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Editoria 15 Mar 2012

Il Riformista verso la liquidazione, il cdr si oppone Siddi: l'editore riveda la decisione di chiudere il quotidiano

Potrebbe chiudersi domani, dopo dieci anni di attivita', la storia de Il Riformista: l'assemblea dei soci della cooperativa che edita la testata, votera' la liquidazione. I debiti ammonterebbero a 800 mila euro e a rischio ci sono i posti di 15 giornalisti, tra assunti a tempo indeterminato e precari, e una decina di poligrafici. Nonostante l'incremento del fondo per l'editoria, secondo il direttore Emanuele Macaluso le condizioni per andare avanti non ci sono.

Potrebbe chiudersi domani, dopo dieci anni di attivita', la storia de Il Riformista: l'assemblea dei soci della cooperativa che edita la testata, votera' la liquidazione. I debiti ammonterebbero a 800 mila euro e a rischio ci sono i posti di 15 giornalisti, tra assunti a tempo indeterminato e precari, e una decina di poligrafici. Nonostante l'incremento del fondo per l'editoria, secondo il direttore Emanuele Macaluso le condizioni per andare avanti non ci sono.

In un editoriale che sara' pubblicato domani, Macaluso punta il dito contro ''la riduzione del contributo pubblico (di cui usufruiscono giornali che sono fogli clandestini legati a notabili o faccendieri)'' e ''la pubblicita' che ci era stata promessa non e' arrivata, perche' con i vecchi editori che ci hanno ceduto la testata c'e' un contenzioso su cui decideranno i giudici''. ''Nel contratto - prosegue il direttore - abbiamo scritto che il nostro tentativo di salvataggio (di questo si trattava) doveva essere verificato dopo un anno per capire se potevamo o no andare avanti. Ad oggi le condizioni, per i motivi che ho riassunto, non ci sono''. Invita, invece, ad esperire tutte le strade possibili il cdr della testata che ha convocato una conferenza stampa all'Associazione Stampa Romana, alla quale erano presenti parlamentari di diversi schieramenti. ''Solo tre mesi fa abbiamo firmato contratti di solidarieta' di un anno - afferma Alberto Alfredo Tristano, membro del cdr - Dopo tre mesi ci troviamo davanti la convocazione dell'assemblea dei soci nella quale si votera' la liquidazione del giornale. E' una situazione bizzarra, quasi kafkiana, se si considera che tra qualche giorno il governo ufficializzera' l'incremento del fondo per l'editoria''. Martedi' prossimo - come annunciato dal portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti in conferenza stampa -, il sottosegretario con delega all'Editoria, Paolo Peluffo, dovrebbe illustrare in Commissione Cultura alla Camera i nuovi criteri per la ripartizione dei fondi e ufficializzare l'aumento del fondo per l'editoria, che dovrebbe raggiungere quota 120 milioni. Secondo i calcoli del cdr, al Riformista potrebbe spettare un milione e 800 mila euro. ''Noi non neghiamo che ci siano dei problemi - spiega Tristano - Chiediamo pero' che prima vengano esperite tutte le strade possibili, come il contenimento dei costi, cosa che e' gia' stata avviata, e un serio sviluppo di Internet, che non e' mai stato affrontato nel modo dovuto''. ''Quando chiude un giornale, di destra o di sinistra che sia, non e' mai una bella notizia'', afferma Ignazio La Russa del Pdl. ''Va espressa la piena e convinta solidarieta' al Comitato di redazione'', sostiene il senatore del Pd Vincenzo Vita, che si chiede ''quando si mettera' mano all'intera vicenda dell'editoria italiana, retta ormai da regole desuete e figlie di normative piene di trabocchetti o aggirabili''. Solidarieta' arriva anche, tra glia altri, da Michele Meta e Enrico Farinone del Pd, Carmelo Briguglio di Fli, Fabio Evangelisti dell'Idv.   (ROMA, 15 MARZO - ANSA). SOLIDARIETA' FNSI E APPELLO ALL'EDITORE
"Piena solidarietà della Fnsi ai giornalisti de Il Riformista e appello al Direttore e all’editore oggi di riferimento a sospendere ogni preannunciata decisione di chiusura dell’attività. Lo ha ribadito il Segretario nazionale del Sindacato dei giornalisti, Franco Siddi,  intervenendo alla conferenza stampa convocata dall’Associazione Stampa Romana e a sostegno delle istanze del suo segretario, Paolo Butturini, e del cdr del giornale. Nelle difficoltà economiche denunciate dall’editore, in questa fase, non si può scaricare tutto sui tagli dei contributi pubblici, posto che, dopo i chiarimenti intervenuti a superare i possibili collegamenti pregressi col gruppo Angelucci, il finanziamento dell’editoria è stato di nuovo concesso al giornale e sicuramente potrebbe attingere a questa risorsa anche per l’anno in corso. Il sacrificio fatto dai giornalisti insieme con il Sindacato attraverso il contratto di solidarietà per un anno sono una disponibilità reale  non lasciare nulla di intentato perché l’attività non venga sospesa e semmai possa trovare le strade più utili per esser proseguita anche nell’ipotizzato nuovo quadro di sostegni in corso di definizione da parte del Governo e del Parlamento. E’ opportuno perciò che siano fermate le bocce di ogni ipotesi di conclusione traumatica dell’attività editoriale di un giornale di idee che si stava avviando al suo decennale e di ripartire dal tavolo del confronto con la redazione  e le parti sociali.” L’ASSEMBLEA SOCI TEMPOREGGIA SULLA CHIUSURA DEL RIFORMISTA. ORA MACALUSO RIAPRA IL TAVOLO COL CDR SENZA SCADENZE
Constatiamo che l’assemblea dei soci del Riformista, riunitasi oggi  con all’ordine del giorno la liquidazione del giornale, ha deciso di non decidere, riaggiornandosi a giovedì prossimo con lo stesso ordine del giorno. Prendiamo atto che è stato preso qualche giorno in più per consentire manifestazioni di interesse verso la testata. E auspichiamo che fino all’ultimo minuto utile si faccia ogni tentativo per arrivare a soluzioni positive. Per questo confidiamo che ci sia spirito costruttivo nel cercare eventuali soci senza preclusioni e che venga esposta con chiarezza la pesante situazione economica in cui versa il giornale, su cui abbiamo sollevato interrogativi che attendono ancora risposta.  È altresì evidente che aver solo guadagnato qualche giorno non rappresenta una risposta soddisfacente, a fronte delle questioni drammatiche che abbiamo esposto. La nostra proposta, ripetuta nei giorni scorsi purtroppo invano, resta immutata: si riapra il tavolo di confronto col cdr, che ha sottoscritto lo stato di crisi tre mesi fa, nella ricerca di soluzioni; si aspetti per ogni valutazione sul destino del Riformista la cifra del finanziamento pubblico da palazzo Chigi; e si provi davvero a salvare il giornale. In questo quadro che resta comunque drammatico, rinnoviamo oggi a nome di tutta la redazione l’appello lanciato da giorni alle forze politiche, alle istituzioni, all’opinione pubblica: aiutateci a non far spegnere la nostra voce. Alla compagine editoriale chiediamo, ancora una volta, di togliere ogni scadenza temporale sul nostro destino per favorire serenità nel tentativo di salvataggio. Perché un giornale, se lo si vuole salvare, si salva con la convinzione e non con qualche giorno di temporeggiamento.

@fnsisocial

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