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Governo 16 Apr 2007

Intercettazioni: Ddl, scontro sul carcere per i giornalisti

Il decreto sulle intercettazioni arriverà domani all'esame dell'Aula della Camera. Tra maggioranza e opposizione è ancora braccio di ferro sulle sanzioni per i giornalisti. La Cdl (in particolare An e Forza Italia) propone una pena detentiva anche fino a un anno, mentre l'Unione punta all'applicazione dell'articolo 684 del codice penale, quello che prevede l'arresto fino a 30 giorni o l'ammenda da 51 a 258 euro.

Il decreto sulle intercettazioni arriverà domani all'esame dell'Aula della Camera. Tra maggioranza e opposizione è ancora braccio di ferro sulle sanzioni per i giornalisti. La Cdl (in particolare An e Forza Italia) propone una pena detentiva anche fino a un anno, mentre l'Unione punta all'applicazione dell'articolo 684 del codice penale, quello che prevede l'arresto fino a 30 giorni o l'ammenda da 51 a 258 euro.

In più si discute sul ruolo dell'Authority. Secondo Forza Italia, questa dovrebbe intervenire, in caso di condanna, per chiedere la pubblicazione su numerose testate della 'trasgressione' avvenuta. Ma ad An, che propone il carcere per i giornalisti 'rei' fino a sei mesi, interessa di più un'altra battaglia : quella che nel momento della disposizione delle intercettazioni sia un organo collegiale a decidere e non un singolo magistrato. ''Perché in questo modo - spiega il deputato di An Giulia Buongiorno - si eviterebbe una sovrabbondanza di intercettazioni''. E di conseguenza, aggiunge, ''essendoci meno intercettazioni in giro sarebbe anche minore il rischio di pubblicazioni illegali''. Ma la maggioranza, almeno per il momento, non vuole (come chiedono An e FI) che la pubblicazione delle intercettazioni si trasformi da contravvenzione in delitto con conseguente previsione della pena detentiva. Così, si starebbe pensando di presentare al Comitato dei 9 della commissione Giustizia della Camera, convocato per domani alle 10,45, un emendamento per inasprire la pena, ma senza esagerare. Si starebbe pensando cioè, dichiara il deputato dell'Ulivo Paolo Gambescia, di prevedere una sanzione che vada dai 10mila ai 100mila euro, più l'intervento dell'Authority''. Se la maggioranza non proponesse condanne più severe, spiega un altro esponente dell'Ulivo, nella speranza di arrivare ad un accordo con l'opposizione, si correrebbe il rischio di dover votare in Aula gli emendamenti della Cdl che propongono il carcere. E sulle proposte di modifica in materia di sanzioni il voto alla Camera è segreto... E nel segreto dell'urna tutto può accadere. Così oggi la parola d'ordine nella maggioranza è presentarsi al tavolo del Comitato dei nove con una proposta che risulti convincente anche per il centrodestra. E in questo fine settimana il relatore Lanfranco Tenaglia (Dl) e gli altri componenti Giustizia della maggioranza, starebbero lavorando proprio a questo, al modo migliore cioè per scongiurare una pena detentiva severa per i cronisti. Ma non è detto che ci riescano e non solo perché nel centrosinistra non tutti sono convinti dell'opportunità di usare sanzioni 'morbide' contro chi pubblica il contenuto di intercettazioni, ma anche perché anche sull'entità delle sanzioni il divario tra i poli è troppo ampio. Il capogruppo di FI in commissione Giustizia Gaetano Pecorella infatti chiede per i 'trasgressori' il pagamento fino a un milione e mezzo di euro, l'equivalente cioè di quasi tre miliardi di lire. Forza Italia poi avanza anche un'altra richiesta: prevedere il controllo della Corte di Conti su ogni singolo procedimento laddove vengono disposte delle intercettazioni. Ma formalmente nessuno di questi problemi esiste perché nell'ultimo Comitato dei 9 della Commissione la maggioranza aveva dato parere negativo a tutti gli emendamenti. Per la prossima settimana però la Cdl annuncia battaglia puntando tutto sul voto segreto. (ANSA)

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