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Ordine 13 Giu 2008

Intercettazioni, il presidente dell'Odg, Lorenzo Del Boca: “Un nuovo ‘laccio’ per i giornalisti”

Critiche al disegno di legge sulle intercettazioni arrivano anche dal presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, che intravede il rischio di un nuovo 'laccio' stretto tra penne e microfoni dei cronisti.

Critiche al disegno di legge sulle intercettazioni arrivano anche dal presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, che intravede il rischio di un nuovo 'laccio' stretto tra penne e microfoni dei cronisti.

''Ancora carcere per i giornalisti! E non consola il fatto che i cinque anni previsti siano stati ridotti a tre, con uno sconto significativo del quaranta per cento'', afferma Del Boca in una nota. ''Il Governo ritiene che la lotta al malaffare che alberga nel Paese debba rimanere un fatto riservato - quasi privato - fra delinquenti e forze dell'ordine, magistratura compresa. Quello che non è consentito - altrimenti sono manette... - è che la gente sappia quello che accade a casa sua o nei dintorni. È paradossale. I cittadini vengono privati di una loro esigenza fondamentale che è quella di conoscere come vengono amministrati, in che tempi e con quali risultati''. ''Il diritto di cronaca - continua il presidente dell'Ordine - non c'entra. La parola diritto evoca il privilegio e conduce direttamente a considerare i detentori come corporazione o, peggio, come casta. I giornalisti diritti non ne hanno e non ne vogliono. Accettano il dovere che è proprio della loro professione di informare correttamente, con equilibrio e con onestà intellettuale. Certo, non sono infallibili e qualche esagerazione voyeuristica l'hanno pure accreditata, pubblicando dettagli privati, non necessari per comprendere la vicenda che si stava raccontando e, che, dunque, andavano trascurati''. Ma ''la necessità di assicurare un rigoroso rispetto e una maggiore attenzione per la dignità altrui non è nemmeno parente con la ghigliottina che punta a escludere tutto e a considerare le violazioni un reato meritevole della prigione''. Per Del Boca, ''il cittadino deve domandarsi se, con l'applicazione dei provvedimenti del Governo, otterrà più o meno informazioni. Se ne otterrà di meno, significa che un laccio - un altro - è stato stretto fra le penne e i microfoni dei giornalisti. Con buona pace della libertà che si trova a zoppicare ancora di più''. (ANSA)

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