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Editoria 27 Lug 2014

Il punto su offerte di Fago, Pessina e Santanchè per l'Unità

Le offerte sul tavolo per salvare l'Unità ''sono 'quasi' tre: una più completa e dettagliata, una seconda ancora generica e una terza sicuramente inaspettata''. Lo scrive in un editoriale, Luca Landò direttore del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, facendo il punto sulle proposte di Matteo Fago, Massimo Pessina e Daniela Santanchè (ne sono state escluse altre rivelatesi '''bufale''') che verranno valutate nella riunione di martedì prossimo, quando ''l'assemblea dei soci deciderà se la nave dell'Unità dovrà tornare a terra e sospendere le pubblicazioni (per poco, per tanto, per sempre?) o se potrà continuare a navigare nel mare dell'informazione''.

Le offerte sul tavolo per salvare l'Unità ''sono 'quasi' tre: una più completa e dettagliata, una seconda ancora generica e una terza sicuramente inaspettata''. Lo scrive in un editoriale, Luca Landò direttore del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, facendo il punto sulle proposte di Matteo Fago, Massimo Pessina e Daniela Santanchè (ne sono state escluse altre rivelatesi '''bufale''') che verranno valutate nella riunione di martedì prossimo, quando ''l'assemblea dei soci deciderà se la nave dell'Unità dovrà tornare a terra e sospendere le pubblicazioni (per poco, per tanto, per sempre?) o se potrà continuare a navigare nel mare dell'informazione''.

L'offerta più concreta, precisa il direttore, ''è stata avanzata dalla Editoriale Novanta, una società fondata ad aprile da Matteo Fago, giovane imprenditore di Internet che, con il 51%, è anche il socio di maggioranza della Nie, la Nuova Iniziativa Editoriale che oggi edita l'Unità'', entrata in liquidazione oltre che per i debiti ''anche in virtù di uno statuto folle che impone ai soci una maggioranza del 91% per ogni decisione da prendere. Cioè nessuna''. Fago, credendo nelle potenzialità del giornale, ha deciso di andare avanti da solo o con eventuali soci che però consentano ''al giornale di navigare in condizioni di sicurezza''. Il ragionamento ''non fa una grinza - scrive Landò - ma impone, almeno all'inizio duri sacrifici per giornalisti e poligrafici''. Secondo la proposta di Fago, nell'ottica del rilancio, ''tutti i lavoratori resterebbero infatti a bordo dell'Unità, passando in automatico da una società all'altra ma a condizioni economiche inferiori, prevedendo però un successivo piano di recupero salariale legato a obbiettivi comuni da raggiungere (copie del giornale e visite del sito)''.
La seconda offerta è quella dell'imprenditore edile milanese Matteo Pessina ''che si propone per l'affitto della testata con successiva possibilità di acquisto''. Ci sono però due problemi.
''Il primo è la cifra: quella indicata da Pessina è al momento molto lontana dal valore di mercato dell'Unità'', e quello legato alla formula utilizzata. Affittare e successivamente acquistare la "testata", come proposto da Pessina, ''significa  prendere solamente il marchio, il "brand". E il resto? I lavoratori? Il giornale? E ancora, esiste un piano editoriale di rilancio o è solo una operazione di acquisizione? Sono le domande che i liquidatori (ma non solo loro) hanno rivolto ai latori dell'offerta''.
Infine ''venerdì sera, a sorpresa, è arrivato il rilancio di Daniela Santanchè che ha trasformato la sua prima lettera, quella dal grande clamore mediatico, in una proposta più vestita e dettagliata - scrive il direttore - ma ponendo a questo punto un serio problema politico: può un quotidiano come l'Unità finire nelle mani di un editore dichiaratamente di destra?
Bastano gli annunci di indipendenza indicati nel documento a garantire che ciò non significhi la fine politica, prima che editoriale, del giornale? E il Pd in tutto questo non ha davvero nulla da dire?''. Per il direttore ''se l'obbiettivo della liquidazione, come è stato detto, non è solamente far fronte alle giuste richieste dei creditori, ma anche garantire un futuro al giornale e ai suoi lavoratori, al momento solo la prima proposta, quella di Fago, sembra andare in questa direzione, offrendo all'Unità un progetto per restare in edicola, tentare un rilancio e, soprattutto, rimanere un quotidiano di sinistra. Può darsi che la seconda proposta, quella di Pessina, venga integrata e ampliata nelle prossime ore, ma allo stato la situazione è quella appena descritta.''. Landò conclude ricordando che con oggi ''sono ormai tre mesi che giornalisti e poligrafici lavorano tutti i giorni, sabato e domenica inclusi, senza uno stipendio. Vi posso assicurare che, nonostante la comprensibile ansia per un futuro che a volte si vede e a volte sparisce, il clima in redazione è quello di sempre, con la quotidiana preoccupazione di fare il miglior giornale possibile e di non deludere i lettori che ci aspettano, ci seguono, ci comprano''. (ROMA, 27 LUGLIO - ANSA)

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