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Editoria 17 Giu 2010

Intercettazioni, 'il Secolo d’Italia' esulta e 'il Giornale' sgambetta Fini

'Pdl, la linea dei falchi non è passata'. È il titolo di apertura del 'Secolo d'Italia' dedicato, ovviamente, alla questione delle intercettazioni. Il quotidiano di area finiana sottolinea: "Sembra finita su un binario morto l'ipotesi del muro contro muro". All'interno, nel pezzo dedicato all'argomento si legge: "La blindatura è scongiurata, si può trattare". Ed a catturare l'attenzione è, proprio di fianco all'articolo sulle intercettazioni, quello dedicato ad una ricerca commissionata da 'Generazione Italia' sui lavori parlamentari: "La gente vuole altro, il governo si occupi di lavoro e sanità".

'Pdl, la linea dei falchi non è passata'. È il titolo di apertura del 'Secolo d'Italia' dedicato, ovviamente, alla questione delle intercettazioni. Il quotidiano di area finiana sottolinea: "Sembra finita su un binario morto l'ipotesi del muro contro muro". All'interno, nel pezzo dedicato all'argomento si legge: "La blindatura è scongiurata, si può trattare". Ed a catturare l'attenzione è, proprio di fianco all'articolo sulle intercettazioni, quello dedicato ad una ricerca commissionata da 'Generazione Italia' sui lavori parlamentari: "La gente vuole altro, il governo si occupi di lavoro e sanità".

Ma il dibattito sulle intercettazioni, specie all'interno del centrodestra, resta sempre acceso. Al 'Secolo' sembra quasi replicare 'Il giornale' che, in prima pagina, fa uno scherzetto a Gianfranco Fini pubblicando alcune sue frasi rese in una intervista a 'Repubblica' del 2006: "Basta intercettazioni, sono una vera gogna mediatica", diceva allora il presidente della Camera.
E contro Fini si schierano anche 'Libero' e 'Il tempo'.
"L'imbavagliato è Silvio" titola il primo che affida al direttore Maurizio Belpietro l'editoriale di prima pagina un cui si spiega: "I continui sgambetti di Fini danneggiano l'immagine del premier. Che a questo punto deve allontanare dal Pdl tutti quelli che giocano sporco e frenano il cambiamento".
Belpietro incalza: "Il cedimento sulle intercettazioni e quello sulla manovra non ci sembrano bei segnali, ma anzi somigliano parecchio a una ritirata del governo di fronte allo proteste e alle trappole escogitate dai nemici e pure dagli ex amici".
Stesso tono, critico verso il presidente della Camera, nell'editoriale di prima pagina del 'Tempo': "Colpisce la simmetria tra le proteste o minacce del principale partito d'opposizione e gli umori del presidente della Camera", che non puo' essere "una sponda dell'opposizione puntuale come un buon orologio".
E se il 'Foglio', come annunciato, lancia un appello a favore del diritto alla privacy (firmato, tra gli altri, da Alessandro Campi, Francesco Cundari, Raffaele La Capria, Piero Ostellino, Giampaolo Pansa, Susanna Tamaro) tra i quotidiani di area di centrosinistra il più esplicito è il 'Riformista': "Berlusconi cede". Anche 'Europa' enfatizza il passo indietro del Pdl: "La destra rinuncia, sulle intercettazioni non passiamo", si legge nel titolo di prima pagina.
"La giornata di ieri somiglia molto a un de profundis", scrive ancora 'Europa'.
Anche 'l'Unità' dedica diverso spazio all'argomento, anche se apre sulle proteste dei terremotati all'Aquila: "Forse si pentono, hanno capito che l'Italia dice no?", si legge tra l'altro nel quotidiano. (ADNKRONOS)

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