Offensiva contro la stampa in Cina dove è stato chiuso il sito di una rivista riformista ed è stato annunciato un giro di vite contro "le pratiche irregolari" portate avanti dalle testate giornalistiche. La nota rivista Yanhuang Chunqiu ha annunciato sul suo microblog che il suo sito, www.yhcqw.com, è stato "cancellato all'improvviso" senza nessuna motivazione specifica per ordine del governo.
Chi tenta di collegarsi al sito viene indirizzato ad una pagina che spiega che il sito è stato chiuso perché non era registrato con le autorità commerciali e di polizia. La rivista aveva pubblicato nel giorno di capodanno un articolo, dal titolo 'la costituzione è il consenso per le riforme politiche', in cui si chiedeva al governo di permettere una maggiore libertà di espressione e il rispetto dello stato di diritto nell'ambito della costituzione nazionale.
E proprio oggi Liu Binjie, a capo dell'amministrazione generale per la stampa e le pubblicazioni, organismo che controlla media e case editrici, ha rivolto un monito ai media affinché interrompano "pratiche irregolari" e "estirpino i giornalisti non autorizzati per poter preservare la reputazione della stampa nazionale". Liu ha aggiunto che la sua amministrazione intende colpire i giornalisti "non qualificati" che usano gli accrediti giornalisti e combattere ogni tentativo di ricatto da parte di reporter, secondo quanto riporta la Xinhua.
Sempre oggi decine di giornalisti cinesi hanno firmato una lettera aperta per protestare contro il fatto che sia stato riscritto da un funzionario della censura governativa un editoriale che è stato pubblicato sul giornale Southern Weekend.
Inoltre, bisogna ricordare che la scorsa settimana è stata adottata la misure che impone ai 500 milioni di abitanti che usano Internet di registrarsi con il loro vero nome, un modo - affermano dal governo cinese - per "rafforzare la tutela delle informazioni personale online e la salvaguardia degli interessi pubblici". (PECHINO, 4 GENNAIO - ADNKRONOS/DPA)
CINA: CENSURATA RIVISTA RIFORMISTA, SCIOPERANO I GIORNALISTI
Sciopero dei giornalisti e solidarietà da centinaia di persone al Southern Weekly, uno dei pochi giornali riformisti cinesi, che ha avviato la protesta dopo un caso di censura. Nel mirino di cronisti e manifestanti radunatisi davanti alla sede del gruppo editoriale Sourhern Group a Canton, nella provincia meridionale del Guangdong, c'è il responsabile locale della propaganda.
Sarebbe stato lui, infatti, a sostituire un editoriale della rivista per il nuovo anno in cui si chiedeva un governo costituzionale con un articolo inneggiante al nuovo corso del segretario generale del Partito comunista, Xi Jinping.
I manifestanti, per lo più giovani, issavano cartelli con scritte come "La libertà di espressione non è un reato" e "Il popolo cinese vuole libertà". Molti agitavano crisantemi gialli per simboleggiare la morte della libertà di stampa.
Il fatto che la manifestazione sia stata tollerata dimostra come il governo provinciale di cui ha da poco assunto la guida l'astro nascente del partito Hu Chunhua non voglia reprimere con la forza le proteste contro la censura. Gli ambienti riformisti cinesi chiedono da tempo una revisione della legge sulla censura e attendono che il nuovo leader Xi Jinjing dia un segnale di apertura. (CANTON (CINA), 7 GEN AGI/AFP/REUTERS)