A pochi giorni dalla Giornata della libertà di stampa la giornalista iraniana Mahsa Amrabadi è stata arrestata a Teheran e condannata a scontare una pena di un anno di carcere nella prigione di Evin, accusata di "assemblea e cospirazione contro la sicurezza nazionale". Lo riportano le organizzazioni per i diritti umani spiegando che, in definitiva le erano stati comminati cinque anni di reclusione ma quattro sono stati sospesi. Amrabadi lavorava per il giornale di opposizione Etemad-e-Melli e collaborava con vari giornali riformisti.
Era già stata arrestata dopo le contestate elezioni presidenziali del giugno 2009.
Suo marito Masoud Bastani, giornalista a sua volta, venne arrestato poche settimane dopo, quando si recò a chiedere informazioni sul conto della moglie.
Da allora non è più uscito di prigione e sconta una pena di sei anni nel carcere di Rajai Shahr (Karaj). Amrabadi fu invece rilasciata su cauzione dopo pochi mesi, e poi nuovamente arrestata nel marzo 2011 nel corso di una manifestazione pacifica, e di nuovo scarcerata. Le sono state contestate le sue attività di reporter indipendente, la sua azione pubblica in favore del marito prigioniero, i suoi raduni con familiari di altri prigionieri politici, i rapporti con esponenti dissidenti del clero iraniano. "L'arresto di Mahsa Amrabadi - ha detto Marco Curatolo, presidente di Iran Human Right Onlus (Ihr) Italia - arriva pochi giorni dopo la Giornata Mondiale per la libertà di stampa e dimostra che le autorità iraniane non hanno nessuna intenzione di cambiare rotta. L'Iran, secondo i dati di tutte le organizzazioni internazionali, è da anni una delle più grandi prigioni al mondo per giornalisti".
"Ventisette - ha aggiunto Curatolo - sono in carcere in questo momento, secondo i dati di giornalisti senza frontiere, un dato al quale vanno aggiunti diciannove blogger". "Chiediamo – ha concluso - ai media italiani, alla stampa internazionale, alle organizzazioni sindacali di categoria, a coloro che organizzano premi e rassegne dedicate ai giornalisti una grande mobilitazione in favore dei colleghi iraniani imprigionati solo per avere svolto la loro professione con coraggio e dignità." (TEHERAN, 10 MAGGIO - AGI)