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Fnsi 22 Lug 2009

Intercettazioni. Franco Siddi (Fnsi) alla commissione Giustizia del Senato: "Sanzioni sproporzionate a carico di giornalisti ed editori" Casson (Pd) annuncia emendamento per testi "di eccezionale rilevanza pubblica"

"Limitazioni ingiustificate al diritto di cronaca e sanzioni sproporzionate a carico di giornalisti ed editori. E' la critica del segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, al disegno di legge governativo sulle intercettazioni. Siddi è intervenuto nel corso dell'audizione dei rappresentanti della Fnsi, della Fieg e dell'Unione cronisti  in commissione Giustizia del Senato.

"Limitazioni ingiustificate al diritto di cronaca e sanzioni sproporzionate a carico di giornalisti ed editori. E' la critica del segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, al disegno di legge governativo sulle intercettazioni. Siddi è intervenuto nel corso dell'audizione dei rappresentanti della Fnsi, della Fieg e dell'Unione cronisti  in commissione Giustizia del Senato.

 Siddi è stato ascoltato dalla commissione presieduta da Filippo Berselli e ha rilevato che "il disegno di legge governativo si pone in evidente contrasto non solo con il diritto della libertàdi informazione garantito dalla nostra Costituzione, ma anche con i principi della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e con la più  recente giurisprudenza della Corte di Strasburgo" che ha aggiunto un ulteriore tassello a tutela dei giornalisti, attribuendo ai reporter ampi poteri di valutazione sulle modalità  di pubblicazione di una notizia accompagnata da una fotografia, anche laddove si tratti della divulgazione del nome dell'imputato prima dell'udienza e dei capi di imputazione su un processo penale ancora pendente. Per Siddi, insomma, "più che colpire a valle la libertà di informazione, si dovrebbe intervenire a monte assicurando una maggiore segretezza nelle indagini". Per quel che riguarda la tutela della privacy dei soggetti coinvolti a vario titolo nelle indagini, Siddi ha ricordato come il garante per la protezione dei dati personali abbia affermato che in "linea di principio non vi sia ragione per limitare la libertà di stampa in nome della tutela della riservatezza¯. "Laddove il Parlamento volesse comunque procedere alla approvazione delle norme in materia di stampa previste dal disegno di legge governativo - ha detto ancora Siddi - dovrebbero essere modificate almeno quelle relative alla pubblicità e alla pubblicabilità degli atti. Il disegno di legge, infatti, inserisce un divieto di pubblicazione assoluta degli atti, anche se noti all'indagato, che di fatto inibisce la diffusione di qualunque notizia inerenti gli atti di indagine fino alla loro conclusione o addirittura fino al termine dell'udienza preliminare se prevista". Quindi ha sottolineato l'esigenza di cancellare dal testo le norme volte a sanzionare gli editori, le quali rischiano di influire negativamente anche sull'attività  lavorativa dei giornalisti, nella parte in cui la pubblicazione in deroga a quanto previsto dai modelli organizzativi idonei ad impedire la avvenuta diffusione di atti non segreti, potrebbe non costituire causa legittima di licenziamento, vista la rilevanza dell'esborso conseguente da parte dell'editore. Siddi ha concluso esprimendo un giudizio critico sulle sanzioni di natura penale, alle quali sarebbe preferibile un rafforzamento degli strumenti già previsti dal codice deontologico, così  come del resto auspicato dallo stesso Capo dello Stato".  

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 "A seguito delle osservazioni giunte nel corso dell'audizione dai rappresentanti della Fieg, Fnsi e Unione cronisti in commissione Giustizia sul tema delle intercettazioni il Pd sta predisponendo un emendamento per evitare che venga punita la pubblicità  di testi che abbiano eccezionale rilevanza pubblica". Lo annuncia il sen. Felice Casson, capogruppo del Pd in commissione Giustizia spiegando che "pur ribadendo la necessità  di tutela della privacy delle persone e di soggetti terzi coinvolti in fatti irrilevanti per le indagini attraverso dei sistemi di filtro che rendano più difficile la fuoriuscita di notizie illecite, è necessario assicurare una corretta informazione e libertà  di stampa e trasparenza nella politica¯. "Per questo - spiega - è importante che siano esclusi da vincoli i fatti che hanno una eccezionale rilevanza sociale e politica e che, soprattutto coinvolgano vertici istituzionali. Tale esigenza può essere garantita ricorrendo a una speciale causa di non punibilità e fa seguito alle recenti decisioni della Corte europea dei diritti dell'uomo che hanno condannato lo Stato francese e quello greco perchè  dei giornalisti erano stati a loro volta condannati dalla magistratura per aver pubblicato notizie su scandali nazionali e su vertici statali di rilevante interesse pubblico". (AGI)  

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DDL ALFANO, FIEG: "'RIVEDERE IL DISEGNO DI LEGGE"
EDITORI E GIORNALISTI IN COMMISSIONE GIUSTIZIA AL SENATO Ben vengano le modifiche portate al testo del disegno di legge Alfano alla Camera ma non bastano, e se gli editori vorrebbero cambiamenti alle parti che riguardano sanzioni e intercettazioni, i giornalisti chiedono lo stralcio di tutto quello che riguarda l'informazione e l'eventuale inserimento in questo ddl della figura del giuri' che potrebbe affrontare in modo urgente le questioni deontologiche piu' gravi. Cosi' editori e giornalisti oggi hanno detto alla commissione Giustizia del Senato che li ascoltava in audizione nell'ambito della discussione sul ddl intercettazioni. E il presidente Filippo Berselli (Pdl) ha commentato ''la posizione degli editori mi pare chiarissima mentre quella dei giornalisti piu' di chiusura. Mi sono permesso di chiedere proposte emendative''.
Per la Fieg il presidente Carlo Malinconico ha spiegato che nel testo gli editori vedono ''due problemi, il primo relativo alle sanzioni e il secondo sulla pubblicazione dei resoconti delle intercettazioni''. Nel primo caso, quello delle sanzioni, gli editori sottolineano che ''sono state aumentate tanto e questa puo' essere un'accentuazione dell'aspetto repressivo su cui si potrebbe lavorare, perche' sanzioni troppo elevate potrebbero essere non soltanto un deterrente ma un rischio alla liberta' d'informare''. Quanto alle sanzioni agli editori, Malinconico ha messo in luce come ''l'attuale impianto editoriale e' dualistico con un direttore responsabile che risponde dei reati a mezzo stampa, mentre non c'e' responsabilita' oggettiva dell'editore perche' non puo' esserci controllo e verifica. E' su questo sistema che si connota anche il nostro contratto nazionale e ora invece con queste nuove norme sarebbe tutto sconvolto e in modo confuso''. Il presidente Fieg ha detto ancora che sarebbero cosi' introdotti ''due sistemi di controllo, salterebbe la ragione stessa del direttore responsabile e renderemmo obbligatorio un controllo dell'editore che e' estraneo alla produzione della notizia''. Sarebbe quindi a suo avviso ''un chiaro caso di responsabilita' senza colpa per gli editori e quindi - ha aggiunto - dubito della costituzionalita' della norma''. Si chiede infatti Malinconic "che responsabilita' in piu' deve avere l'editore di quella di nominare un direttore bravo e responsabile?''.
Un''suggerimento'' poi viene dagli editori nello specifico tema delle intercettazioni: la Fieg sostiene che ''se tutti gli atti sono pubblicabili nel momento in cui diventano pubblici, per le intercettazioni ci vorrebbe un filtro ulteriore fatto da altri e non dai giornalisti''. Chi potrebbe fare questo filtro? ''Per esempio dagli stessi magistrati'', risponde il presidente.
La Fnsi da parte sua chiede ''lo stralcio dal ddl di tutte le norme che riguardano il diritto all'informazione'', spiega il segretario Franco Siddi, ma anche l'eliminazione della multa agli editori. ''Il problema - aggiunge il presidente Roberto Natale - e' che la distinzione tra cio' che e' pubblico e cio' che e' pubblicabile apre la strada a mille equivoci, per questo bisogna far coincidere i due punti''. Contesta Siddi il fatto che ''attraverso la legge, con la sanzione agli editori, si cerca di limitare l'autonomia dei giornalisti cercando di far passare diversi modelli organizzativi e creando un'invasione di campo''. Sulle intercettazioni ''il problema e' la pubblicazione e quindi bisogna trovare una disciplina sul deposito dei brogliacci''. Per il sindacato dei giornalisti, quindi, bisogna stralciare le norme e rendere ad esempio piu' cogente l'attuale codice deontologico della privacy, mentre ''per i casi di abusi e violazioni si puo', magari, pensare di portare in questo ddl la figura del giuri' che e' previsto nella proposta di riforma dell'Ordine''. (ANSA)

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