Fnsi, Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Stampa Romana, Usigrai, associazione Articolo21 e Comitato 'NoBavaglio3' si sono ritrovati davanti all'ingresso della cittadella giudiziaria di Roma questa mattina per manifestare contro le norme in materia di intercettazioni in discussione in parlamento. Il sit-in è stato l’ideale prosecuzione della mobilitazione lanciata dalla Fnsi, martedì 3 novembre, nel corso della conferenza stampa di presentazione della petizione online “No bavaglio 3”.
Un presidio di giornalisti, in rappresentanza dei promotori della mobilitazione – tra cui Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Stampa Romana, Usigrai, associazione Articolo21 e Comitato NoBavaglio3 – ha manifestato per ribadire il pericolo insito nella delega al governo.
Il sit-in è stato anche organizzato per esprimere la solidarietà della
categoria ai 96 giornalisti, 78 cronisti e 18 direttori, denunciati dagli
avvocati di alcuni imputati per gli articoli con i quali hanno tentato di fare luce
sulle presunte infiltrazioni del malaffare nella vita politica e sociale della
Capitale.
Le ragioni della mobilitazione sono state illustrate dai rappresentati del
giornalismo italiano. “Siamo qui perché, senza le intercettazioni, i cittadini
non avrebbero saputo nulla di molti scandali, a partire da quello di ‘Mafia
Capitale’ - ha spiegato ai cronisti presenti il segretario generale della Fnsi,
Raffaele Lorusso – e per confermare la vicinanza del sindacato dei giornalisti
ai colleghi denunciati per il solo fatto di aver svolto, con coerenza e
correttezza, il loro lavoro”.
“Solo nel Lazio – ha ricordato la presidente Paola Spadari – sono 160 i
colleghi minacciati per via del loro lavoro, molti dei quali proprio per aver
usato la penna su questa vicenda di ‘Mafia Capitale’. La denuncia dei 96 colleghi
che si sono occupati di questo caso non ha precedenti così come l’utilizzo
delle denunce per intimidire la categoria. Per questo l’Ordine dei giornalisti
del Lazio si schiera a sostegno di questa iniziativa del ‘No’ al bavaglio e di
tutte le iniziative necessarie a tutelare il diritto dei cittadini ad essere
informati”.
Vincenzo Vita, in rappresentanza di Articolo 21, ha invece parlato di “una
manifestazione doverosa per segnalare l’assurdità e il pericolo incombente dei
vari bavagli che vengono messi alla libertà di informazione. Da una parte la
delega al governo sulle intercettazioni, dall’altra l’insidioso testo in via di
approvazione sulla diffamazione e più in generale la valanga di querele contro
giornalisti ‘rei’ di fare il proprio lavoro informando i cittadini. La nostra
presenza qui oggi vuole rimarcare l’enormità di quanto sta accadendo”.
“Consideriamo la delega al governo su una materia costituzionalmente rilevante
come il diritto/dovere di informare un errore e un pericolo – ha ribadito il
segretario Lorusso -. Come ha ben spiegato il professor Rodotà, la delega
contenuta nella riforma del processo penale andrebbe stralciata, lasciando in
vigore gli strumenti già esistenti a tutela del diritto alla privacy”.
“Diritto, è bene evidenziarlo, che si applica ai personaggi pubblici in maniera
attenuata, come più volte ha ribadito anche la Corte europea dei diritti
dell’uomo”, ha concluso Lorusso.
Il sit-in davanti al tribunale è stato l’ideale prosecuzione della
mobilitazione lanciata dalla Fnsi, martedì 3 novembre, nel corso della
conferenza stampa di presentazione della petizione online “No bavaglio 3” che
ha visto come primi firmatari il professor Stefano Rodotà e i giornalisti
Marino Bisso, Arturo Di Corinto e Giovanni Maria Riccio e che ha già riscosso
numerose adesioni, non solo tra i giornalisti.
Assiepati davanti ai due ingressi del tribunale capitolino c’erano numerosi
giornalisti e altri presidi, uno dei quali composto dai vincitori del concorso bandito
dal Comune di Roma nel lontano 2010 e tutt’ora in attesa di vedersi riconoscere
il diritto ad essere assunti. Anche a loro i rappresentanti dei giornalisti
hanno esposto le ragioni del sit-in ed esteso l’invito, subito accolto, a
sottoscrivere la petizione.
Il video del sit-in da Repubblica.it
Nella PhotoGallery le immagini del sit-in
I PRECEDENTI - "Giornalisti e magistrati collaborino nell'interesse dei cittadini"
Lanciata la mobilitazione: "Delega al governo strumento sbagliato e pericoloso"
Pronti a coinvolgere Bruxelles per garantire la libertà di stampa in tutta Europa"