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Governo 17 Feb 2009

Intercettazioni, Cossiga: “Pessima idea la galera per i giornalisti”

''In un regime democratico come è il nostro l'unica forma di controllo vero dei magistrati è quella della pubblica opinione: non pubblicare i nomi dei magistrati non mi sembra una buona idea''.

''In un regime democratico come è il nostro l'unica forma di controllo vero dei magistrati è quella della pubblica opinione: non pubblicare i nomi dei magistrati non mi sembra una buona idea''.

Lo afferma il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga riferendosi alla nuova normativa sulle intercettazioni, rilevando: ''È una pessima idea, invece, quella di mandare in galera i giornalisti che pubblichino qualunque documento giudiziario coperto da qualunque forma di segreto anche se relativo a persone estranee alle indagini, salvo che i documenti non siano frutto di... furto con scasso di edifici giudiziari o di sedi di polizia''. ''Perché - spiega Cossiga - i giornalisti hanno non il diritto ma il dovere di pubblicare tutto, salvo risponderne in sede penale. In galera dovrebbero andare invece i magistrati che 'passano' le carte ai giornalisti: ma questo non avverrà mai perché 'cane non mangia cane'''. (ANSA) DI PIETRO, CRIMINALITÀ CONQUISTA STATO ''Giornalisti in galera, magistrati non più in grado di svolgere le indagini, stupri che aumentano e l'impossibilità di venirne a conoscenza e di contrastarli. Siamo in uno stato nel quale la criminalità si sta impossessando dello Stato e le istituzioni invece di combatterlo mettono il bavaglio all'informazione''. Antonio Di Pietro attacca così il governo per gli emendamenti approvati in commissione Giustizia della Camera al ddl sulle intercettazioni. ''La forza di Berlusconi - conclude Di Pietro - sta tutta qui, nel controllo dell'informazione, nel blocco della giustizia, nel potere delle lobby economiche che fanno capo a lui''. Gli emendamenti prevedono, tra le altre cose, il carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni per le quali è stata ordinata la distruzione e quelle ''espunte'' perché riguardanti persone estranee ai fatti. (ANSA) PD, DDL GOVERNO È LEGGE BAVAGLIO ''Il ddl intercettazioni è un provvedimento 'ammazza indagini' che contiene norme molto dannose per la sicurezza dei cittadini. In nome di una 'falsa tutela della privacy', si è indebolito in modo smisurato uno strumento essenziale ed insostituibile per la 'ricerca della prova'''. Il capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti commenta così il ddl del governo sulle Intercettazioni ''Uno strumento che in questi anni ha portato alla soluzione di numerosissimi casi, non solo legati alla criminalità organizzata e al terrorismo. Il provvedimento contiene anche un duro attacco al diritto di cronaca tanto da realizzare un vero e proprio bavaglio all'informazione. Con le nuove norme - aggiunge Ferranti - tutti gli organi di stampa (televisioni, giornali, radio e siti internet) non potranno più informare per tutta la durata delle indagini sul contenuto degli atti di cronaca giudiziaria. Per i giornalisti si introduce addirittura il carcere''. ''Con queste norme, per intervenire su alcuni abusi, il governo e la maggioranza - conclude la parlamentare - non esitano a fare carta straccia dei diritti costituzionali e riportano l'Italia agli anni '30 quando il codice di procedura penale (art. 164) vietava di pubblicare gli atti fino alla chiusura della fase istruttoria. Con l'approvazione definitiva di queste norme governo e maggioranza saranno gravemente responsabili di aver abbassato la guardia dello Stato nei confronti della lotta alla criminalità e di aver messo seriamente a rischio la sicurezza dei cittadini''. (ANSA) SANTELLI, GIORNALISTI? CROCIATA ANTI-LIBERTÀ La protesta dei giornalisti contro il ddl Intercettazioni che ripristina il carcere fino a tre anni per chi pubblica il contenuto delle conversazioni ascoltate non riguardanti le indagini è per la responsabile Sicurezza e Immigrazione di FI Jole Santelli ''una crociata contro la libertà''. ''Evidentemente - afferma la parlamentare del Pdl rispondendo all'Ordine dei giornalisti - a troppi interessa che a proposito di intercettazioni le cose rimangano invariate: le limitazioni all' attuale abuso che si fa delle intercettazioni sono scomode per molti magistrati, mentre la libera divulgazione fa comodo a molti giornalisti. Va tutelato l'interesse del cittadino che, anche quando innocente ed estraneo alle indagini, spesso resta esposto al pubblico ludibrio e il suo privato gettato in pasto alla pubblica opinione''. ''L'indignazione manifestata dall'Ordine dei giornalisti - conclude Santelli - nei confronti di alcune norme come quella proposta dall'onorevole Bergamini ha il sapore di una crociata contro la libertà''. (ANSA)

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