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Editoria 10 Mar 2011

Il segretario generale della Fnsi, Siddi: “Le nuove tecnologie non devono spaventare i giornalisti, informazione certificata e professionalità rimarranno”

"La sfida delle nuove tecnologie non deve spaventare nessuno. In futuro le aziende editoriali dovranno andare a trovare il lettore con i mezzi più adatti per ricevere l'informazione che può essere il quotidiano, il telefonino o il tablet". Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, concorda con la linea di Giuseppe Marra, presidente del Gruppo GMC Adnkronos, che in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore' ha rilanciato la sfida tecnologica per il futuro delle aziende editoriali.

"La sfida delle nuove tecnologie non deve spaventare nessuno. In futuro le aziende editoriali dovranno andare a trovare il lettore con i mezzi più adatti per ricevere l'informazione che può essere il quotidiano, il telefonino o il tablet". Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, concorda con la linea di Giuseppe Marra, presidente del Gruppo GMC Adnkronos, che in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore' ha rilanciato la sfida tecnologica per il futuro delle aziende editoriali.

"Dobbiamo ripensare al modello dell'informazione - spiega Siddi all'Adnkronos- c'è il futuro sia per i giornali che per i giornalisti nelle nuove tecnologie in quanto la professionalità per le testate giornalistiche resta fondamentale". Secondo Siddi, infatti, "i giornali non scompariranno ma per mantenere la loro essenza devono prevedere il web, la tv o le notizie destinate ai tablets. In realtà con tutte queste forme tecnologiche i lettori aumenteranno anche se magari si perderà qualche copia cartacea". Insomma, "c'è bisogno di una riorganizzazione del business globale dell'informazione con l'avvento delle nuove tecnologie", continua il segretario generale della Fnsi, sostenendo che si tratta di "una sfida che impone investimenti non solo tecnologici ma anche sul lavoro perché per fare informazione certificata e autorevole c'è bisogno di professionalità".

"I giornalisti non devono avere paura delle nuove tecnologie perché ci sarà sempre bisogno di loro - ribadisce il rappresentante dei giornalisti - inoltre dobbiamo uscire dal mito che tutto quello che viaggia sulla rete è gratis. L'informazione deve essere remunerata e i giornali online devono essere a pagamento. Insomma i nuovi media non soppianteranno i vecchi ma li integreranno". (ADNKRONOS)

 

MARRA, IL FUTURO DEI GIORNALI È NELLE NUOVE TECNOLOGIE

'NUOVI DISPOSITIVI CONDIZIONERANNO INFORMAZIONE PIÙ DI AVVENTO WEB'

 

I quotidiani ''non moriranno mai. La diffusione è destinata a diminuire a causa dei nuovi dispositivi e anche se si tarderà a mutarne il tipo di informazione. Il lettore di oggi, e sempre più quello di domani, vuol sapere tutto, conoscere anche le notizie che non condivide, altrimenti si rivolgerà sempre più ai mezzi che guardano alla realtà a 360 gradi''. Ad affermarlo, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', è Giuseppe Marra, il presidente del Gruppo GMC Adnkronos, che si dice convinto che il futuro dei giornali ''è nelle nuove tecnologie''.

Per Marra i tablets indirizzeranno le scelte nell'editoria ''più di quanto non abbia fatto il world wide web. La crescita così repentina -spiega- e i nuovi dispositivi imporranno di confrontarsi con le grandi potenzialità di questi strumenti soprattutto nel caso dell'accoppiata dispositivo/marketplace, che permetterà agli editori di rilasciare contenuti a pagamento in maniera semplice. Saranno agevolati anche i test di diffusione di contenuti pay sul mercato italiano, finora refrattario al pagamento online''.

Specie in Italia dove è ancora limitata la connettività disponibile in mobilità (Umts, Wifi), sottolinea Marra, ''il tablet è, per ora, in prevalenza oggetto da salotto. Molti lo utilizzano vedendo la televisione, cercando approfondimenti o 'second opinion' magari in relazione a quanto vedono o ascoltano. Questa tendenza crea una abitudine nuova all'approfondimento e a una maggiore interattività''.

La tendenza che si sta affermando, spiega Marra, ''è destinare i contenuti free, le hard news al world wide web, mentre quelli più 'pesanti', gli approfondimenti e i commenti saranno sempre più a pagamento e destinati a quei dispositivi che, complice il dualismo dispositivo/marketplace, di cui sicuramente Apple è stato il precursore, ne rendono più semplice la diffusione a pagamento''.

La possibilità di diffondere contenuti a pagamento, bypassando i vincoli del mercato editoriale più  tradizionale, sottolinea ancora,''farà si che nel prossimo futuro un prodotto originale per tablet diventi più remunerativo, visti i minori costi, rispetto al prodotto cartaceo. È evidente come un editore pioniere nell'utilizzo degli strumenti telematici, quale è l'Adnkronos, sia avvantaggiato dal non essere frenato dai vincoli e dalle infrastrutture dell'editoria cartacea tradizionale''.

Per Marra il limite alla scarsa diffusione dei prodotti editoriali 'made in Italy' si spiega dalla ''modesta diffusione della nostra lingua''. Il posizionamento dei nostri prodotti, sottolinea, ''è legato principalmente alla localizzazione geografica, specie in questa fase in cui la geopolitica sta vivendo un capovolgimento epocale, dovuto in gran parte alla diffusione di internet in tutto il mondo arabo''. (ADNKRONOS)

 

FIEG, GRAZIE A TECNOLOGIE POSSIBILE COPRIRE ESIGENZE DIVERSE

MONDO DELL'INFORMAZIONE INTERESSATO DA PROFONDO CAMBIAMENTO

 

"Le diverse tecnologie, dal worldwide wide web ai tablets, coprono esigenze diverse, dalla divulgazione immediata di notizie consumate in un attimo ai contenuti più pesanti e di riflessione critica, fornendo al contempo per questi ultimi modalità semplici e veloci di pagamento anche nella forma micro". È quanto evidenzia il presidente della Fieg, Carlo Malinconico, commentando l'intervista del presidente del Gruppo Gmg -Adnkronos Pippo Marra al Sole 24 Ore di oggi, e sostenendo di condividere le considerazioni espresse dall'editore sull'influenza positiva che le nuove tecnologie avranno sull'informazione in generale e sui giornali in particolare.

Malinconico, poi, ampliando il discorso al contesto generale che tali novità producono nel settore dell'editoria aggiunge: "Il mondo dell'informazione è interessato, in questi ultimi anni, da profondi cambiamenti che stanno ridefinendo l'intero sistema della comunicazione: dalle strategie commerciali agli assetti proprietari, dalle modalità di creazione a quelle di fruizione dei contenuti".

Alla base di questo processo, ha evidenziato, "c'è l'innovazione tecnologica, il digitale, lo sviluppo di strumenti sempre più sofisticati per veicolare le notizie, renderle accessibili in forme mai conosciute prima e disponibili su una molteplicità di piattaforme".

In questo nuovo scenario, gli editori italiani "guardano con interesse alla sperimentazione di nuove tecnologie in grado di sostenere e stimolare l'editoria e il giornalismo online: molte aziende editoriali stanno investendo con successo nello sviluppo di nuovi modelli di business e la stessa Fieg ha posto il tema della convergenza multimediale al centro delle attività della Federazione", ricorda Malinconico.

Le nuove tecnologie informatiche e di comunicazione, però, "devono valorizzare adeguatamente il ruolo centrale che i contenuti editoriali online (e i produttori di tali contenuti, ossia gli editori) svolgono in questo sistema. E questo lo ha rilevato, di recente, anche l'Autorità italiana antitrust, richiamando l'attenzione del legislatore italiano sulla discrasia oggi esistente tra i costi sostenuti per la produzione dei contenuti editoriali

online e lo sfruttamento commerciale di tali contenuti da parte di soggetti terzi. Una discrasia che potrebbe compromettere il funzionamento efficiente di tutto il sistema".

Infine, ricorda il Presidente della Fieg, "la notizia della nascita delle c.d. edicole virtuali da parte di top operators quali Google ed Apple presenta indubbi profili di interesse per lo sviluppo e il potenziamento del business digitale degli editori di giornali".

Permangono, tuttavia, "alcuni aspetti di criticità, riconducibili alle restrizioni imposte agli editori in termini di politiche commerciali. Queste stesse preoccupazioni sono emerse anche a livello internazionale, nella posizione espressa qualche giorno fa dall'associazione degli editori europei (Enpa) oltre che nella interrogazione posta al Parlamento europeo, dal parlamentare belga Ivo Belet, sui possibili profili di incompatibilità di tali offerte con la normativa antitrust". (ADNKRONOS)

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