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Governo 17 Apr 2007

Intercettazioni: scontro su sanzioni per i giornalisti, mediazione difficile An e Fi insistono: “E’ necessario un giro di vite per punire le pubblicazione”

Un aumento dell'ammenda attualmente prevista dal codice penale per i giornalisti che pubblicano stralci di intercettazioni non coperte da segreto istruttorio. Potrebbe essere questo il punto di incontro tra maggioranza e opposizione, impegnate da settimane in un braccio di ferro sul provvedimento che regola l'utilizzo delle intercettazioni, soprattutto nella parte che riguarda le sanzioni per i giornalisti, oggi all'esame dell'aula di Montecitorio.

Un aumento dell'ammenda attualmente prevista dal codice penale per i giornalisti che pubblicano stralci di intercettazioni non coperte da segreto istruttorio. Potrebbe essere questo il punto di incontro tra maggioranza e opposizione, impegnate da settimane in un braccio di ferro sul provvedimento che regola l'utilizzo delle intercettazioni, soprattutto nella parte che riguarda le sanzioni per i giornalisti, oggi all'esame dell'aula di Montecitorio.

Di fronte ad Alleanza nazionale, che propone una pena detentiva fino a 6 mesi, e a Forza Italia, che insiste per una sanzione pecuniaria dai 50mila ai 300mila euro, la maggioranza tenta una difficile mediazione stamane in Comitato dei 9, convocato prima della seduta dell'assemblea che dovrà proseguire nell'esame del provvedimento licenziato dalla commissione Giustizia. Una mediazione che il centrosinistra vuole portare avanti anche perché c'è il rischio che 'opposizione richieda lo scrutinio segreto, renendo più incerto l'esito del voto. Attualmente il codice penale prevede una pena detentiva di 30 giorni o un'ammenda di 258 euro. BONGIORNO (AN), PER VIOLAZIONE SEGRETO CONTRAVVENZIONE NON BASTA, SIANO TRE MAGISTRATI E NON UN SOLO A DARE IL VIA A CENTRI ASCOLTO Alleanza nazionale è disposta a fare un piccolo passo indietro sulle sanzioni per i giornalisti che pubblicano stralci di intercettazioni coperte da segreto, a patto che la sanzione per questa violazione "si trasformi da contravvenzione in delitto". Lo dice all'ADNKRONOS la deputata Giulia Bongiorno, che sottolinea come sia indispensabile adottare "una norma che abbia un effetto deterrente efficace. Sul diritto di cronaca – aggiunge - la nostra posizione è del tutto coincidente con quella della maggioranza: bisogna stabilire cosa si può e cosa non si può pubblicare. Ma se siamo tutti d'accordo, allora diventa indispensabile varare una norma che sia davvero efficace, perché di fronte ad una violazione del segreto non si può avere uno Stato che dica 'va bene, non fa niente...'". "A questo punto - prosegue buongiorno - è secondario che la pena sia di 6 mesi o di 3 mesi: l'importante è che abbia un reale effetto deterrente. Ma il passo più importante da compiere, secondo An, è a monte: è indispensabile un maggiore controllo nel momento in cui si dispongono le intercettazioni. E' questa la cosa a cui teniamo di più. Se invece di essere un solo giudice a decidere se e quali intercettazioni fare, fossero in tre, di sicuro il numero delle intercettazioni superflue diminuirebbe notevolmente. E questo contribuirebbe a risolvere gran parte del problema". (ADNKRONOS)

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