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Associazioni 23 Apr 2009

Il segretario e la maggioranza del Sigim: "Il solito rosario di omissioni, inesattezze e false comunicazioni ai soci da parte dei consiglieri di minoranza"

"Nelle loro precisazioni al comunicato Sigim sull’Assemblea dei soci, pubblicata dal sito della Fnsi, i consiglieri di minoranza delle Marche hanno infilato il solito rosario di omissioni, inesattezze e false comunicazioni ai soci". E' uanto afferma una nota dei consiglieri di maggioranza del Sindacato giornalisti marchigiani.

"Nelle loro precisazioni al comunicato Sigim sull’Assemblea dei soci, pubblicata dal sito della Fnsi, i consiglieri di minoranza delle Marche hanno infilato il solito rosario di omissioni, inesattezze e false comunicazioni ai soci". E' uanto afferma una nota dei consiglieri di maggioranza del Sindacato giornalisti marchigiani.

"Nell’ordine: a) Non è vero che il Direttivo del 19 marzo a Pesaro, nel quale sono stati approvati i bilanci consuntivo 2008 e preventivo 2009 e la prima versione delle modifiche statutarie, sia stato convocato per escludere i consiglieri di minoranza. All’atto della convocazione, i consiglieri Severini e Sinibaldi avevano data ampia disponibilità; il collega Varagona aveva manifestato la sua contrarietà; il consigliere Mencarini solo qualche misterioso problema: difficile capire quale, visto che non si è presentato al Direttivo ma si è recato al lavoro al Corriere Adriatico rinunciando al permesso sindacale. Successivamente, il collega Severini ha comunicato che Raisport Milano gli aveva cambiato turno e ha dato forfait. Come la collega Sinibaldi, per favorire la quale ci eravamo spostati a Pesaro. Certo, capiamo che a nessuno faccia piacere perdere la maggiorazione di stipendio della Ex Festività di San Giuseppe, ma a volte l’attività sociale comporta qualche sacrificio. b) La convocazione dell’Assemblea dei soci per il 19 aprile (non prima) è stata obbligata per non violare lo Statuto: il bilancio del Sigim è stato infatti approvato il 19 marzo, e dovendo essere a disposizione dei soci in sede per almeno 10 giorni prima dell’Assemblea, escludeva che si potesse convocare l’Assemblea prima del 29 marzo (data già occupata dall’Assemblea regionale dell’Ordine). Né, anche rinunciando al nuovo Statuto, l’Assemblea avrebbe potuto essere indetta per domenica 5 aprile, perché in quel caso – vecchio Statuto alla mano – il Sigim avrebbe dovuto rinnovare i suoi organi votando al massimo entro otto giorni dall’Assemblea (e quindi la domenica di Pasqua e il lunedì dell’Angelo). Scartata per ovvi motivi l’Assemblea a Pasqua – scelta sulla quale persino il consigliere Varagona potrebbe convenire – eccoci arrivati al 19 aprile: data quindi obbligata per consentire il voto entro il 30 aprile: sia che restasse vigente il vecchio Statuto (voto entro 8 giorni dall’Assemblea) sia che fosse approvato il nuovo nel frattempo licenziato dal Direttivo (art. 1 della Norma transitoria per l’accorciamento dei tempi elettorali). c) Senonché, nel mezzo di questo cammino, sono arrivate due notizie non previste che hanno modificato il quadro tecnico e politico: il 27 marzo la firma del Contratto dopo 1489 giorni e il 2 aprile la decisione del CN della Fnsi di delegare alla Giunta (poi convocata per martedì 21 aprile) l’approvazione del regolamento e della data di svolgimento del Referendum di approvazione del contratto. d) E’ per questo che, a puro fine di contenimento dei costi elettorali (le precedenti elezioni Sigim sotto la gestione Giacomini sono costate 6.023,05 euro), il Consiglio direttivo ha valutato assurdo duplicare la spesa a carico del Sigim votando in week end distinti (a fine aprile per le elezioni Sigim, subito dopo per il referendum sul Contratto) e ha ipotizzato la possibilità di un accorpamento approvando in direttivo il 31 marzo con i voti favorevoli dei consiglieri di minoranza Severini e Mencarini una norma transitoria-bis che consentisse l’abbinamento dei due appuntamenti elettorali: altrimenti impossibile nel caso fosse entrato in vigore il nuovo Statuto che, in via ordinaria, prevede tempi di esecuzione del procedimento elettorale non inferiori a 45 giorni. e) Ai consiglieri di minoranza non va bene neanche che sia stato convocato un Direttivo straordinario per spostare il voto e anche in questo caso si sbagliano: il Direttivo straordinario è stato preannunciato telefonicamente al vicesegretario professionali e consigliere di minoranza Severini mercoledì 15 gennaio e ufficializzato via e-mail, come lo Statuto consente, venerdì 17 gennaio – con 48 ore di anticipo e convocazione immediata a fine Assemblea proprio per garantire la partecipazione di tutti i consiglieri presenti, una volta chiaro – su comunicazione della Commissione elettorale – che il quorum per il cambiamento dello Statuto sarebbe stato raggiunto. f) L’accorpamento del voto Sigim con il referendum sul contratto è stato quindi deliberato il 19 aprile nel Direttivo straordinario iniziato subito dopo l’Assemblea, in prima convocazione alle ore 14 e in seconda alle 15. E’ del tutto evidente che, a parte il consigliere Severini – ancora assente per impegni di lavoro a Milano –, sia il consigliere Varagona che la consigliera Sinibaldi – presenti a fine Assemblea alle ore 14.15 e trattenutisi (nel caso di Varagona) sino alle 15 – avrebbero serenamente potuto partecipare al Direttivo straordinario stesso, durato ben 5’ e convocato per l’appunto a fine Assemblea perché tutti potessero partecipare (ma è evidente che non era questa l’intenzione nei consiglieri protestatari). g) Nella lettera inviata al sito federale i consiglieri di minoranza osservano inoltre che, in casi come quello delle Marche, in cui il voto è certamente atteso, ci siano ragioni prevalenti rispetto a quelle economiche: peccato che nel Direttivo del 31 marzo il consigliere Severini si sia espresso a favore dell’accorpamento; e che in Assemblea – come possono confermare il segretario generale aggiunto della Fnsi, Giovanni Rossi, e lo stesso verbale redatto da Arnaldo Alessandrini – sia il consigliere Mencarini sia la consigliera Sinibaldi abbiano esplicitamente detto di essere favorevoli all’Election Day. L’unico contrario era quindi il consigliere Varagona, cui buttare dalla finestra qualche migliaio di euro non fa evidentemente alcun effetto. Ora – e questa è la vera novità – tutti e quattro i consiglieri di minoranza, non solo Varagona, affermano che esistevano ragioni prevalenti per evitare l’accorpamento del voto. Peccato che verbali e testimonianza del segretario generale aggiunto della Fnsi, intervenuto all’Assemblea, sbugiardino questa ricostruzione. A ulteriore riprova, nel Direttivo volante post-assembleare, il consigliere Mencarini ha ribadito di essere favorevole all’accorpamento dei due momenti elettorali ma ha politicamente scelto l’astensione (non volendo evidentemente votare assieme a noi). h) Come se non bastasse, i consiglieri di minoranza hanno fatto il paragone con altre regioni al voto. Sbagliato anche questo: la Puglia svolge un Congresso e non poteva abbinare le date; il Piemonte aveva già presentato le liste; il Friuli, che aveva già fissato il voto a fine maggio, ha sposato la tesi delle Marche e pressato la Fnsi perché il referendum contrattuale si svolgesse nelle stesse date. Come avverrà. Ora il nuovo Direttivo del Sigim sarà chiamato a deliberare la data delle nostre elezioni in concomitanza con il referendum contrattuale (29-30 maggio) e con chiusura del voto e scrutinio domenica 31 maggio. Si voterà con il nuovo Statuto: quello proposto dal Direttivo e –con 180 voti favorevoli su 188 – approvato dai soci. Che evidentemente apprezzano gli sforzi di chi pensa a lavorare per il bene comune anziché alimentare polemiche permanenti. I consiglieri di maggioranza Giovanni Rossi, Fabio Quirici, Vincenzo Oliveri, Aldo Spadari, Anuska Pambianchi

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