giornalisti iraniani e ha diretto importanti quotidiani quali Sharq, Hammihan e Etemad Melli. Quest'ultimo quotidiano, fondato dal leader riformista Mehdi Karroubi, ha continuato la sua attività anche dopo l'arresto del suo direttore, fino a quando, in seguito alla pubblicazione della lettera con cui Karroubi denunciava torture e stupri nel carcere di Kahrizak a danno dei manifestanti arrestati, è stato chiuso. Quciani si trovava ancora in carcere, sebbene i suoi familiari, agli inizi di settembre, abbiano pagato una cauzione. Negli ultimi mesi decine di quotidiani, settimanali e siti riformisti sono stati chiusi con motivazioni come attentato alla sicurezza nazionale e collaborazione con media e agenti stranieri intenti a una 'rivoluzione di velluto' in Iran. Il giro di vite nei confronti dei giornalisti iraniani è iniziato subito dopo le presidenziali del 12 giugno. Proprio nei giorni successivi al voto, sono stati arrestati circa 80 giornalisti riformisti, di cui una parte si trova tuttora in carcere e altri sono stati liberati dietro pagamento di cauzioni altissime e dovranno comunque essere processati. Il 5 agosto, inoltre, è stata provvisoriamente chiusa la sede di Teheran dell'Ordine dei Giornalisti, dove era prevista una seduta plenaria dedicata alla situazione politica del paese. (ADNKRONOS/AKI)

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