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Associazioni 13 Set 2011

In agitazione i giornalisti della regione un secco no all’articolo 8 della manovra-bis

I Giornalisti della Campania dicono NO all’art. 8 della manovra finanziaria sui licenziamenti facili. Proclamano lo stato di agitazione e, d’intesa con la Federazione Nazionale Stampa Italiana, sono pronti a sostenere l’eventuale ricorso alla Corte Costituzionale e al Referendum abrogativo. Gli Stati Generali si sono conclusi con la decisione unanime di mettere in campo tutte le azioni di lotta necessarie a superare il momento di crisi della categoria, contrastando ogni tentativo, dentro e fuori le redazioni, di limitare la libertà di stampa e l’autonomia della professione.

I Giornalisti della Campania dicono NO all’art. 8 della manovra finanziaria sui licenziamenti facili. Proclamano lo stato di agitazione e, d’intesa con la Federazione Nazionale Stampa Italiana, sono pronti a sostenere l’eventuale ricorso alla Corte Costituzionale e al Referendum abrogativo. Gli Stati Generali si sono conclusi con la decisione unanime di mettere in campo tutte le azioni di lotta necessarie a superare il momento di crisi della categoria, contrastando ogni tentativo, dentro e fuori le redazioni, di limitare la libertà di stampa e l’autonomia della professione.

Queste le decisioni assunte al termine degli Stati Generali dell’Informazione della Campania che si sono tenuti ieri a Napoli all’Hotel Alabardieri, organizzati - per affrontare la grave situazione del precariato - dai vertici regionali della categoria, Ottavio Lucarelli, (Ordine), Enzo Colimoro (Assostampa), Lino Zaccaria (Inpgi), Marisa La Penna (Casagit). Ai lavori hanno partecipato oltre 300 giornalisti, tra cui il presidente dell’Odg Enzo Iacopino, il presidente della FNSI, Roberto Natale, il vicepresidente vicario dell’Inpgi, Maurizio Andriolo, il consigliere Cda Casagit, Alfonso Pirozzi, il segretario dell’Usigrai Carlo Verna, il vicepresidente dell’Odg Piemonte Ezio Ercole,il vicepresidente Odg Lazio Gino Falleri e i componenti di giunta FNSI, Domenico Falco (vicepresidente Odg Campania) e Carlo Parisi (segretario sindacato Giornalisti Calabria). Questi i punti salienti emersi al termine dei lavori che hanno ribadito l’unità della categoria pronta ad affrontare le sfide del futuro:

1) Tempi rapidi per l'approvazione della proposta di legge sull'equo compenso, inglobando anche le spese effettivamente sostenute per l’espletamento del lavoro giornalistico;

2) Vigilanza della FNSI sull'accesso ai fondi pubblici per riorganizzazioni aziendali in relazione agli stati di crisi. Si chiede che i vertici della Fnsi procedano a una verifica sistematica dei risultati e delle ricadute occupazionali in tutte le aziende editoriali che abbiano finora usufruito di denaro pubblico.

3) La garanzia del sostegno pubblico all’editoria solo se legato strettamente al mantenimento dei livelli occupazionali e alla creazione di nuovi posti di lavoro in grado di assorbire stabilmente colleghi precari o disoccupati. In tal senso, a livello nazionale e locale, chiedono una revisione delle norme di attuazione delle leggi esistenti giudicate poco rigorose. Il finanziamento pubblico all’editoria non può essere soltanto un regalo agli editori;

4) Le pubbliche amministrazioni, sull’esempio della Regione Campania, recepiscano la legge 150/2000; impegno degli organismi di categoria a intensificare le azioni di contrasto a violazioni normative, deontologiche e contrattuali, anche al fine di impedire ogni forma di conflitto o commistione di interessi e per assicurare la massima trasparenza e correttezza nello svolgimento dell’attività professionale;

5) Gli Stati Generali impegnano gli organismi di categoria a intensificare le azioni a tutela dei colleghi impegnati nella cronaca nei territori a rischio criminalità;

6) Corsi gestiti localmente, in sinergia tra gli organismi di categoria della professione, per formare anche chi non ha la possibilità di frequentare le redazioni;

7) Difesa dell’unità dell’Ordine dei giornalisti e sostegno a una nuova proposta di riforma che rispetti le indicazioni del Consiglio nazionale;

8) Gli Stati Generali impegnano tutta la categoria nella difesa dell’autonomia di Inpgi (Istituto Previdenza Giornalisti) e Casagit (Cassa Assistenza Sanitaria) nella tenuta del welfare di categoria per una sempre più efficace tutela di contrattualizzati e precari;

I DOCUMENTI APPROVATI

PRECARIATO

I giornalisti della Campania proclamano lo stato d'agitazione per protestare contro lo scandaloso trattamento economico e stipendiale riservato alla maggioranza dei colleghi precari e precarizzati, contro l'articolo 8 della manovra finanziaria sui licenziamenti facili. Si chiedono tempi rapidi per l'approvazione della proposta di legge sull'equo compenso. I giornalisti della Campania chiedono che l’equo compenso comprenda la liquidazione delle spese effettivamente sostenute per l’espletamento del servizio, e di inserire nella commissione specifica, prevista per legge, un rappresentante della FNSI. I Giornalisti della Campania, fermo restando l’impegno ad aprire vertenze regionali sul fronte dei lavoratori e dei precari, chiedono agli enti di categoria nazionale di aprire vertenze in difesa dei precari e dei precarizzati.
I giornalisti della Campania denunciano la pratica di utilizzare stabilmente colleghi pensionati nelle redazioni per il lavoro quotidiano che sottrae di fatto ai precari possibilità di lavoro ed invitano gli organismi di categoria a vigilare e ad attivare le eventuali sanzioni disciplinari.
Nel frattempo chiedono ai colleghi pensionati un patto generazionale che consenta un ricambio ed un'opportunità per costruire un percorso professionale.

I giornalisti campani chiedono che all'interno dei Comitati di Redazione ci sia un rappresentante dei collaboratori parasubordinati e a partita IVA; che siano studiati e attivati ammortizzatori sociali anche legati ad accordi con istituzioni ed enti locali; che sia prevista l'esenzione dall'Inpgi2 per quei colleghi che, praticando esclusivamente attività giornalistica, dichiarano di essere al di sotto della soglia di povertà e che inoltre vengano rimodulate le scadenze della rateizzazione dei versamenti in modo che non coincidano con i versamenti dell'Iva; che i praticanti delle scuole di giornalismo versino regolarmente i contributi all’Inpgi1; che sia prevista per i lavoratori autonomi la possibilità di accesso alla Casagit2 in qualsiasi momento della carriera con pacchetti più convenienti anche rispetto a quelli offerti dalle assicurazioni. Gli Stati generali dell'informazione in Campania impegnano gli organi di categoria a delineare percorsi di formazione e aggiornamento professionale, come peraltro previsto nel CNLG o a fornire strumenti per l'autoformazione. I giornalisti della Campania chiedono agli organi competenti l'attivazione di un tavolo di confronto fra organismi di categoria, rappresentanze di base, istituzioni locali per portare avanti idee e progetti a sostegno della categoria con risorse dedicate.


STATI DI CRISI


Dal 2009 in poi si sono moltiplicate le aziende editoriali che hanno chiesto e ottenuto i cosiddetti stati di crisi e la conseguente utilizzazione di cospicui fondi pubblici stanziati dal Governo in funzione delle paventate riorganizzazioni. A due anni di distanza dalla concessione dei primi stanziamenti non si ha notizia dei risultati produttivi e occupazionali che tale sforzo abbia a finora determinato. L'impiego di denaro pubblico implica il dovere da parte di chi ne usufruisce di darne conto dell’uso e dei risultati che i provvedimenti hanno determinato in termini di ricaduta occupazionale. Allo stato non risulta che qualcuna fra le aziende editoriali che hanno usufruito dei fondi pubblici abbia finora dato conto di nulla, né che il sindacato dei giornalisti nelle sue strutture nazionali, protagoniste di quegli accordi, abbia monitorato la situazione.

I Giornalisti della Campania, sollecitano la FNSI a vigilare anche perché l'accesso ai fondi pubblici per riorganizzazioni aziendali continua anche in questi giorni con l'aggiunta di nuove aziende editoriali che ne fanno richiesta. Si chiede pertanto che i vertici della Fnsi procedano ad una verifica sistematica di tutte le aziende editoriali che finora hanno usufruito di contributi per riorganizzazioni aziendali.

UFFICI STAMPA

Considerato che la legge 150 sulla comunicazione pubblica è largamente inapplicata, preso atto dell’iniziativa della Regione Campania di aver previsto, nel nuovo ordinamento amministrativo, la sua applicazione, I Giornalisti della Campania chiedono che tutte le pubbliche amministrazioni recepiscano la legge 150/2000 e, investono gli organismi di categoria per realizzare un censimento sullo stato attuale, promuovendo poi un confronto con gli enti locali.Negli uffici stampa, e in ogni realtà redazionale, deve essere consentita soltanto la presenza (fisica e professionale) dei giornalisti regolarmente iscritti all’albo e retribuiti ex CCNL Giornalisti.Gli Stati Generali impegnano gli organismi di categoria ad intensificare le azioni di contrasto a violazioni normative, deontologiche e contrattuali anche al fine di impedire ogni forma di conflitto o commistione di interessi per assicurare la massima trasparenza e correttezza nello svolgimento dell’attività professionale.

UNIONE CRONISTI

Per un mestiere che sta cambiando profondamente, grazie ai nuovi media e alle nuove esigenze dei lettori, internauti e ‘drogati’ di news televisive e radiofoniche, non ci sono spazi e luoghi di riflessioni sulle regole, capacità di reinterpretare quelle già esistenti e volontà di creare un nuovo sistema. Così l’informazione è sempre più schiacciata sui ricatti dell’editore o delle fonti e sulla difficoltà dei giornalisti di essere appunto coloro che ‘mediano’, che cioè cercano di comprendere e raccontare una situazione affinché altri possano formarsi un’opinione. L’Unione cronisti della Campania vuole stimolare Ordine e Assostampa a riprendere un dialogo formativo con la base.

Deontologia professionale, capacità critica, rispetto delle regole anche ritagliate su nuove forme di comunicazione che, però, non possono prescindere dalla regola aurea delle cinque W, possono essere potenti strumenti a tutela della categoria; ed anche creare occasioni di occupazione in un confronto sempre costante e fermo con gli editori. Per questo obiettivo, propone controlli più stretti sulle condizioni per l’iscrizione all’albo e sul rispetto delle regole da parte degli editori ma anche da parte dei giornalisti e degli aspiranti giornalisti; una sollecitazione continua sui cdr a fare la loro parte quando si tratta di stabilire compensi e tetti per le collaborazioni, ed anche a preservare la qualità e la libertà dell’informazione; tavoli condivisi anche locali sui compensi da corrispondere ai free lance, che non trasformino il precariato in una sacca di deprofessionalizzazione e povertà; corsi gestiti localmente in sinergia tra gli organismi di categoria della professione per formare anche chi non ha la possibilità di frequentare le redazioni e comprendere fino in fondo i codici di comportamento che qualificano chi pratica questo mestiere.

RIFORMA ORDINE DEI GIORNALISTI

RILEVATO

che la manovra del Governo incide fortemente sulla strutturazione dell’Ordine dei giornalisti, confermando peraltro la possibilità di deroga alle Tariffe minime.

che il processo di modifica legislativa è stato promosso e varato senza alcuna consultazione con l’Ordine Nazionale dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa.

che appare necessario che le rappresentanze dei giornalisti italiani provvedano, nel rispetto della mozione del Consiglio Nazionale, una nuova predisposizione della riforma, che sia fortemente condivisa da giornalisti Professionisti e giornalisti Pubblicisti.

PROCLAMA

lo stato di agitazione dei giornalisti della Campania.

CHIEDE

che Governo e Parlamento riconoscano la rilevanza costituzionale della professione giornalistica e la necessaria esistenza degli Ordini Regionali e Nazionali al fine di escludere la professione giornalistica dall’assimilazione alle imprese garantendo l’indipendenza e l’autonomia dell’Ordine e della professione giornalistica.

MANIFESTA

la seria preoccupazione che si aggravi la situazione di precarietà che già affligge più della metà degli iscritti all’Albo dei giornalisti con situazioni di offesa al decoro e alla dignità di un notevole numero di giornalisti che vengono retribuiti indecorosamente con violazione del principio costituzionale di giusta retribuzione, il che è ancora più evidente nelle Regioni meridionali dove lo sfruttamento giornalistico è prevalente.

CHIEDE

che le Istituzioni ordinistiche insieme alla Federazione Nazionale della Stampa e le altre organizzazioni associative prendano univoca e decisa posizione per la tutela e la difesa dei giornalisti italiani, convocando gli Stati Generali delle rappresentanze dei giornalisti

INPGI-CASAGIT

La tutela degli Istituti previdenziali deve essere un obiettivo prioritario sia per impegnarsi a garantire i precari, sia i giornalisti contrattualizzati. L’autonomia dei due Istituti – Inpgi e Casagit – è stata più volte minacciata. Rappresenta però un patrimonio da tutelare. La Casagit dopo alcuni anni di conti in rosso è tornata con un bilancio florido, grazie ai sacrifici fatti dai colleghi. La solidarietà è l’elemento che caratterizza il nostro Istituto. Non è un’associazione, non c’è la necessità di fare utili, ma di aiutare tutti i colleghi a tutelare la loro salute. Oggi la Cassa vuole aprirsi anche ai tanti colleghi precari e free lance, offrendo loro un prodotto che a parità di prezzo sia molto più competitivo e appetibile di una comune polizza assicurativa. In tutto quello che si fa e si offre dovrà essere sempre prioritario il principio della solidarietà, principio che ha guidato le attività della Cassa dalla nascita ad oggi. La richiesta di tutela della salute arriva con forza dagli Stati Generali della Campania i quali auspicano che il CdA e gli Organi sociali della Casagit sappiano dare una risposta adeguata alle attese dei colleghi precari. Ovviamente c’è anche la necessità di salvaguardare la tenuta dei conti perché la Cassa possa continuare a vivere nei prossimi decenni garantendo prestazioni a quanti per lunghi anni hanno versato ed ora si trovano nelle condizioni di dover chiedere. Auspicabile altresì una revisione delle convenzioni al fine di creare sul territorio una rete più efficiente di servizi. Per quanto riguarda l’Inpgi occorre garantire una vigilanza costante al fine di assicurare anche per i prossimi anni la piena autonomia dell’Istituto, e quindi della categoria. Appare pertanto indispensabile, a livello locale, una maggiore collaborazione tra Fiduciari regionali, Rappresentanze sindacali e Ordine, ovvero un’azione sinergica finalizzata al contrasto del lavoro nero. Tutto ciò può avvenire attraverso l’interscambio di informazioni e l’istituzionalizzazione di incontri periodici. Si può infine valutare l’ipotesi di dare vita, a partire dalla Campania, a una Consulta regionale che possa essere un osservatorio privilegiato capace di rappresentare anche un laboratorio di nuove proposte per la tutela del lavoro stabile e per favorire l’ingresso nel mondo produttivo dei lavoratori precari.Proprio per venire incontro alle esigenze dei colleghi freelance e autonomi è auspicabile la realizzazione di uno sportello regionale dedicato agli iscritti all’Inpgi2, sull’esperienza già maturata nella nostra regione dove ci si può avvalere del contributo offerto da una collega componente del Comitato di gestione. Non ultima per importanza la necessità rappresentata da diversi giornalisti, soprattutto precari, di avviare un’azione di controllo dal parte dell’Istituto, sull’impiego di colleghi pensionati in redazione. Un’azione che può essere demandata ai CdR, per ovvie ragioni di opportunità ma che dovrebbe essere di esclusiva competenza di appositi nuclei ispettivi. Non appare eccessivamente ardita la richiesta di rafforzare l’azione di welfare realizzando sul nostro territorio strutture che possano venire incontro alle esigenze delle famiglie. Si pensi ad asili nido per aiutare le giovani coppie e di hospice per accogliere colleghi anziani con i loro familiari. Ancora nella sinergia tra Inpgi e Casagit si potrebbero far nascere case di riposo che sulla base dei principi di solidarietà potrebbero praticare prezzi più contenuti rispetto a quelli di mercato.

@fnsisocial

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