La norma ha fatto gridare allo scandalo non solo le opposizioni in parlamento, ma anche giornalisti e magistrati. Ora un nuovo emendamento della maggioranza riscrive il testo sulle intercettazioni che prevede il carcere per chiunque diffonda registrazioni audio e/o video senza il consenso dell’interessato. La modifica, a firma Verini-Ermini, dovrebbe essere approvato dall’Aula domani pomeriggio.
A discussione in corso, in Aula a Montecitorio, sul
provvedimento in tema di riforma del processo penale arriva un emendamento del
Pd che rimodula il testo approvato dalla commissione Giustizia della Camera
nella parte che si occupa di intercettazioni.
La modifica, necessaria dopo le proteste di parlamentari, giornalisti e
magistrati, fa esplicitamente riferimento al diritto di cronaca, escludendolo,
e stabilisce che è reato la diffusione della registrazione al “solo” fine di diffamare.
L’emendamento, a firma congiunta Verini-Ermini, sostituisce la norma contenuta
nella legge delega con questa
formulazione: “prevedere che costituisca delitto, punibile con la reclusione
non superiore a quattro anni, la diffusione al solo fine di recare danno alla
reputazione o all'immagine altrui, di riprese audiovisive o registrazioni di
conversazioni, anche telefoniche, svolte in sua presenza ed effettuate fraudolentemente. La punibilità è esclusa
quando le registrazioni o le riprese sono utilizzabili nell'ambito di un
procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di
difesa o del diritto di cronaca”.
Resta intanto fermo sulle sue posizione il Nuovo Centrodestra, che non ha previsto
modifiche all’emendamento presentato in commissione da Alessandro Pagano.
Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nel ribadire che non c'è mai stata
“alcuna volontà da parte della maggioranza e dei gruppi della maggioranza di
colpire la stampa”, auspica intanto che la discussione sui 34 articoli della
riforma del processo penale, iniziata oggi alla Camera, possa concludersi già
entro la pausa estiva con l’ok al testo in prima lettura.
Sullo specifico tema delle intercettazioni, Orlando rileva poi che: “Il Pd ha
ritenuto condivisibile l’istanza di fondo dell’emendamento, ma si sono
manifestate perplessità sulle modalità attraverso cui questa istanza, che va
difesa, veniva tutelata”.
“Il fatto che la norma abbia creato così tanta inquietudine - prosegue il
ministro Orlando - ci ha consigliato di precisarla meglio. Non si sta facendo
altro che il lavoro del Parlamento, nel momento in cui affronta temi così
delicati che devono contemperare esigenze diverse. Cioè procedere attraverso
progressivi affinamenti, per arrivare ad un punto condiviso”.
“Quando da un lato in gioco vi è la libertà delle persone, la sicurezza
dall’altro, e il diritto all’informazione dall’altro ancora – conclude il
Ministro – credo che non sia mai sufficiente lo sforzo di apprendimento che va
fatto, nei diversi passaggi. Del resto se non ci fosse questa esigenza, non si
capirebbe perché ci sia un lavoro di commissione e poi i diversi passaggi in
aula”.
Il nuovo emendamento sostituisce per intero la lettera B del comma 1
dell’articolo 29 del provvedimento. Il testo dovrebbe andare al voto domani
alle 15.